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Vecchi usi
[24-11-2007]
Sono nata in citta' ma amo le cose antiche., La musica, le ricette, gli strumenti musicali e non, giocattoli e strumenti in uso delle nostre nonne casalinghe. Mi sto' facendo costruire un piccolo telaio.
Un po' di tempo fa', qualcuno mi ha parlato dell'uso della cenere per lavare i panni.
Ho il camino in casa e subito ho messo in pratica quanto mi e' stato suggerito.
Acqua bollente, cenere purificata dai pezzetti di carbone, ammollo per 24 ore e risultato......un bel bucato grigio perla. Sciacquo e risciacquo , ma quello sempre grigi o rimane!!!!!!!!
Qualcuno di voi sa di piu' e meglio? Grazie.
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Re: Vecchi usi
[19-01-2009]
Eh Gioia, qui in Puglia ogni motivo è buono per fare festa. Tu pensa che il giorno del Venerdì Santo (quando si fanno le processioni più solenni, tipo la strafamosa Settimana Santa di Taranto) è così sentito che non si può ridere, non si possono dire barzellette, non si può ascoltare la radio o vedere la televisione, bisogna tenere un atteggiamento mesto e contrito, perchè è morto Cristo. E poi in estate esplode la gioia, con le processioni dei Santi.
Vi parlo di un Santo che mi sta particolarmente a cuore: Sant'Antonio da Padova. Da noi (ma penso in tutt'Italia, a parte ovviamente le grandi città), è festa nazionale: le chiese dove si venera il Santo dei miracoli distribuiscono quintali di pane benedetto, in ricordo della carità del Santo dei miracoli, si canta il "Si quaeris miracula" (che ha interessanti varianti dialettali che cambiano di paese in paese), si preparano altarini per le strade, ovunque è un andirivieni di bambini e vecchiette coi gigli in mano. Le chiese odorano di fiori da svenire, e il 13 giugno tutti sorridono, raccontano delle grazie che gli ha fatto il Santo patavino, chi porta il Suo nome riceve centinaia di auguri. Figuratevi a casa mia chè i miei genitori si chiamano Antonio e Antonia!
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Re: Vecchi usi
[20-01-2009]
Gioia, provo a tradurtelo io, così voi vi fate quattro risate e io faccio esercizio di etnolinguisticodemologia (ahahahah!!!) e Damiano segnalerà solo gli errori, vediamo a mille km di distanza dalla Puglia cosa si possa comprendere del suo bellissimo stornello (certe cose le ho dovute inventare!!! ahahaha!!! sembra il gioco del telefono senza fili, hai presente?):
Jauelì uelì uelà,
mi è venuta la febbre
e quando cavolo mi passerà!
Mi ha fatto stare a letto sette giorni,
Madonna che sofferenza (?),Madonna che sofferenza (?)
Madonna che sofferenza e che cavolo di lamenti,
dentro la testa mi sembrava di avere dei serpenti!
Ho letto tutti i libri
per questa maledetta febbre,
mi son sentito tutti i dischi
perchè uscire di casa era un rischio.
Mamma mi dava le pillole (a due a due?!?!?),
sono stato coricato da minzaregghie(mezzogiorno?) alle tre,
ho fatto per alzarmi intorno alle quattro,
mi son dovuto rimettere a letto perchè ero sfatto!
Ma la colpa ce l'ho io,
che vado suonando il tamburo per tutto il vicinato (?quartieri?qui ho davvero inventato!!!ahahaha!!!),
ho fatto tuonare una saetta,
e me ne sono andato su alfonsotoscano.it!
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Re: Vecchi usi
[20-01-2009]
... e la dolce affettuosa simpatica umanità della cara Gioia, una forumista "della prima ora"!
Parlando di vecchi usi, una mia cara amica molto attiva e creativa, mi ha fatto venire la curiosità di "come si tingevano abiti e stoffe con coloranti naturali", prima dell'uso dell'anilina e dei coloranti chimici artificiali. Lei s'interessa di rievocazione storica, per questo indossa nelle sfilate e nei cortei un abbigliamento che sia il più filologico possibile, a cominciare dalle fibre tessili, modello e foggia, fino alle colorazioni; noi Monache della Tinctoria del Convento usiamo invece un pò di queste tecniche perchè siamo riciclone e vogliamo diminuire il volume di spazzatura, per sprecare meno risorse, per inquinare meno e diminuire la possibilità di allergie e dermatiti sulla nostra pelle di luna.
Possiamo tingere con: bucce di cipolla (sia bionda, che rossa di Tropea, danno tinte diverse), tè, caffè, fiori di camomilla, spinaci, barbabietole rosse, denti di leone, foglie d’edera, succo di mirtillo nero, foglie di cavolo rosso, riccio di castagna, zafferano, bucce di melograno, ghiande di quercia, ortiche, mallo e foglie di noce, fragole, more, senape, curry, vino (sia a caldo che a freddo)...
Hai mai provato, Gioia? Io ho iniziato la scorsa primavera a tingere così... le uova sode!
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