Forum: clicca qui per aprire un nuovo argomento |
|
distribuzione geografica della battente
[11-01-2009]
chiedo la collaborazione di tutti voi che leggerete queste righe per riuscire a creare una mappa attendibile della distribuzione geografica della chitarra battente sul territorio nazionale dall'800 ad oggi,
quindi vi invito tutti a comunicarmi i luoghi (indicandomi anche le provincie) di vostra conoscenza dove tale strumento è stato in uso oppure lo è tuttora, o qualunque altra informazione mi possa tornare utile allo scopo
anche un solo "avvistamento" può essere prezioso..
grazie
|
Risposta Condividi
|
|
[19] |
|
Re: distribuzione geografica della battente
[26-01-2009]
Nel lanciare questo nuovo argomento,
riporto lo scambio di idee tra Alfonso e me,
apparse sul topic "basso acustico)
........Alfò mi citi la documentazione in base alla quale affermi che nelle valli bresciane era radicato l'uso della battente a livello popolare.
Pier Filippo
.........caro Pierfi,
la cosa è anche per me una novità, per ora la mia fonte principale è una persona affidabile e competente per lunga pratica quotidiana nel mondo delle tradizioni e della musica popolare e che, oltre a inviarmi un estratto della relazione di un ricercatore (e suonatore) locale, me ne conferma la veridicità in quanto ha collaborato lui stesso alla ricerca purtropppo non ho ancora avuto tempo di occuparmi a fondo della cosa ma i contatti che ho avuto mi hanno convinto a programmare un viaggetto in quel di Brescia, non so quando ma ci andrò, e sono certo che non sarà un viaggio a vuoto se poi sei di quelli che credono che una cosa esiste solo perchè c'è un libro che ne parla, o peggio, che una cosa non esiste perchè non c'è un libro che ne parla, allora è inutile che discutiamo, ma ti faccio troppo sveglio per pensare che tu appartenga a questa categoria
dobbiamo solo pazientare un pò e quando avrò approfondito la cosa sarete i primi a saperlo, a meno che nel frattempo qualcuno non mi preceda, ma a questo punto, conscio della mia totale lacuna dal punto di vista musicale, propongo di creare una "commissione" che si rechi in loco per una indagine, come si dice.. sul territorio!
.......Caro Alfonso,
purtroppo, e sottolineo purtroppo,
in alcuni casi dobbiamo accontentarci
solo delle fonti bibliografiche.
Io sto cercando disperatamente informazioni
sull'uso della battente nelle Marche e in particolare
della zona dell'ascolano a confine con l'Abruzzo
e interessata dalle vie della transumanza e del
bracciantato stagionale (quest'ultimo fenomeno importantissimo per quanto riguarda gli interscambi culturali) ma, fin'ora, ho trovato poche informazioni e una battente malridotta del '700 (giacente presso la pinacoteca di Ascoli Piceno che presto fotograferò e inserirò nel forum).
Ma le informazioni sull'uso colto della battente sono la cosiddetta scoperta dll'acqua calda nel senso che durante l'epoca del suo uso colto
sicuramente in ogni parte d'Italia c'erano liutai che la costruivano e suonatori che la utilizzavano.
Il problema si pone quando si esplora la presenza
di questo stumento a livello popolare che, per il centro sud è ampiamente documentato, mentre per il resto ...il buio.
Mi accontenterei di scovare, per quanto riguarda le Marche, anche di un accenno all'uso popolare dello strumento (per esempio uno stornello come per il Molise) oppure un aneddoto o qualsiasi traccia anche vagamente documentata.
La mia perplessità, rispetto alla presenza della battente nel bresciano derivava appunto dalle considerazioni di cui sopra.
Ma mi fido ciecamente di quello che mi hai comunicato e che modificherebbe l'assunto "battente tipica del sud che si diffonde
grazie alla trasmigrazione interna" a favore di una "appropriazione in aree diverse dal sud dello struento che da colto diventa di suo popolare" con tutto ciò che ne consegue.
Sarebbe quindi interessante appurare, per le valli bresciane, se la battente sia stata "importata" o sia "autoctona.
Ciao
Pier Filippo
|
Risposta Condividi
|
|
[20] |
|
Re: distribuzione geografica della battente
[26-01-2009]
Nel leggere l'articolo di Gioielli sulla
battente nel Molise, egli cita, oltre a varie
fonti bibliografiche, anche un suonatore che
operava nella zona fino a qualche anno fa: tale Cosmo Gianfrancesco di Macchiagodena(IS).
Ha accertato, di persona, che suonava uno strumento (chiamato fuggianella) che, come egli stesso dichiara, è una piccola chitarra classica con riportate alcune modifiche tipiche della battente del Gargano soprattutto per la eliminazione delle corde basse a favore di corde tutte acute.
Fidandomi (e ci mancherebbe altro) del Gioielli, debbo pensare, visto che non è entrato in merito ad altri elementi tipici della battente ovvero spezzatura piano, ponticello mobile, rosetta, ecc., che forse non ci troviamo in presenza di una battente autoctona o comunque derivante da quella colta e modificata o evoluta a livello popolare.
Ritengo che, a seguito probabilmente di contatti con l'area del Gargano (a confine con il Molise)
il suonatore o altri prima di lui, abbiano trasportato sulla chitarra classica gli elementi più immediati della battente: le corde in metallo dello stesso spessore.
Figuariamoci se a Macchiagodena, se si stuccava una corda in nylon, si trovava un bel negozio di articoli musicali dove acquistare le corde.
La battente Garganica suoanava con corde in metallo e allora il suonatore Cosmo Gianfrancesco ha preso i fili dei freni della bicicletta e ha sostituito le corde mancanti sulla sua chitarrina classica.
Magari, per farla più bella ci avrà messo una rosetta in cartoncino colorato, chissà.
Io, avrei fatto così!!!
Allora, si può parlare di diffusione della battente
nel Molise oppure parliamo di casi isolati legati alle vicende personali del singolo suonatore.
Insomma, nel Molise, come in altre regioni, si è passati da un sapere colto della battente ad un sapere popolare?
Mah.........
Ciao Pier Filippo
|
Risposta Condividi
|
|
[26] |
|
Re: distribuzione geografica della battente
[30-01-2009]
Caro Gianfranco,
purtroppo debbo dirti che 'Middio è morto due anni fa.
Ora il ristorante lo gestisce la moglie.
Ma torniamo alla battente.
Intanto debbo dirti che non visibile al pubblico (come la De Bonis del '58
che è in bacheca) perchè si trova in magazzino.
Forse sarebbe il caso di spolveralra e metterla in mostra così come si trova.
Gli intarsi sono in ebano e avorio
(confermato daPiero Castelli) e la rosetta in argento.
Anche le tesserine del manico e le filettature sono in ebano e avorio.
La paletta si innesta al manico con un incastro a "V"
fissata con un pirolino in legno che è presente sulla paletta.
Internamente, la carta utilizzata per tenere fisse le doghe presenta, su tutta la
superficie, e in posizione del tutto causale, una serie di appunti
( Ho letto la parola colla, pesce, alcuni segni e misure).
sembrerebbe che il liutaio abbia usato della carta
che è stata precedentemente utilizzata per appunti e schizzi.
A proposito, il sistema di incollare con la carta le doghe era diffuso?
Le doghe sembrerebbero di mogano, come pure il manico e la paletta.
Sai dirmi se il passante in legno presente sul fondo, presumo
per la cinta, fosse un elemento tipico dell'epoca ed inoltre come mai
solo sette tasti.
Il diapason dovrebbe essere circa 54 cm. (da piegatura della cassa
a capotasto).
le misure dei tasti sono
(partendo da quello vicino alla cassa)
45 mm., 20, 23, 25, 28, 30, 29.
Non ho notato marchi a fuoco o eventuali cartigli.
Castelli ritiene che sia stata restaurata (forse modificata) nell'800.
Quando vieni ad Ascoli contattami.
saluti
Pier Filippo
|
Risposta Condividi
|
|
[27] |
|
Re: distribuzione geografica della batte
[30-01-2009]
Caro Pier filippo, sapevo di Middio.
la carta era usata come prassi consolidata e non di rado carta rimediata come dicevi (conti , lettere, ) perchè tanto all'interno nessuno se ne accorge.
lo strumento stesso all'interno può presentare bruciature, per la piegatura a caldo e comunque essere meno perfetto dell'esterno.
non vedo bene il passante di legno, comunque trovabile, se è quello che mi pare di scorgere, sulle tiorbe e gli arciliuti e più.
54 cm di diapason mi sembrano pochi, sembra un manico accorciato, sproporzionato rispetto alla cassa.
comunque se c'è stata l'esigenza di accorciare il manico, dico qualche fesseria: perché si è rotta la paletta all'altezza del primo tasto, o perché il manico si è storto, imbarcato sempre verso il primo tasto, può diventare semplice dare una bella segata. a quel punto devo ricreare l'alloggiamento che accolga la nuova paletta e quindi sono costretto a mangiarmi un altro pezzo di manico. anche perché scollare la tavola, scardinare il manico rotto o comunque da sostituire sarebbe stata un impresa ardua. potrebbe essere una ragione, magari non l'unica
gianfranco
ps la prossima volta che vengo ad Ascoli ci sentiamo
2 ps. una volta c'era un mostra di cose artigianali e c'era uno stand dove vendevano tamburelli ecc. c'entravi anche te?
|
Risposta Condividi
|
|
|