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Da: Pino Pontuali 
  Artisti di strada e concertisti
[25-05-2007]  












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[16]   
Da: heather hacker 
(brighton englAND)
  Re: Artisti di strada e concertisti
[20-11-2011]  
i met emmina crabapple in brighton i would like to keep in touch

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[17]   
Da: alfonso 
  Re: Artisti di strada e concertisti
[20-11-2011]  
Hello friend,

Emmina is my favorite artist, I have met several times with pleasure and I hope to see you in two weeks!



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[18]   
Da: Peppino di Rosa 
(Vivaro Romano (Rm))
  Re: Artisti di strada e concertisti
[06-02-2013]  
Dal primo volume del libro "SESSANT'ANNI DI VITA ROMANA" scritto da Piero Scarpa riporto il capitolo dedicato all'artista di strada "SOR CAPANNA" il quale oltre a suonare la chitarra suonava anche il calascione...

SOR CAPANNA. - La notorietà se l'era acquistata a suon di strofe popolari sull'aria tolta da una antica cantilena. Munito sempre di occhiali affumicati che portava per un difetto di vista, si fermava su di un angolo di una via o di una piazza, sfoderava il CALASCIONE, si gettava sulle spalle la fodera di esso, grattava alquanto le corde armoniche ed incominciava sempre cosÌ: « Sentite che ve dice er Sor Capanna :.. poi attaccava il canto delle sue barbare strofe spesso. assai pungenti che facevano andare in visibilio i popolani serrati intorno a lui, i quali per udirlo ancora versavano sul piattino la moneta di un soldo,
Non v'era avvenimento romano che non fosse commentato dal «Sor Capanna» con strofe in maggior parte scritte da poeti da strapazzo che gliele fornivano a prezzi ridottissimi. L'arguzia filava spontanea dalle sue labbra, il senso ,della satira gli era istintivo, e se la estemporaneità non era talora impec¬cabile per quanto riguardava le forme, si può dire ch'essa era felice dal punto di vista della battuta e della trovata che non falliva mai il bersaglio, Pietro Capanna era nato in Trastevere. Da giovanotto aveva esercitato con suo fratello il mestiere di «maccaronaro» (pastaio) negli antichi forni Bozzocchini in via de' Pettinari e Collarella presso il vicolo del Moro:
Scomparso quel mestiere per l'introduzione delle macchine, il buon Pietro, avendo una discreta voce e sapendo strimpellare alla meglio la chitarra, pensò di approfittarne ed in breve di¬venne, prima cantastorie d'osterie e, poi, di piazza ove s'arre¬stava, faceva crocchio, pizzicava il suo centenario strumento a corda e cantava; alla fine muoveva lentamente il passo di¬stribuendo un foglietto in cui erano stampati i versi sotto una o più, illustrazione grossolana e raccoglieva le offerte spon¬tanee di denaro.
I suoi ascoltatori d'ogni quartiere cittadino messi insieme avrebbero formato una legione, e quando un avvenimento im¬portante si verificava, tutti questi suoi ammiratori erano desi¬derosi di conoscere la satira del Sor Capanna che si rivelava quasi sempre, nonostante qualche fuggevole banalità, assai ser¬rata e pungente.
Durante tutto l'anno indossava - anche se d'estate - un pesante abito che per il suo volume gli rendeva la persona ap¬parentemente più grossa di quella che effettivamente era, seb¬bene la statura superiore alla media gli favorisse un certo equi¬librio di proporzione, ma nel periodo di Carnevale si vestiva da Pulcinella - un Pulcinella romanesco - senza maschera, cosÌ che le sue lenti ed i suoi baffi lunghi e sottili, leggermente arricciati alle punte, restavano inalterati a caratterizzare il suo volto che non era quasi mai illuminato dal sorriso.

Allorchè cadeva un ministero o cambiava un sindaco, quan¬do s'inasprivano le tasse o aumentava il caro viveri, il «Sor Capanna ~ commentava, frustrava e criticava i fatti sempre in favore della massa popolare, traendone a modo suo le conse¬guenze ed il popolo per lungo tempo ripeteva per suo conto le strofe che aveva imparato a memoria con la cadenza musicale stessa con cui il cantastorie le aveva offerte ai suoi numerosi ed appassionati ascoltatori.
Sono state ricordate per qualche anno dai più assidui del « Sor Capanna» alcuni versetti ch'egli aveva cantato nel periodo, della guerra europea, dedicato all'imperatore d'Austria.
Eccone un particolare:
«L'affari della guera vanno male
e male assai va puro Cecco Peppe
Ho letto l'antro giorno sur giornale
Che si tié in piedi solo co' le zeppe.
Alla fine der conflitto
lui sarà bello che fritto.
S'ariccommanna
Che vò veni a cantà cor Sor Capanna!
Il «Sor Capanna» menò una vita incensurata. Una sola volta fu arrestato per una strofa ritenuta offensiva alla per¬sonalità deI governo d'un tempo ma fu rilasciato subito. Egli ebbe a dire in quella circostanza ch'era collega dell'onorevole Andrea Costa perchè come lui era stato imprigionato per reato politico.
Il popolare cantastorie sulla fine del 1920, sebbene non possedesse più la voce tenorile di una volta, si soffermava an¬cora nelle vie di Roma; ma un giorno mentre cantava in piazza Foro Traiano accompagnandosi con la chitarra una delle solite strofe, improvvisamente impallidì, si sentì mancare del tutto e cadde svenuto. Assistito dalla « Sora Augusta », la moglie che per il suo Pietro nutriva tenero affetto, fu ricondotto nella casa da lui abitata nel quartiere S. Lorenzo. Ma il «Sor Ca¬panna» si rialzò dal letto soltanto per essere trasportato al Policlinico dove quasi sessantenne, morì il 22 ottobre 1921.




la copertina del primo volume





Sor Capanna visto dall'autore



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