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Costruttori di flauti di canna.
[06-07-2007]
Vogliamo provare a fare un censimento dei costruttori di flauti di canna, magari per Regione?
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[28-09-2007]
Ciao Alfonso, ciao Edoardo.
E' vero, non credo sia morto mai nessuno, perchè la zeppa del suo ciufìll è tossica.
L'importante è usare un legno che non si deformi con l'umidità, altrimenti l'intonazione dello strumento va farsi benedire!
Quindi legno comunque molto stagionato!
Dovrebbe poi essere di facile lavorabilità (se si vuole fare prima, altrimenti ci si mette una vita a farlo, non tondo, ma a volte ovale, per adattarsi all'interno della canna ed anche per dargli la curvatura posteriore).
Deve avere l' attitudine ad essere lisciato perfettamente, quindi non usare possibilmente tipi di legno a fibre molto grosse, tipo abete ecc.
Per il resto va bene tutto, se poi si rimane nell'ambito della tradizione è meglio.
PS non fate come un amico siciliano, che per evitare di stare in contatto con la zeppa d'oleandro, la "vetrificava" con l'Attak!!!!
Quello si che è tossico!
Alfò, però ti prego... non usare il sughero!!!
E' roba che si fa a scuola o nei laboratori sperimentali.
Come si può togliere da un sughero un quarto o un quinto di millimetro e lisciarlo perfettamente, a tagliarlo in maniera curva ecc.?
A volte è necessario per ottenere uno strumento di qualità!
Saluti.
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[28-09-2007]
Edoà, forse hai scritto senza vedere ciò che dicevo prima, e quindi ripeto l'invito a non usare il sughero come zeppa.
Il suo uso non è tradizionale, non permette una zeppa ben levigata, non offre sufficienti garanzie di indeformabilità.
Era molto più logico, usare legno, facilmente reperibile in natura, che non sughero che, ricordiamolo, si comprava ed era usato per altri scopi, se vogliamo pure nobili, come quello di tappare bottiglioni!
Per le sue caratteristiche fisiche è più adattattoa chiudere "completamente" che non "parzialmente", perchè tende ad espandersi.
La zeppa va modellata sul taglio, cioè bisogna dare la forma al becco, poi s'infila un pezzo di legno tondo, esattamente dello stesso diametro interno della canna, lo si sfila, si realizza il canale dove l'aria deve passare, appiattendo il cilindretto da un lato, si infila di nuovo e dopo averlo posizionato in maniera stabile e definitiva, lo si sagoma seguendo il taglio, possibilmente curvo, della canna.
L'unico strumento è un piccolo taglierino o coltellino, con lama non molto larga, infatti più è stretta e più si può eseguire la curvatura del taglio, ch'è molto più bella di quello dritto a scivolo!
I costruttori che usavano il taglio curvo erano considerati più bravi! Anche se quello che conta è il suono, l'estetica ha le sue esigenze!
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[28-09-2007]
Caro avvocatista, se ci fai vedere la foto, forse davvero potrò dire qualcosa in proposito.
Hai ragione quando parli di fisica!!!
La musica in generale e la produzione e propagazione del suono obbediscono a delle severe leggi fisiche, ma questo lo sai bene anche tu!
Per la professione che faccio (progettista e calcolatore di fabbricati, strade, ponti) sarei portato ad approfondire l'aspetto delle leggi fisiche, ma non lo faccio perchè non lo ritengo opportuno e per non togliere poesia al tutto.
...A chi interessa se dico che la frequenza di una nota emessa da un tubo aperto è il doppio della frequenza emessa da un un tubo chiuso di uguale lunghezza?
Che la lunghezza di una canna che si voglia sia intonata per esempio in La, si può calcolare tenendo conto della frequenza della nota 440 Hz, della velocita del suono, 344 ms ed in parte, del diametro della canna??
Comunque nel tubo chiuso la frequenza= la velocità del suono diviso quattro voltela lunghezza della colonna d'aria;
Nel tubo aperto la frequenza= la velocità del suono diviso due volte la lunghezza della colonna d'aria;
...Visto che noia???
Mio nonno invece diceva: La misura della finestrella deve essere : quella della canna x 4, diviso il numero delle dita della mano..... ma non vi dico il resto delle formule empiriche che conosco: diventereste tutti più bravi di me!!
Saluti
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[28-09-2007]
<...ripeto l'invito a non usare il sughero come zeppa. Il suo uso non è tradizionale, non permette una zeppa ben levigata, non offre sufficienti garanzie di indeformabilità.
Era molto più logico, usare legno, facilmente reperibile in natura, che non sughero che, ricordiamolo, si comprava ed era usato per altri scopi...>
Giancà, sul "non tradizionale" ci andrei un pò cauto, se ci riferiamo alla tradizione dell'epoca dei nostri nonni dobbiamo tener presenti che non tutti i nonni sono uguali.., nel senso che le abitudini cambiano con il cambiare dei luoghi
dalle mie parti per esempio già all'epoca dei miei nonni e anche bisnonni c'era un grosso "surplus" di sugheri usati, sia per l'abitudine a tapparci le bottiglie di vino, olio, aceto, che per la radicata abitudine di utlizzarli per le "bottiglie" di pomodori (sulle quali veniva poi sapientemente applicata una gabbietta di spago fatta al momento), e ti assicuro che di "bottiglie" se ne consumavano certamente più di una al giorno, ma questi tappi non potevano essere riutilizzati per la stessa funzione e così rimanevano per casa aspettando una diligente riutilizzazione, ed una di queste era appunto òe zeppe dei flauti !
è chiaro che un'abitudine del genere non si poteva sviluppare, che so.., nel polesine, dove magari il piatto quotidiano erano verze in brodo.., ma da noi erano ziti... e quando non erano ziti erano "mulignane 'mbuttunate" cotte immerse intere nel sugo di pomodoro
che il sughero poi non offra sufficienti garanzie di indeformabilità pure ci andrei cauto, credo da profano che abbia una resistenza alle muffe e alla umidità superiore a qualunque legno,
c'è pure una'ltra importantissima considerazione da fare :
quando ti viene voglia di fare un flauto il tappo di sughero usato è lì disponibile che ti aspetta..
mentre trovare un rametto di legno adatto e già stagionato spesso non è così facile..
specifico che da noi questa di fare " le bottiglie" c'è ancora, ma oggi si usano i praticissimi tappi a corona, ottimi (usati..) per certi tamburelli..
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[03-10-2007]
Ciao Alfò.
E' con grande umiltà che sconsigliavo l'uso del sughero.
Opinione confortata dalla mia esperienza. Sicuramente ci saranno posti in cui si usava e a proposito “dell’ uso non tradizionale” per le zeppe dei flauti in canna devo darti ragione: le abitudini e le usanze variano spostandosi da una zona all’altra, o da un’epoca ad un’altra.
Non avevo assolutamente volontà di generalizzare: mi riferivo esclusivamente alla zona geografica che ben conosco ed alla quale appartengo, cioè Molise Settentrionale ed Abruzzo.
Per tale zona confermo quanto detto: non era nella nostra tradizione realizzare zeppe in sughero.
Tale materiale, fino al dopo guerra, era cosa rara e veniva usato solo di rado.
La nostra era una realtà molto povera, le bottiglie stesse erano una rarità e nel quotidiano erano tappate dal tutolo (parte interna legnosa) delle pannocchie del granturco.
Il vino era conservato in appositi recipienti di terracotta chiamati “Truffoli” e l’acqua in altri, sempre di terracotta, chiamati “Cicinari”, l’olio nelle “Candre”.
I sugheri e le gabbiette di spago, per tappare le “bottiglie” di pomodori sono, da noi, cosa relativamente recente, come i tappi a corona!
Fino a non molti anni fa, la salsa di pomodoro era conservata dopo averla fatta essiccare al sole e ridotta “palle”, dentro dei recipienti di legno.
Il “cifello”, strumento pastorale per eccellenza, era realizzato in maniera estemporanea, nei campi, con un unico attrezzo: il coltellino che tutti portavano dietro.
Era di canna era e spesso anche la zeppa era realizzata nello stesso materiale.
In alternativa s’inzeppava con legno, verosimilmente altrettanto a portata di mano nei campi, piuttosto che con tappi di sughero.
Chiaramente è comprensibile che venisse usato in Sardegna.
Parlavo di scarsa “indeformabilità” riferendomi alla caratteristica “fisica” del sughero, cioè alla tendenza ad espandersi o a schiacciarsi, non delle caratteristiche “chimiche” che ne determinano la maggiore o minore attitudine a sviluppare muffe o funghi.
Altri problemi che ho riscontrato durante la lavorazione del sughero, specie se troppo asciutto sono la friabilità e quindi scheggiature, crepe, fessurazioni sulla superfice.
Per ottenere risultati migliori, ho provato a lavorare il sughero dopo la bollitura per qualche minuto: diventa più morbido, permettendo un taglio migliore!
Saluti, giancarlo
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Re: Costruttori di flauti di canna.
[09-10-2007]
Queste foto le ho mandate anche al post "Il sisco", ma ritengo siano utili anche in questo.
Si tratta dello strumento chiamato Sèisc, Sescarolo, Fèiscarol ( con "sc" pronunciati come in SCivolare).
Il nome originario era, probabilmente Fèistarol, dal latino "Fistula", cioè canna, tubo.
Sicchè fistulator, fistulatoris: suonatore di Flauto.
E' stato da realizzato, in base alle testimonianze di alcuni anziani costruttori ed in base a uno strumento recuperato, pustroppo a pezzi!
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