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Torna all'elenco argomenti | Mercoledi 1 Maggio 2024

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Da: gianluca zammarelli 
  LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
non tutti sanno che anche nella musica popolare che era ed è ancora eseguita in un vasto pubblico ed è sentita come rito e necessità sociale, esistevano delle "regole sociali" a volte tacite altre volte manifestate dal mastro di festa, faccio alcuni esempi:

a Montemarano il pulcinella regola la sfilata di carnevale
nel reggitano il mastro di ballo regola la danza

da parte mia porto queste regole tradizionali:
mai cantare dietro le spalle di uno zampognaro (potresti bucargli l'otre con un coltello.
lasciare sempre finire di cantare l'altro
al sud anteporre sempre "zì" al nome di un anziano

cari saluti

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[1]   
Da: Irpino 
(Emilia/Campania)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
Scusasse, Maestro!
Ho talvolta notato quest'uso pure al femminile.
A Napoli, si usa anteporre "Donna" o "Ronna" (Ronna Marì, Donna Cuncettì,...)
Altrove, ho sentito "za" (es. Za Virginia, al mio paese...)
A che età si può cominciare a MOSTRARE pubblicamente di percepire come "anziana" una donna e dirle per esempio "Za Paulina" (nessuna se n'offenda...) senza sentirsi rialare (regalare) uno scorzettone pesante e azzeccuso dalla "zia"? Grazie!
;o)))))

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[2]   
Da: gianluca zammarelli 
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
caro cavaliere, a parte che la mia è solo un'informazione, ho notato che a ogni cantore fa piacere essere chiamato così se ha almeno 60 anni, ma è chiaro che è del tutto soggettivo. Nessuno è mai stato ucciso per non averlo fatto. Comunque in ogni zona c'è un modo di dire e forse alle donne importa meno. Consiglio a tutti di non abusare, per non entrare nel ridicolo ma usare queste espressioni solo se si è in intima amicizia. Il mio non è un vademecum di regole sociali ma solo un modo per condiviferci delle informazioni.
cari saluti

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[3]   
Da: Irpino 
(Emilia/Irpinia)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
"Il mio non è un vademecum di regole sociali ma solo un modo per condividerci delle informazioni."
Giustissimo, condivido, anzi sono informazioni che m'interessano tantissimo, e ...grazie non solo della risposta, ma di aver postato questo topic!
;-D


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[4]   
Da: luigi 
(cerchiara/bologna)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
Mi verrebbe da dire che u mast i ball' c'è nella calabria tutta...ma può essere ridondante...

Volevo dire che a mio avviso l'epiteto "zi" è indipendente dall'età assoluta ma è legato all'età relativa tra gli interlocutori (con le dovute eccezioni, ad esempio nel mio paese mia zia che non è affato anziana è la zia di tutti piccoli e grandi...), ma è verissimo che il suo uso implica una intimità che non è concessa allo "straniero"... In generale quelli che vengono e venivano chiamati con questo epiteto erano anche i portatori di quel qualcosa in più che li rendeva punto di riferimento costante nella realtà locale...

Mi verrebbe da aggiungere l'uso del Voi verso i più grandi (stesse regole per il zi), o almeno dell'uso di "vossignuria" con tutte le sue varianti dialettali...

ciao a tutti

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[5]   
Da: Calabria Logos 
(Cosenza)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
LA "VOTATA" SPETTA SEMPRE ALL'INNAMORATO

Bhè ... a proposito di regole nella musica popolare, v'è nè una che è importante perchè serve nell'identificazione dell'INNAMORATO nella serenata.

Andiamo per ordine: quando la serenata serviva come dichiarazione d'amore e si canta(va) in gruppo ... la fanciulla per capire chi fosse l'interessato ... cioè l'innamorato ... alias 'U zìtu .... doveva stare attenta a chi faceva la VOTATA.

Nel canto alla Lonnivucchìsa (da Longobucco, nella Sila Greca) ... la VOTATA è la RIPRESA della frase .... In parole povere: inizia il canto uno del gruppo ... l'innamorato RIPRENDE E CONCLUDE

P.S. Altro topic interessante questo di Gianluca



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[6]   
Da: Francesco 
(Roma-Molise)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[19-05-2008]  
In Molise, perlomeno a Riccia (CB), quando ancora si mieteva il grano con la falce, vigeva una regola per cui chi lavorava i campi aveva il diritto di insultare anche con i peggiuri turpiloqui un qualsiasi passante, donne comprese. Questa regola non permetteva al malcapitato diritto di replica, tantomeno vendette.
Nessuna delle signore che mi hanno raccontato questi episodi ricordano con nostalgia quei momenti..

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[7]   
Da: alfonso 
(grande lucania)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
Francè, sapevo di questa curiosa e interessantissima usanza, davvero unica, per avere letto un articolo di Mauro Gioielli sull'argomento, l'ho cercato per metterlo qui ma non lo trovo,

comunque il topic era: "le regole sociali" nella musica popolare..

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[8]   
Da: Pino Pontuali  
( )
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
Completando quanto detto da Luigi, aggiungo che il "VOI", almeno dalle parti della provincia nord di Roma, era d'obbligo nel rivolgersi agli anziani anche da chi non era in confidenza con loro e dagli sconosciuti, ed aveva il significato di riconoscere e rispettare la loro esperienza di vita.
Pino

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[9]   
Da: Peppino di Rosa 
(Vivaro Romano)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
Aggiungo a quanto affermato da Francesco (Molise) e da Pino Pontuali (Anguillara) che
dalle mie parti - Lazio Est Nord Est nel periodo della mietitura, coloro che mietevano,
erano soliti cantare stornelli in particolar modo stornelli a dispetto.
Ne ricordo uno che qui riporto:

"Ecco gli mitituri de Verecchia
la pippa 'mmocca e sénza la sorrecchia"

Non credo che sia necessaria la traduzione, dico solo che Verrecchie è un piccolo
centro, frazione di Cappadocia (AQ) vicino Tagliacozzo.
('mmocca = in bocca)
Ciao a tutti
Peppino di Rosa



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[10]   
Da: Alfonso 
(grande lucania)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
ho notato che fra zampognari, e sopratutto fra ciaramellari, quando per un motivo qualunque ci si passa lo strumento, non è consentito ripulire l'ancia o l'insufflatore come si vorrebbe (magari disinfettandolo ben bene..), immagino perchè sarebbe un'offesa per colui che offre lo strumento..

una regola sociale quindi che il neofita deve tenere ben presente e che prima o poi dovrà dovrà affrontare







........................................ .......................
ps: a costo di sembrare un rompicoglioni vi invito a non deviare dall'argomento

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[11]   
Da: luigi 
(cerchiara/bologna)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
Un'altra cosa che mi viene in mente è che quando si balla la tarantella (nel mio paese) la donna non deve mai dare le spalle all'uomo, che prova ad insidiarla e farla girare ma sempre senza toccarla (almeno nella tarantella non ci si prende per mano mai...). Se la donna sa non si fa girare allora viene considerata come una che sa il fatto suo (jè sperta)...

ciao a tutti

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[12]   
Da: gianluca zammarelli 
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[20-05-2008]  
riguardo agli zampognari in verità era l'opposto di quello che si fa oggi in cui non si pulisce forse perchè si è ansiosi di suonare.
La regola invece era che ognuno doveva( e sottolineo doveva) suonare i propri strumenti, un poco perchè ognuno aveva un modo di accordare, poi perchè era un'offesa chiedere lo strumento in prestito e disonorevole voler suonare senza, ricordo che lo strumento rappresentava la persona, e poi forse anche per igene. Infatti oggi io mi arrabbio un poco quando devo dare la zampogna a qualcuno che poi me la riconsegna puntualmente scordata. La regola non esiste chiaramente tra familiari.

questa è una regola di senso civile che restaurerei anche oggi.

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[13]   
Da: alfonso 
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[07-03-2011]  
in effetti al regola sociale di "non mettere in bocca la prima cosa che capita" sembra non fare più parte nemmeno del mondo "evoluto", basta andare a uno di questi raduni tipo a Maranola per vedere che tutti mettono in bocca tutto, a tutte le età ed anche sotto lo sguardo amorevole dei genitori, un paio d'anni fa ho beccato perfino una signora che s'era infilata in bocca l'estremità di una zeppa di flauto, sagomata a pene, e cercava di soffiare..

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[14]   
Da: Betsabea 
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[07-03-2011]  
Bellissimo questo topic.. riprenderei il fatto del suono.. una regola condivisa tra i suonatori tradizionali è quella di non "inserirsi" nelle esecuzioni di altri.. in generale si suona(va) zampogna o organetto e un tamburello, c'è tempo e spazio per tutti, ognuno suonava fino a quando aveva voglia e c'era anche una sorta di senso della gerarchia per cui i giovani neofiti aspettavano un po' prima di chiedere di suonare..
Riguardo al non inserirsi: oggi si è soliti vedere più tamburelli affiancarsi e inserirsi (spesso non invitati) al povero suonatore, questo significa che si perde quella complicità che si instaurava tra i due suonatori che giravano le passate agganciandosi l'uno con l'altro (e magari con i passi del ballerino), che sviluppavano il suono ogni volta in maniera diversa "crescendo" e dandosi soddisfazione reciproca.. "sonamu uniti" si diceva, ovvero ascoltiamoci e andiamo insieme.. ovviamente quando ci sono due o più tamburelli ognuno va per i fatti suoi e si perde la possibilità di esprimere quella ricchezza e quelle sfumature nel suono..

Ecco.. io quando vado in giro con i suonatori e vedo scene tipo che il ragazzo appena uscito dalla "scuola di tamburello" si mette li a suonare sullo zampognaro.. ecco.. proprio non capisco, rimango allibbita! ma proprio non ci si arriva? passi quelli che lo fanno sotto a un palco (dove l'amplificazione e la situazione esecutiva stessa è differente) che comunque sicuramente disturbano quelli vicini (se sono qui è per sentire suonare i musicisti sul palco non te..).. ma quando questo avviene in situazioni tipo le feste tradizionali.. vado su tutte le furie e non mi tengo...

ps. stendiamo un velo su quelli che invece si affiancano con djambè, chitarre, nacchere e cose del genere...



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[15]   
Da: Pier Filippo Melchiorre 
(Ascoli Piceno)
  Re: LE REGOLE SOCIALI
[07-03-2011]  
ma di chi è la colpa?
di chi ha pensato che la musica popolare si può apprendere
frequentando gli stage (spesso tenuti da musicisti o ballerini della
domenica o che comunque non hanno il chilometraggio, come diceva un
vecchio bluesman)....
Vogliamo ristabilire le regole....allora da oggi in poi che vuole avvicinarsi alla
musica popolare lo faccia come si è sempre fatto in passato e ciò affiancandosi
con rispetto e ammirazione al maestro....aspettare....ascoltare e sentire e poi a un
suo cenno inserirsi....insomma agire SECONDO REGOLE.
Ieri sono stato a Montemarano è ho visto un nugolo di cavallette armate di tamburello
che si sono infilati tra i vari gruppi a suonare e ballare (spesso in completa distonia
con la performance in atto) frecandosone delle regole che governano l'esecuzione della
Montemaranaese.
Io ero andato lì con il mio organetto perchè mi avevano detto che c'era un vecchio suonatore
che eseguiva la montemaranese "antica".....speravo di trovarlo....di invitarlo a pranzo...stabilire un
minimo di feeling con lui per farmi insegnare la suonata....non l'ho trovato...peccato....
il mio organetto è rimasto lì...nella sua custodia....non ho neanche pensato minimamente di
inserirmi nei vari gruppi......
cario miei.....è una questione di STILE.
Però se anche chi predica bene....razzola male.......non ci meravigliamo.......
La diffusione senza freni della musica popolare ha anche un prezzo da pagare.

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