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Il costo degli strumenti popolari
[30-10-2007]
In un recente incontro al Circolo Gianni Bosio, uno dei presenti alla domanda: "Lei cosa fa?".
Ha risposto (più o meno):
"Io costruisco chitarre battenti per i giovani, ossia, strumenti popolari accessibili a tutti, secondo lo spirito che animava i "vecchi" costruttori". "Potrei anche fare chitarre impreziosite da avori, madreperla, ecc... ma non ne comprendo l'utilità e la coerenza con lo spirito della musica di tradizione"
Sullo stesso piano filosofico si pone l'amico molisano Gianfranco, che addirittura regala i suoi flauti di canna ed anche un altro "liutaio", Giuseppe Salamone, che produce e vende zampogne, totarelle, tamburelli, ecc... a prezzi decisamente "popolari".
Ritengo questo modo di rapportarsi alla tradizione estremamente corretto e coerente, soprattutto nell'ottica di quello che è uno dei principi sui quali si basa la tradizione orale: il suo perpetuarsi.
D'altra parte rilevo, sempre più spesso, la presenza di "costruttori" che propongono i loro articoli a prezzi assolutamente esorbitanti: tamburelli "normali" a 120/180 Euro; ance di plastica a 30/40 €; ecc...
Il mestiere che faccio mi porta a dire che se c'è gente che acquista a quei prezzi è bene che ci sia gente che offre strumenti a quei prezzi.
Ma quegli strumenti, mi chiedo, a cosa servono veramente?
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Re: Il costo degli strumenti popolari
[24-04-2008]
Avevo già notato il putipù della ditta che non cito per non fare pubblicità e che ritengo un vero furto, a meno che il dipinto sul bidone non sia un Cascella o un Mirò allora converrebbe acquistarne più di uno. Esistono strumenti che per la continua usura a cui vanno incontro debbono rimanere costruzioni artigianali e gestiti da chi sa' come poi metterci le mani, un putipù vuoi per effetto dell'acqua utilizzata per suonarlo che fa marcire il legno, vuoi per l'incuria nel trasporto e nel suonarlo, si rompe con grande facilità ed il punto debole è appunto la canna, soprattutto li dove si inserisce nella pelle, se si spezza va sostituita, quindi questo significa smontare la pelle, ripreparare la canna da sostituire rifissarla alla pelle e rifissare la pelle al barattolo,credo che molti decidano di gettare via il tutto (160E). Non si può pertanto pagare quella cifra un qualcosa che non si sa riparare.
I bufù Molisani sono fatti con una tela robusta, con la canna fissata ad essa con del fil di ferro o del semplice spago e la tela è fissata alla botte con una corda che viene stretta a mo' di torchio da un bastone, si rompe?... Allenti la corda smonti la canna ripratichi la tacca e la rifissi alla botte, basta un coltellino a serramanico, ma una pelle incollata, rivettata o altro come la smonti senza doverla lacerare?
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Re: Il costo degli strumenti popolari
[05-03-2009]
250 euro un tamburello ?
a prima vista mi sembra troppo, e "li vale tutti" non credo che giustifichi il prezzo, ho ascoltato cose bellissime fatte con un tamburello da 40 euro, e ho ascoltato cose pessima con una tamburello da 140 euro
-ha più volume ? e a cosa serve ?
-ha più armonici ? ottimo ! ma non basta, bisogna saperlo usare
-ha i sonagli di ottone ? da un foglio di ottone 1 metro x 1 metro (costo 70 euro) si ricavano 400 sonagli di 5 cm di diametro
considerazioni:
a) se sai suonare bene il tamburello ne basta uno da 35 euro
b) se non lo sai suonare non serve che sia costato 250 euro
c) a meno che non suoni da solo
ci possono però essere delle spiegazioni e me ne vengono in mente tre
1) il costruttore potrebbe essere un approfittatore
2) il costruttore potrebbe avere un alto costo di approvvigionamento dei tiranti, del cerchio e della pelle (ma in questo caso sarebbe più corretto chiamarlo assemblatore..)
3) il costruttore potrebbe realizzare il tamburello in ogni più piccolo particolare e con materie prime di qualità, provvedendo personalmente ad ogni fase di lavorazione di tutti i materiali impiegati
- il primo caso lo escludiamo a priori non fosse altro che per non rischiare una denuncia,
- il secondo caso ci mette di fronte ad un oggetto che costa molto perchè è frutto di una filiera lunga, e non sappiamo quanto, ed in questo caso ci troviamo di fronte ad un prezzo esorbitante ma pur sempre onesto, ma comunque soggetto alle considerazione a) e b)...
- il terzo caso potrebbe essere giustificato, se fai tutto da solo a cominciare dalla concia delle pelli, al taglio e piegatura della fascia ed alla forgiatura dei tiranti, tenendo conto dei costi di ammortizzazione di macchine utensili, del costo della materia prima, del costo dei materiali di consumo (abrasivi, vernici, allume, colle ecc..) e sopratutto del tempo impiegato, allora diciamo che ci si impiega 4 giorni e quindi un compenso di 55 euro (togliendo 30 euro complessivi di spese) è anche poco per un artigiano, anche in considerazione dei costi dei contributi previdenziali, quindi prezzo onestissimo !! non c'è dubbio,
a meno che non lo si faccia come secondo lavoro.., allora le cose cambiano..
o no ?
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Re: Il costo degli strumenti popolari
[05-03-2009]
Caro Alfonso,
io non so come Amici realizza
il suo tamburello.
So solo che quasi tutti i gruppi di musica
diciamo popolare delle Marche usano questo
tipo di tamburello che sembrerebbe essere
quello tradizionale.
E' anche vero che all'interno ci sono campanelle
e sonaglietti di ottone appesi a un tirantino metallico,
pom pon di lana o altro, tiranti, ecc.
Io ho dei tamburelli di Giannone che costano 40/50 euro e vanno benissimo
(per chi li ha provati) per cui figurati se non condivido quello che tu dici.
Ma siccome l'informazione mi veniva da Domenico Candellori che è un percussionista
tra i più accreditati mi è sembrato naturale fidarmi delle sue valutazioni.
Sarebbe come dubitare se Vitale ti consigliasse su una chitarra battente.
Ma tutto questo, è qui posso anche essere in parte d'accordo con te,
è giusto arrivare a spendere cifre eccessive per strumenti che dovrebbero essere popolari?
Il problema va impostato, secondo me, in maniera diversa:
Chi non può, non vuole, non sa, deve avere a disposizione strumenti
dal costo accessibile (per tutte le tipologie di strumenti).
Chi invece, come il musicista professionista o chi se lo può
permettere deve avere a disposizione strumenti più curati e quindi più costosi.
Però, caro Alfonso, vorrei farti notare che un giovane che inizia a suonare
la chitarra elettrica al 99% dei casi compra una Fendere o una Gibson (pechè la maggior
parte decide di dedicarsi al repertorio rock-metal e quindi fa una
scelta di tipo "culturale") con relativo amplificatore per una spesa media di 2500/3000 euro e forse
anche di più.
Non credo che tutti questi giovani siano figli di papà.
Allora, mi chiedo: se uno ha fatto la scelta "culturale" di suonare la battente
perchè non può spendere 1000/2000 euro per uno strumento più pregiato?
Si potrebbe correre il rischio di alimentare l'errata ma diffusa concezione, che la musica popolare
deve essere per forza eseguita con quattro barattoli o due pezzi di legno.
Io non credo che un giovane non si avvicina alla battente o alla zampogna
perchè costano tanto (a meno che non si voglia fare una distinzione tra strumenti di
serie A e strumenti di serie B) è solamente un fatto di cultura e di motivazioni che
forse non ci sono alla base.
Ciao
Pir Filippo
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Re: Il costo degli strumenti popolari
[05-03-2009]
scelta culturale ? non mi è chiaro il concetto ossia non mi è chiaro il concetto che gli attribuisci
premesso che uno può spendere quello che vuole per una battente, anzi, se me lo potessi permettere mollerei senza fiatare 10.000 euro a Pasquale Scala chiedendogli di farmi una battente in ebano, avorio, madreperla e oro, e non scherzo, lo farei sul serio, questo è assodato,
però immagino che una scelta per essere definita "culturale" dovrebbe quanto meno essere operata nel pieno rispetto della cultura che nel caso specifico è riferita alla tradizione, e se parliamo di tradizione dobbiamo guardare a quelli che la perpetrano, cioè ai suonatori di tradizione
e i suonatori usano queste battenti

semplici, scarne, essenziali, popolari, alla portata del popolo, ed è grazie a questo tipo di battenti che la tradizione ci è arrivata,
la tradizione non ci è arrivata dalle battenti "belle e preziose", o come dice qualcuno "da arredamento", la tradizione ci è venuta da queste battenti

non so se queste battenti siano state realizzate assemblando "quattro barattoli e due pezzi di legno", so solo che hanno svolto egregiamente il loro dovere (la seconda pur essendo stata costruita nel 1937 da un falegname funziona ancora)
poi è chiaro che altra cosa è il musicista, che vuole la massima efficienza (anche perchè non sa intervenire sullo strumento al contrario dei suonatori ..) e quindi si orienta su strumento costosi, che diano garanzia di affidabilità, e per forza, devono fare un concerto, mica devono cantare sull'aia..
e il ragazzo che spende 2-3000 euro per una fender non fa una scelta, segue una moda..
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Re: Il costo degli strumenti popolari
[06-03-2009]
caro Pierfi, fra i portatori della tradizione ci sono inseriti personaggi che usano strumenti di tutti i tipi e fanno musica di ogni genere, ma quando so trovano in occasioni in cui gli viene chieste di "mostrare" la tradizione usano gli strumenti appropriati, e questo è l'importante, cioè è importante che il messaggio venga tramandato fedelmente per farlo conoscere come era, è un aperazione culturale identica a quella che fa l'Accademiua di Santa Cecilia nel momento in cui allestisce una mostra di chitarre battenti d'epoca, nel nostro caso non abbiamo il documento originale (cioè l'anziano cantore-suonatore) e quindi lo sostituiamo con qualcuno che ha imparato da lui, con preferenza per coloro che hanno ricevuto la tradizione direttamente dalle mani dell' "albero del canto", è l'unico mezzo che abbiamo per allestire una "mostra musicale" il più fedele possibile
ciò non toglie che questi personaggi poi, in altre situazioni, usino qualunque strumento, Zammarelli per esempio è un esempio "involontario" di portatore della tradizione, alla riunione di Salerno dedicata alla chitarra battente, fra musicisti di fama (Marcello Vitale) e liutai di razza (Scala e Campitiello) si è presentato e ha cantato accompagnandosi con una battente da 50 euro, (dico 50 euro per dire da 2 soldi), eccolo in quell'occasione, non ha avuto bisogno d'altro (oltre alla stupenda voce) per incantare la platea.. (e qui ci ricolleghiamo al discorso del tamburello da 250 euro)

ed alla fine della esibizione un etnomusicologo ben noto, Ciro Calendo (autore dell'unico libro esistente sulla chitarra battente, frutto di una ricerca sull'argomento), che non lo conosceva, ha esordito con "mi devo ricredere, pensavo che la tradizione fosse morta ma Zammarelli ci smentisce"
e Zammarelli, oltre a perpetrare inconsapevolmente la tradizione, non si sente certo sminuito o "fuori dai panni" (e nemmeno io) quando suona con gruppi di cui fa parte, tipo Nedd Ludd o Ypsos, che mischiano chitarre elettriche, bouzoky, zampogne campionate, sax ecc..
vorrei poi farti presente che quelle due battenti che ho mostrato sono CONTEMPORANEE, difatti diversi artigiani le costruiscono, magari non sono in rete ma esistono, basta alzarsi e andare..
ma oggi certo troviamo più comodo o magari solo più "di moda" quello che vediamo e sentiamo via web

ma sia chiaro che non ho nulla contro le battenti di alta liuteria, anzi, anche io ne possiedo orgogliosamente una
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