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proposte ARTISTICHE

 

 

 

 
 

Compagnia Daltrocanto

Un suono caldo di zampogna sale dal fondo della Chiesa, mentre dalla sua porta un delizioso profumo di biscotti si espande lungo il sagrato; una voce dall’altare intona una familiare melodia, ed ecco che la Tradizione si rinnova oggi come ieri antica e sempre nuova.

“Zampogne, pastori e pastorelle” - dove queste ultime indicano il tradizionale e squisito dolce cilentano a base di castagne - è il titolo del nuovo concerto di Natale della Compagnia Daltrocanto.



Un concerto che, raffinato e coinvolgente allo stesso tempo, vi porterà per mano attraverso le più belle melodie tradizionali natalizie del Sud Italia, tra novene, pastorali e canti devozionali a Gesù Bambino e alla Madonna.

Uno spettacolo che racchiude in sé il fascino di una mostra di strumenti tradizionali, in particolar modo zampogne, che i musicisti della Compagnia Daltrocanto espongono ed utilizzano durante questo affascinante cammino musicale.

Dalla zampogna cilentana a quella lucana e molisana; dalla surdulina della Basilicata alla calabrese menzetta delle Serre, oltre a ciaramelle, tamburi a cornice, chitarrino e chitarra battente, mandola, mandolino e basso acustico, fino alle inusuali atmosfere medioevali del dulcimer, il tutto accompagnato da suggestivi racconti che vi permetteranno di immergervi completamente nella magia del Natale.


Le Zampogne di Daltrocanto

Non è Natale senza zampogne: nel nostro immaginario collettivo il Natale, infatti, resta ancora intimamente legato alla coppia di zampognari e alla calda atmosfera che zampogna e ciaramella sanno creare intorno al presepe.

Le Zampogne di Daltrocanto rinnovano e fanno rivivere questa magia interpretando con pregiati strumenti di fattura artigianale il tradizionale repertorio delle novene natalizie, delle pastorali e delle danze dei momenti di festa.

In formazione composta da zampogna, ciaramella, tamburello e voci, presentano un concerto particolarmente coinvolgente tanto in un contesto itinerante che su palco o in chiesa.

Lo spettacolo può essere completato da una esposizione di diverse tipologie di zampogne e ciaramelle con esplicazione degli strumenti, delle tecniche di costruzione, della particolarità di ognuna.

Alla formazione base, inoltre, può aggiungersi una coppia di danzatori per interventi di ancor più festosa animazione di sagre e mercatini natalizi.
puoi usarlo così o ti serve un file a parte?

info@daltrocantoweb.org
328 7254831

 

 

ottobre 2013

Associazione culturale “ Ancia Libera ”

Strumenti , musiche e cultura della tradizione campana

Via  G. Tropeano  48  -  80131  NAPOLI

ISCRITTA ALL’ALBO REGIONALE DEGLI OPERATORI DELLO SPETTACOLO AL n°358

Tel. 081 / 770.13.02    340 / 25.05.142    e- mail: giusemaur@libero.it Sito Internet : www.zampognari.org

 

IL TEMA DELLA “ PASTORALE”  NELLA MUSICA

Concerto per coro polifonico , zampogne e strumenti tradizionali

Produzione originale

 

   Per  “pastorale” si intende una composizione musicale che si ispira al mondo dei pastori,  ed alle loro melodie.

   Molti autori di musica colta e classica  hanno scritto brani “pastorali” , all’or quando hanno composto opere  ambientate in uno  scenario rurale. 

   La produzione originale, che si propone, ha l’obiettivo  di qualificare gli strumenti musicali tradizionali – che si pensa impiegati  solo  nel periodo Natalizio - con l’esecuzione di un repertorio che vede la zampogna, la ciaramella , la piva, impiegati in composizioni musicali  su testi classici.

  Il testo de la “Canzone del pastore” di G.B.Lorenzi viene musicato nel 1790 da G.B. Pergolesi per l’opera  buffa “Nina pazza per amore”.        

  R. Leoncavallo , autore sia del libretto che della musica nella notissima opera lirica “Pagliacci”  risalente 1892, prevede l’ingresso degli zampognari nel finale della I scena del I  atto, quando questi accompagnano il corteo nunziale.

  Nei “Carmina Burana” il compositore tedesco Carl Orf, nel 1937,  va a musicare parte della raccolta dei testi poetici che, risale al XIII secolo, che fu ritrovata nel monastero di Benediktbeuern nella Germania del Sud. Tra i canti del ns. demo la terza traccia è  “ In taberna quando sumus” un brano allegro riproposto con in testo originale in latino, dal ritmo marcato,  inno al vino e al divertimento , dove è protagonista la piva (un modello di cornamusa italiana).

  Della presente proposta si allega un DVD demo audio/video, la  registrazione di una “prova aperta” datata 06 giugno 2013, a dimostrazione di una produzione originale concepita nel tempo  .

  Il programma viene completato dalle pastorali natalizie, sia di carattere profano che religioso (immancabile la Quanno Nascette Ninno di S.Alfonso M. de Liguori), e da brani di oratorio ovvero il melodramma in ambito sacro.

     Le voci  (il Coro “Dimensione Polifonica”) vengono dirette dal M° Biagio Terracciano, ed i cinque strumentisti (violino, chitarra classica e battente,  zampogne, ciaramella) dal prof. Giuseppe Mauro, per un organico complessivo di 18 elementi. 

     Ogni brano verrà preceduto da una breve ma esaustiva presentazione per comprendere – al meglio - le esecuzioni.

     “Il tema della pastorale nella musica” – produzione originale – si presenta come un concerto nuovo, colto ed al contempo tradizionale, per qualificare  in ambito classico la zampogna, strumento tipico del Natale.

      Il costo della rappresentazione verrà concordato con gli Organizzatori in base ai tempi, forme e modalità di erogazione dello stesso.

      Nel ringraziare per l’attenzione ed in attesa di un cortese riscontro si porgono i migliori saluti.

Su richiesta si invia DVD demo audio/video della prova aperta.

A tal fine vorrete rinnovarci il Vs. indirizzo  postale: sarà ns. cura spedirVi un plico con affrancatura di posta prioritaria.

Il demo della "prova aperta" volutamente non è in rete.

In attesa di un cortese riscontro si porgono i migliori saluti.

Prof. Giuseppe Mauro  340 2505142.  www.zampognari.org

 
                                                                                            

  

      "ARPICEDDA"

Arpicedda è il nome della piccola arpa portativa originaria del
Sud-Italia.
Fina dalla seconda metà del '700 Viggiano, piccolo paese della
Basilicata, era conosciuto come il principale centro di costruttori e
suonatori d'arpa.
Gli arpisti viggianesi erano famosi non soltanto in Italia, ma anche in Europa e in America come musici migranti e girovaghi, che vivevano
della propria musica.
Giuliana De Donno ripercorre la storia di questi straordinari
musicanti attraverso racconti, suoni e immagini con il suo raro
esemplare di arpa viggianese, recentemente recuperata e restaurata.

Il programma del concerto, frutto di una meticolosa ricerca storica e
sul campo, è una ricostruzione dei repertori popolari e colti che gli
arpisti viggianesi erano soliti seguire per le strade del mondo:
tarantelle, pastorali, quadriglie, valzer, polke, serenate, arie d'opera
e antiche canzoni napoletane.

                                           GIULIANA DE DONNO
                              arpa viggianese

periodo di disponibilità: primavera, estate e autunno 2012

per contatti giuli.dedonno@gmail.com

 

      

ascolta il brano Polka di Vittorio

 I VIGGIANESI

"Nell' amena riviera di S. Lucia spesso allegrano la solitudine della mia stanza i canti e i suoni del lieto popolo che sotto un cielo tutto luce ed armonia, su le rive all'azzurro Tirreno, in cospetto al fumante Vesevo, apre l'anima ai deliri d'una festa che non ha mai posa. Un mattino dal mio verone guardavo ai raggi solari che a poco a poco dissolvevano la vaporosa cortina entro cui nascondevansi monti ed acque; e quindi come dissonnate andavano scoperchiandosi Portici, Pompei e Castellammare, e la marina fatta lucente mostravasi festante di barche pescarecce e di vele. Della qual vista mentre io pigliava godimento, mi giunse caro suono di arpa; ed era una melodia conosciuta, una canora amica che recandomi dilette memorie mi conduceva all'isola d'Ischia, nella festa campestre di Lacco.
Guardai attorno, e vidi il buon vecchio sonante d'arpa, che in Ischia mi fe' ricordare il Re profeta arpeggiante intorno all'arca d'Israello. Lo chiamai perchè delle sue armonie fosse venuto a vivificare la mia dimora. Venne il buon vecchio con due giovanetti sonanti il violino, e poiché ebbe di cari suoni rallegrata la mia stanza, lo richiesi della patria.
- Sono di Viggiano - mi rispose.
- Voi siete dunque nato in quel paesello di Basilicata di cui gli abitatori a guisa degli usignoli vivono di armonie naturali!
Più volte avea desiderato conoscere da vicino i Viggianesi, questi figli della musica, che traendo una vita nomade vanno accattando un pane coll'arpa, chè nell'arpa hanno locate le speranze dell'avvenire, e coll'arpa portano per tutto il mondo il pensiero della loro patria e l'affetto delle italiche melodie - Oh! ditemi, soggiunsi al vecchio Viggianese, ditemi il vostro nome, e qualche cosa del vostro viaggio.
- Io mi chiamo Francesco Pennella: da 47 anni viaggio con quest'arpa su la quale il mio avo sonò i canti di Cimarosa e del Jomelli; e mio padre m'apprese quelli di Rossini e di Mercadante. Fanciullo io scossi queste corde, con cui viaggiando tentai procacciarmi un pane.
- Ma dopo lungo pellegrinare trovaste alfine buona fortuna?
- Oh fortuna! io già avea raccolto tanto danaro che mi avrebbe bastato a menar giorni beati nella quiete del mio paese: sennonché in patria fui invidiato, e la calunnia mi percosse di malvage accuse, dalle quali per uscir salvo mi fu mestieri spendere tutto l'aver mio. Ridotto all'estremo della povertà, vecchio di settantatre anni, per vivere sono costretto a nuovamente viaggiare coll'arpa.
Mi mosse a pietà il buon vecchio che raccontava le sue disavventure con ingenuità di parole e bagnando di qualche lagrima le rughe del magro volto in cui era significato il crucio dell'anima contristata. Da quanto poscia mi disse appresi non essere il Pennella di coloro che molto avessero pellegrinato in lontani paesi. Avea soltanto percorsa l'Italia e la Provenza, la patria delle romanze e de' trovadori; ma diceami, un suo nipote, il padre dei giovanotti che seco conduceva, assai più ch'egli non fece aver viaggiato in lontanissimi siti, e, visitato il Perù, stanziatosi in Lima, viver bene ammaestrando molti nella musica. Merita veramente il saluto della poesia nazionale il melodico Viggiano: imperocchè deggiono essere piene di armonia le sue acque, i suoi alberi e le sue pietre: una musica segreta deve accarezzare la culla di quel semplice popolo, e gemere nel santuario delle lor tombe.
Sorge Viggiano in cima ad un monte dell'antica Lucania, e conta circa settemila abitanti, i quali sono vantati non solo per la musica, ma eziandio per saper bene lavorare la terra. La vanga e l'arpa, ecco i due strumenti che la natura e l'arte congegnarono per quella svegliata ed operosa gente. Altri imprenda a celebrare i bravi vangatori di Viggiano, e chi ha dovizia di tenimenti se ne provveda. Io figlio errante della poesia cerco in Viggiano i miei fratelli, i figli dell'armonia. I quali sotto l'ombre de' faggi che inghirlandano il colle natale si ammaestrano alla musica, e danno i primi suoni al santuario volgarmente chiamato Santa Maria del Monte, donde traggono conforto alle pellegrinazioni, e reduci vanno a prostrarvisi, grati alla Madre di Dio che della sua benedizione ne tutelò il canoro pellegrinaggio. Alcuni suonano il violino, certi altri toccano con maestria la mandola, ve n'ha dei valenti nel clarino e nel flauto, ma la più parte di questi armoniosi pellegrini suonano l'arpa, strumento che meglio di ogni altro al popolo viggianese si addice. Conciossiachè la Basilicata ne' suoi interi costumi, nelle sue feste innocenti, e nella sua amicizia ospitaliera conservando una vita tutta patriarcale, dovea ben anco serbare in riverenza lo stromento degli antichi patriarchi. Epperò il vecchio Pennella ritoccando l'arpa mi parea un risorto padre degli antichissimi tempi, e mi toccava il cuore con parole di cristiana pietà ricordando Santa Maria del Monte e il fonte d'acque limpidissime che scorre presso al santuario. Deve pure essere una scena piena di cari affetti il trovarsi in Basilicata fra diversi Viggianesi che nel fior degli anni usando dell'arpa in terra straniera si procacciarono alla cadente età riposata esistenza in patria. Essi vi additeranno campi e case acquistate col danaro raggranellato in Europa, in Asia e nell'America. Vincenzo Miglionico, uscito di patria nell'anno 1806, tornò nel 1832. Sonando l'arpa nelle città d'Europa e d'America la musica gli fruttò molto danaro, il quale con propizie sorti converse poscia al commercio scambiando l'arpa con le cambiali, le note musicali con le cifre algebriche.
Antonio Varalla per trentacinque anni aiutato soltanto dalla musica corse Europa ed America, ed ora vive dovizioso in patria.
Mi si narra d'un porcaio che dal signor Poliodoro suo padrone costretto a partire perché da lui privato di ogni lavoro, né sapendo più a qual partito fidare, fuori d'ogni miglior speranza si appese al collo un'arpa ed errando di paese in paese giunse in America: dove coll'arpa fatta gran fortuna, prese moglie ed ebbe prole ridente. Tornato a Viggiano, Vincenzo Poliodoro, il figlio dell'antico padrone, fece liete accoglienze al povero guardiano di porci salito in prospero stato, e si acconciò di pigliare in isposa la figlia di lui ricca di cospicua dote.
Per simili modi Viggiano in ogni età ricorda diversi suoi tigli che, partiti poveri, tornarono ricchi per deporre le stanche ossa su l'ospitale benedetta balza dove sortirono la vita. A' dì nostri si contano trecento di tai viaggiatori lucani che ricchi di armonia vanno per il mondo; e per questi pellegrini sono inutili trovati e cocchi e strade di ferro: perchè viaggiano pedestri recando su le spalle l'eletto strumento, e ad ogni paese che incontrano danno il saluto della musica. Avverrà talvolta a chi navighi i nostri mari o quelli del Norte di udire un dolce suono di arpa che uscito dal fondo della nave vada a mescolarsi colla tempestosa armonia delle acque. Sarà qualche Viggianese accolto con amore dal capitano della nave per addormentare nella sua musica il pensiero de' pericoli e le traversie della navigazione. Non vi ha persona gentile che non accolga benignamente il Viggianese, questo trovadore della nostra età, che fra gl'interessi materiali del secolo decimonono viene a provarci che ferve ancora un pò di poesia entro il cuore de' popoli. Tornato esso in patria, nelle lunghe sere d'inverno aduna la famiglia e gli amici attorno al gran focolare domestico, e loro narra le città visitate, le meraviglie vedute, e le accoglienze trovate in ogni parte. Nè pensate che solo parlino del minuto popolo accolto su le piazze, e delle porte de' santuari presso cui andavano a sonare. Narrano puranco liete accoglienze in sale di ornate dame e di splendidi signori; il che prova eziandio come lo spirito cavalleresco, di che animavansi i castelli dell'età mediana, non sia interamente estinto. Nelle lontane regioni come figlio della musica nostra ammirasi l'armonico pellegrino di Viggiano, il quale non che soltanto ripetere i canti del teatro italiano, reca pure altre armonie, che gli stranieri non potrebbero avere dalle opere de' grandi nostri musicisti: reca le armonie de' nostri pastori, de' nostri devoti. Il Viggianese va informato dello spirito della sua patria, e passando per mezzo alle più cospicue città italiane, lo ingagliardisce; nè avviene che lo deponga per cantilene straniere: nel qual caso perderebbe il marchio della musica nazionale.
Perfino l'arpa è strumento congegnato cogli abeti delle selve lucane: e Vincenzo Bellizia in Viggiano e fuori vien reputato ai dì nostri valentissimo costruttore d'arpe. La sua fama, varcate le falde del paterno colle, si estese maggiormente nell'anno 1845 quando nella pubblica esposizione di belle arti in Napoli si ammirò un'arpa del Bellizia splendente di dorature e di grazioso lavorio, bella a vedere, dolce ad udire; tantochè il lucano artista dall'Instituto d'Incoraggiamento venne decorato d'una medaglia d'argento, e la Società economica di Basilicata lo regalò di cento ducati. Ora più che mai i pellegrini di Viggiano vogliono l'arpe del Bellizía, ed egli nel corso di pochi anni ne ha per loro lavorate centoquarantacinque: le quali erranti su la terra dispensano i tesori dell'armonia per tutta Italia, sulle piazze e nei caffè di Parigi e di Londra, fra i castelli della Germania, fra le moschee orientali, e presso la pagoda del Cinese: per ogni dove ammirate e desiderate.
L'arpa del Pennella non era opera del Bellizia, ma forse una di quelle antiche nelle quali studiò l'artista viggianese. Il Pennella mi vantava il suo strumento, e dalle sue trentasette corde traeva accordi di soave beatitudine: e poichè ebbi da lui ascoltate diverse melodie de' più celebrati nostri maestri, lo invitai a sonarmi melodie popolari. Il cortese Pennella fece la mia voglia, ritoccando con altri tuoni l'arpa, e facendo un cenno ai vispi giovanotti, i quali con voce melliflua cantarono amorosamente canzoni napolitane. La mia stanza divenne un teatro della musica popolare. Mi segnai una delle diverse canzoni che ascoltai piena di pastorale soavità.

Nel teatro della mia dimora erano tre gli attori, un solo spettatore. Ma fu aperta la porta della stanza, ed ecco allo spettacolo aggiunto un nuovo spettatore. Era il paesista Mattei che veniva a visitarmi recando le armi dell'arte sua, la tavolozza e la cartella ricca di bei disegni - Oh, mi sclamò il Mattei, sarà vero ch'io deggio spesso vederti fra scene artistiche! - Meco, o caro amico, vieni a godere della musica popolare che mi recano questi buoni Viggianesi. Mescoliamoci col popolo, beviamo alla tazza delle loro armonie fragranti di amore e di fede!
Sorrise il Mattei e riprese a dire: Cantino, suonino i Viggìanesi, ed io frattanto ritrarrò l'immagine loro, perchè sono una cara pagina ne' costumi napolitani: sono essi che nelle feste del S. Natale vengono per le nostre vie a rinnovare quei canti e que' suoni che innanzi al divo Presepe di Betlemme celebrarono il gran riscatto: sono dessi che nel finire e nell'albeggiare dell'anno recano armoniosi auguri di prosperevole avvenire.
Così dicendo si assise il Mattei e ritrasse il Pennella, calvo, sdentato e dolorante. Frattanto i nipoti dell'armonioso vecchio mi rallegrarono con tal varietà di canzoni, che entrai in desiderio di sapere il come facessero ad averne in tanta copia - Colla massima facilità, mi rispose il Pennella, comperandole al prezzo di un grano per ciascuna dai venditori elle con un fascio di tali canzoni schiamazzando fanno il giro di tutta Napoli.
Addio, o canuto Viggianese: il Mattei mi fece dono del tuo ritratto, il mio cuore è colmo delle tue melodie. Addio. Prosegui nell'armonico pellegrinaggio, e quindi torna felice al tuo monte, alle tue acque, alle tue selve; ed all'ombra del tuo santuario la pace de' patriarchi ti accolga santamente.
Lascio i miei pochi lettori: andrò qualche giorno errando nelle vie di Napoli, per far conoscenza co' poeti del popolo, cogli stampatori e venditori di tali canzoni, e quindi tornerò fra loro per narrare qualche istoria delle canzoni in dialetto napolitano."

    Testo di Giuseppe Regaldi
 tratto da  "Usi e costumi di Napoli e Contorni" - F. De Boucard, Napoli, 1857

                                       

GIULIANA DE DONNO

Giuliana De Donno, nata a Matera, si è diplomata in arpa classica presso il Conservatorio S.Cecilia di Roma sotto la guida di J. Jugo de Grodnicka. Ha proseguito gli studi di perfezionamento di arpa classica con E. Zaniboni e C. Antonelli, di arpa paraguayana con A.R. Ortiz e L. Almada, di arpa celtica con D. Bouchaud e A. O’Farrell.

Il suo repertorio abbraccia vari generi musicali, dal classico al popolare grazie alla versatilità offerta dallo studio e dalla ricerca su strumenti delle tradizioni popolari quali l'arpa celtica, l’arpa viggianese (Lucana) e l'arpa paraguayana ; è inoltre una delle poche arpiste al mondo a suonare e possedere un’arpa originale viggianese che ha fatto recentemente restaurare.

Nell'ambito classico ha svolto un' intensa attività concertistica come solista ed in formazioni da camera presso importanti manifestazioni tra le quali “ESTATE FIESOLANA ‘86", "ROMA EUROPA FESTIVAL '95",
"FESTIVAL INT. DELLE ARPE 98", "SIMPOSIO INT. D'ARPA, PERUGIA 98", "TELETHON FRANCE 99" e con enti di rilevanza internazionale quali "ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA", "TEATRO DELL'OPERA DI ROMA".
Ha inoltre collaborato con varie orchestre, tra le quali "G. PETRASSI", "ROMENSAMBLE", "MUSICA OGGI", "ORCHESTRA DI STATO DI KIEV" .

Numerosi i concerti e le collaborazioni che ha fatto nell'ambito della musica jazz, leggera e popolare con : S. Cristicchi, Radiodervish, G.L. Ferretti, C. Nunez, L. Galeazzi, B. Servillo, Avion Travel, C. Consoli, P. Pelù, F. De Gregori, L. Dalla, A.Minghi, M.Nunzi, A.Montellanico, N. D’Angelo,A. Sparagna, N. Citarella, R. Jermano, A. Vacca, Indaco, Piccola Banda Ikona, C.Simonetti, G. Imparato, P. Cortese, R. De Rosa,F. Di Giacomo, R. Tesi, R. Maltese, ecc.è stata inoltre arpista dell'Orchestra Popolare "Notte della Taranta" ediz. 2005 e 2006 ed è attualmente l'arpista dell'Orchestra Popolare Italiana dell' Auditorium "Parco della Musica" di Roma. Suona abitualmente in trio con Massimo Cusato e Raffaello Simeoni; in duo con Gabriella Aiello, Massimo Carrano.
Ha suonato tra le tante manifestazioni e festival a : "Taormina Arte", "Ravenna Festival","Roma incontra il mondo", "Leuciana Festival", "Festival de Carthage", "Fondazione Donne in Musica", "Festival Valentiniano", "Festival Int. Harpae","Woman fiction Festival", "Notte bianca" di Roma,"Musica per Roma", "La Zampogna", "Paleariza Festival", "Ai confini del sud ", "Peterborough Italian Festival", “Festival de Harpe de la Cote d'Azur” .

Nel 1994 ha vinto il "Premio Recanati canzone d'autore" con il gruppo Paideja con cui ha partecipato anche alla 44.ma ediz. del Festival della canzone italiana di Sanremo sezione giovani e nella 58.ma ediz. dello stesso Festival è stata ospite di Amedeo Minghi sezione big.

La sua attività si è estesa anche al teatro e al cinema (con M. Lucchesi, E. Scola, A. Foà, G. Giannini), sia come protagonista in scena che come esecutrice di colonne sonore (L. Bacalov, M. De Sica, ecc.) e di musiche dal vivo per spettacoli di danza (B. Curtis).

Ha inoltre suonato nelle produzioni discografiche di numerosi artisti e nel 1994 ha inciso con il gruppo "Paideja" il Cd “ Venti propizi” (IT Dischi); nel 1998 il Cd “Corde dell’antica Roma” (Amiata Rec.) in
cui suona la Lira, la Cetra, l'Arpa Birmana; nel 2004 il Cd “A Sud del mondo” in trio con M. Cusato e R. Simeoni. Di nuova pubblicazione è il Cd “Harp to Harps” (Twilight Music) dove in veste di solista ripercorre la storia dell’ arpa dalle origini ad oggi.

Nel 2006, L'Unione dei Comuni della Grecia Salentina le ha conferito la Cittadinanza Onoraria per la meritoria opera di valorizzazione e divulgazione delle tradizioni musicali grike e salentine compiuta quale componente dell'Orchestra Popolare "La Notte della Taranta".

Nel 2008 ha fondato e avviato la prima scuola in Italia di arpa popolare italiana con sede a Viggiano. Attualmente oltre ad un' intensa attività concertistica, si dedica all'insegnamento.

 

 
I Rusticanti

musica popolare dal Lazio e dal Centro Italia


I suoni, i canti e i ritmi della tradizione del Centro Italia, dal Tirreno all’Adriatico, passando per gli Appennini. Con un repertorio fatto di saltarelli,
stornelli, canti d’amore e di lavoro, quadriglie e “vecchi balli”, tramite i canti tradizionali e i suoni di organetti, zampogne, mandolini e tamburelli si snoda l’itinerario sonoro proposto dai Rusticanti, in esecuzioni sia
acustiche/itineranti che da palco.

I Rusticanti sono:

..Alessio Mariucci (percussioni)
..Enzo Vetri Buratti (organetti voce)
..Luciana Manca (voce)
..Matteo Assennato (zampogne, ciaramelle, chitarre)
..Matteo Mencattini (organetti, percussioni)
..Riccardo Lana (violino, chitarre, mandolino, voce)

Per contatti:

Riccardo Lana 3392655282
Matteo Assennato 3474906425

Alessio Mariucci 3687758174
rusticanti@libero.it 
www.myspace.com/rusticanti
Pagina Facebook: Rusticanti Folk

 
CONCERTO DEI "TRADIZIONALE SALENTINA DOP" CON DANZE A CURA DI SERENA TALLARICO CON GIUSEPPE DELLE DONNE

Tradizionale Salentina Dop è un progetto che ripropone musiche tradizionali del Salento (Puglia centro-meridionale).
Canti d’amore e stornelli intervallano deliziosamente la musica per danza che diventa la grande forza del gruppo.
L’antica pizzica pizzica viene riproposta con una nuova ed esplosiva energia dove il virtuosismo strumentale colora sapientemente il ritmo incalzante ma rispettoso della danza.
I musicisti di Tradizionale Salentina Dop sono tra i più attivi e virtuosi del panorama della musica popolare attuale.

Il gruppo è composto da:
DARIO MUCI: voce, chitarra e bouzouki;
GIANCARLO PAGLIALUNGA: tamburello e voce;
MASSIMILIANO MORABITO: organetto

Con la speciale partecipazione di:
SERENA TALLARICO: danza
GIUSEPPE DELLE DONNE: danza
 

Associazione Culturale

MUSICANTI DEL PICCOLO BORGO

Le proposte artistiche per il periodo Natalizio

 

Musicanti del Piccolo Borgo
concerto “Stella Cometa” - canzoni accanto al presepe

I canti della tradizione italiana (molisana, campana, siciliana) legati alla narrazione e ai riti della Natività. Dalle novene al suono delle zampogne e ciaramelle ai canti religiosi di S. Alfonso Maria de’ Liguori, dalle tammurriate per la questua alle pastorali settecentesche alle ninne nanne al Bambin Gesù. Il concerto è stato rappresentato in decine di chiese  italiane  tra cui la Basilica di Sant’Antonio da Padova. 

 

 

Gli zampognari

Musiche di Natale: una selezione di melodie e pastorali della tradizione italiana, legate al suono  delle zampogne delle ciaramelle e delle pive. Spettacolo itinerante in costume tradizionale nelle strade, mercatini di Natale,  presepi viventi, funzioni religiose e scuole.

 

 

 

 

Riccardo Marasco

concerto “Pace non più guerra”
Canti popolari della devozione religiosa italiana, dalle laudi medievali francescane (sec. XIII) ai canti spirituali delle confraternite religiose del sec. XVII. I brani interpretati con puntigliosa attenzione ai canoni popolari delle varie regioni italiane, ripercorrono con efficace ingenuità popolare i momenti storici e i temi teologici legati al mistero della maternità divina di Maria e alla nascita del Dio-Uomo.

 

Richiedi materiale e preventivi

INFO:  mdpb@libero.it   338 2132607

 

Compagnia D'altrocanto 

 

 

per NATALE e FESTE tradizionali, novene, concerti e esibizioni,  gruppo di zampognari a coppia o fino a 5 elementi

indispensabile prenotarsi per tempo
Info. 3281750244 –
gianlucazammarelli@libero.it

 

"alla cilentana"

O' Lione e 'a Paranza di Scafati

Pynazoriia

..Io canto alla cilentana
Solo se ho qualcosa da raccontare..

 

PICARIELLI

 

 

“I Picarielli piccola compagnia di musica popolare"

nascono a Salerno nel 2004 da un gruppo di amici  accomunati dalla stessa passione per la musica popolare ; gli stessi dopo alcuni anni di frequentazioni di eventi e feste popolari hanno incamerato lo spirito che anima tali eventi e si sono uniti in un progetto  artistico associativo grazie al quale, negli anni, hanno girato ampiamente il territorio  campano, e non solo, riscuotendo notevoli consensi anche in città come Milano , Bologna ,Genova ,Padova, etc.
Oggi , varie evoluzioni, il gruppo si presenta, in una formazione collaudata, con due tipologie di spettacolo :
Il primo è di tipo itinerante, completamente in acustico, con sei elementi:

Tamburo e voce
Fisarmonica
Fiati
Chitarra
Voce e ballo
Voce e ballo
 
Il secondo è da palco, con l’aggiunta di una seconda ballerina e un altro chitarrista
 
Il repertorio del gruppo è prevalentemente tradizionale e abbraccia un po’ tutto il Sud Italia.
Tammurriate, Madonna delle Grazie, Francesca a Castello, figlia figlia, pizzica di San Vito, la Cilentana, tarantella del Gargano, Montemaranese e etc. Questi sono alcuni dei brani  del nostro spettacolo, che ha una durata media di 2 ore ma che, all’occorrenza, riesce a prolungarsi a seconda della necessità dell’evento.
 
Il gruppo è disponibile anche per collaborazioni al fine di  organizzare eventi di musica popolare e di stage di ballo (tammurriata, pizzica e tarantella) e di strumento (tammorra).
 
Info www.picarielli.com
www.myspace.com/ipicarielli  (per ascoltare alcuni dei nostri brani)
Antonio 3476273753
 
in attesa di vostre notizie le invio distinti saluti
 
Antonio Santoro

Rareca Antica

Salve,
la presente è per presentare e proporre la formazione di musica popolare
Rareca Antica  (dal dialetto vesuviano  che  significa radice antica).
Rareca Antica è una formazione che viene da un lungo percorso di crescita ed esperienza di tutti i suoi componenti nella musica tradizionale.

I Rareca Antica stanno avendo molti consensi e approvazione e tutti noi componenti veniamo da esperienze e collaborazioni stabili di musica popolare importanti (solo per fare qualche nome Antonio Matrone O'Lione, Ugo Maiorano, Marcello Colasurdo, Pino Jove della Perteca, Musicastoria, Damadakà ...).
 

La nostra formazione è composta dal canto (il cantante Dario Mogavero è riconosciuto ormai come una delle voci più suggestive, limpide e forti anche dagli anziani e intenditori della nostra zona), tammorra/tamburello (tipiche percussioni del sud Italia), dalla chitarra classica e chitarra battente (strumento di liuteria, emblema delle serenate del Sud Italia), dalla sessione fiati (clarinetto, ciaramella ,flauti dolci in tutte le tonalità e spesso e volentieri la zampogna), dagli organetti (sia modelli tradizionali che modelli sperimentali e innovativi appositamente costruiti),  e dal ballo (la ballerina
è anche insegnante da molti anni di balli tradizionali).
Il nostro repertorio è costituito essenzialmente da due aree: l'area nostra di origine , vesuviana e campana (tammurriata, canti d'amore, serenate, tarantelle cilentane, tarantella montemaranese) e un area più vasta del Sud Italia (tarantelle calabresi,
pizziche salentine e brindisine, tarantelle del Gargano, ma anche saltarelli -
tipica tarantella centromeridionale-).
Il nostro spettacolo è già stato collaudato in situazioni itineranti e acustiche, in feste da piazza su palchi, in feste private e cerimonie e in festival di musica e ballo tradizionale dove abbiamo tenuto e teniamo stage di tammurriata (sia insegnamento della danza che
delle tecniche per suonare la tammorra).
Lo spettacolo prevede quindi musiche, canti e danze tradizionali che possono essere estese anche al pubblico presente. Fanno parte del repertorio anche canti religiosi rigorosamente tradizionali e parte importante della nostra tradizione devozionale. Tra i vari luoghi dove abbiamo suonato e riscosso un incentivante consenso, ci sono Genova,  Benevento, Avellino, Lucera, Foggia, Salerno, Vallo della Lucania, Roma, gli schermi della RAISAT (con diretta in mondovisione).
Abbiamo registrato una demo di presentazione, che posso spedirvi mediate la posta
elettronica jumbo-mail.


I componenti del gruppo:
DARIO MOGAVERO: voce,
tammorre, tamburelli - cell.3939286429 e-mail: darioatammorr@hotmail.it 
RAFFAELE DE LUCA PICIONE: organetti a 8, 12 e 18 bassi -  cell.3393123715 e-
mail: lellofolk02@libero.it 
FELICE CUTOLO: chitarra battente, chitarra
classica, cori - cell.3341554100
ALFONSO FORLENZA: flauti dolci, clarinetto,
ciaramelle
RAFFAELLA COPPOLA: ballo, cori, castagnette
Per vedere foto o video del gruppo potete andare sulla pagina del nostro myspace: www.myspace.com/rarecaantica
Per qualsiasi informazione, richiesta, precisazione
CELL.3393123715 (RAFFAELE),
CELL.3939286429 (DARIO),
CELL.3275363882 (RAFFAELLA)

Grazie per l'attenzione,
                                                                  Raffaele De Luca Picione
 

serenata

 

Serenat E ensemble          presenta

 

                NA SERENATA

              con

            Roberta Bartoletti: organetti, chitarra
Anna Maria Giordano: voce, nacchere, darbuka
Massimo Greco: mandola, mandolino, bouzouki
Giuliano Gangemi: chitarra, basso

    scarica la demo:  nina.mp3 (2.6 Mb)

                                      

…Di sera avvengono le serenate… ma il loro “profumo” può accompagnarci tutto il giorno.

 Una voce ed alcuni strumenti musicali si incontrano per condividere un momento di musica… e non solo. Ci sono, infatti, anche le storie da narrare; l’amore e la vita attraverso la tradizione popolare e l’espressione personale. Si tratta di un viaggio attraverso il sentimento dell’amore, di ieri, di oggi.

 

L’ensemble vuole proporci canti popolari rivisitati e musiche originali; serenate che raccontano, appunto, l’amore e che sono al tempo stesso storie; serenate allegre o più “pensate”.

 

Corde ed ance hanno voglia di parlare, nella ricerca dei suoni e dei respiri, con andamento a volte vivace, a volte nostalgico.

 

                      E’ necessaria amplificazione adeguata             

             Roberta Bartoletti: compone; a Roma insegna organetto nella Scuola di Musiche del Circolo Gianni Bosio e nell’Associazione Clivis.

Ha fatto parte dell'orchestra "Bosio Big Band" diretta da Ambrogio Sparagna.

Si è interessata a generi musicali diversi; ha partecipato anche ad un'opera di musica contemporanea di Giovanni Guaccero, eseguita al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Da alcuni anni collabora, con la pianista e compositrice jazz Rita Marcotulli, al “Progetto Truffaut”.

Ha partecipato a vari concerti in Italia e all’estero.

 

Annamaria Giordano: ha studiato canto con Giovanna Marini, Clara Murtas, Lee Colbert, Sona Anderson.

Ha seguito seminari di voce e ascolto tenuti da Claudia Bombardella. Ha collaborato con Teresa De Sio.

Ha studiato organetto con Massimo Martucci, Ambrogio Sparagna, Mario Salvi. Ha fatto parte della “Bosio Big Band” diretta da Ambrogio Sparagna, come strumentista e voce, partecipando a numerosi spettacoli teatrali e musicali in Italia e all'estero.

 

Massimo Greco: polistrumentista (banjo, bouzouki, mandola, mandolino, concertina). Ha approfondito, nel corso degli anni, lo studio della musica irlandese suonando e collaborando in varie formazioni in Italia ed all’estero; fa tuttora parte del gruppo Dockside (musica irlandese).

Nel passato ha suonato nei gruppi Mandila (musica greca) e Ale Brider (musica klezmer-balcanica) con i quali ha registrato due compact disc.

Tra le sue esperienze figura la partecipazione alle riprese ed alla colonna sonora del film “Gangs of New York” di Martin Scorsese.

 

Giuliano Gangemi: bassista, chitarrista, compositore, arrangiatore. Ha frequentato l'Accademia Filarmonica Romana e la Scuola Popolare di Musica di Testaccio.

La sua esperienza spazia dal rock alla canzone d'autore, dai repertori tradizionali, al jazz e al pop. Ha lavorato, tra gli altri, con Mariano De Simone, Roberto Nicoletti, Nicola Raffone, Raffaele Mallozzi, Giovanni Guaccero.

Con l’orchestra “Malancia” ha realizzato le musiche per lo spettacolo “Elettra riletta.” Ha pubblicato articoli sulla canzone d’autore italiana e insegnato chitarra e basso elettrico anche nelle scuole superiori.

 

Roberta Bartoletti          e-mail:      rbartoletti13@gmail.com        tel.   06 7845713 - cell.  320 0562305

Anna Maria Giordano   e-mail:   giordano.annamaria@virgilio.it tel.  06 5070200 - cell.  347 5122512

 
università del tempo libero
pistoia

piazza monte uliveto
dalle 17 alle 19

 

PROGETTO PER UN CICLO DI 4 LEZIONI SULLA CANZONE POPOLARE.


Il progetto è destinato agli alunni del secondo ciclo delle elementari e della scuola media inferiore.

Può comunque subire delle modifiche per adattarsi meglio alla preparazione di base della singola classe e alla capacità di attenzione e interesse dei ragazzi.


Supporti didattici
Gli strumenti usati dal vivo dai due operatori durante il corso sono la chitarra, l’organetto diatonico, le voci, e semplici strumenti a percussione.
Verranno inoltre fatti ascoltare degli esempi tratti da registrazioni originali (come la storica campagna di rilevamento condotta in Italia dall’etnomusicologo americano Alan Lomax nel 1954);
rielaborazioni attuali di canti popolari, musica etnica e world music. Tutto il materiale è su supporto digitale: è quindi necessario disporre di un normale lettore di CD.


Obiettivi e modalità di svolgimento

Ciascuna lezione può durare da un’ora e mezzo a due ore, in base alla programmazione dell’orario scolastico e all’interesse suscitato nei ragazzi.

Nel primo incontro si cerca di definire insieme con la classe cosa si intende oggi per musica popolare, anche attraverso il confronto con altri generi musicali di larga diffusione (musica classica, musica pop), che vengono presentati anche dal vivo con gli strumenti sopra citati.
Si coinvolgono gli alunni in prima persona, legando gli argomenti alle loro esperienze dirette di vita familiare o quotidiana, con facili test musicali.

Nel secondo incontro si ripetono brevemente le nozioni acquisite in precedenza, per verificare la necessità di eventuali chiarimenti. Si fornisce poi una panoramica dei vari generi del canto popolare, cercando di sollecitare con esempi dal vivo la capacità della classe nel distinguerli.
Si lavora sul testo di alcuni stornelli, rispetti o ottave, per incuriosire e giocare con l’elaborazione di forme metriche, chiedendo ai ragazzi di provare in prima persona. Il lavoro sul testo consente di solito di acquisire con maggior sicurezza il concetto di canto popolare; ora i ragazzi si sentono in grado di condurre una piccola ricerca a casa, trascrivendo almeno un canto che possono aver sentito da nonni, persone anziane, ecc. e che ritengono classificabile come canto popolare.

Nel terzo incontro si verifica il materiale raccolto da ogni singolo ragazzo; l’esperienza ci consente di capire anche dal solo testo se si tratta di materiale tradizionale toscano o di altre regioni italiane. Si comincia ad introdurre il concetto di classificazione, le metodologie, le finalità. Si lavora ad approfondire il materiale più interessante, che dovrà poi essere registrato dai ragazzi dalla viva voce dell’informatore. Si ascoltano varianti del medesimo brano, se da noi conosciute.

Nel quarto e ultimo incontro si prosegue nella sistemazione della ricerca svolta dai ragazzi, con la finalità di costruire un piccolo archivio sonoro. L’insegnante della classe avrà a questo punto a disposizione nozioni sufficienti per proseguire il lavoro.
In alternativa alla costituzione dell’archivio si può far interpretare ai ragazzi un canto popolare, armonizzato a una o due voci accompagnate con gli strumenti che di solito la classe usa nell’insegnamento di educazione musicale. Possiamo fornire sia i testi che le partiture di molti canti tradizionali pistoiesi, toscani e italiani in genere.

Gli operatori

Maurizio Geri: chitarrista e interprete, ha una vasta conoscenza del repertorio tradizionale avendo suonato per anni nella formazione di Caterina Bueno, la regina della canzone popolare toscana. Ha inoltre partecipato alla ricerca etnomusicologica che si è svolta sulla Montagna pistoiese nel corso degli anni ‘70/80. Ha inciso vari CD con il musicista pistoiese Riccardo Tesi e con il proprio gruppo, il Maurizio Geri Swingtet. E’ uno dei più virtuosi chitarristi europei del genere manouche. L’ultimo lavoro che lo ha impegnato sia come esecutore che come compositore è il CD “Ancora un ballo”, a cui hanno collaborato musicisti di livello nazionale come Niko Gori, Ellade Bandini, e il cantautore Gianmaria Testa.

Manuela Geri: si è laureata in etnomusicologia all’Università di Perugia, con il massimo dei voti e la lode, relatore prof. Tullio Seppilli, con una tesi sulle tradizioni orali della Montagna pistoiese. Dopo alcune esperienze di insegnamento nelle scuole medie e superiori, oggi nell’ambito del proprio lavoro si occupa direttamente dell’organizzazione di un festival di world music e di sistemi museali.
 

 

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