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Proverbi demoiatrici (medicina popolare)
[08-03-2007]
Ciao a voi tutti!
Nei prossimi mesi, voglio illustrare in stile naif su delle “tabulae pictae” alcuni tra i più sapidi proverbi regionali sulle terapie magico-sacrali (demoiatria). La medicina tradizionale delle classi popolari mostrava un’ampia compartecipazione del sacro, un sacro non ecclesiale e non ufficiale, del numinoso; la salute costituiva solo una parte di un più generale equilibrio personale, comunitario e cosmico, sostenuta dall’efficacia non solo del principio attivo medicamentoso, ma dei “verba ephesia” (formule magiche, scongiuri, preghiere, benedizioni) che ne accompagnavano l’assunzione. Ecco alcuni proverbi demoiatrici che mi sono sembrati particolarmente arguti e interessanti da illustrare:
“La saluti veni di l’alligrizza di lu cori” (Alaimo, Sicilia)
“Ci còllere ti pigghje – t’ammalazzi e t’assuttighje!” (Sada, Puglia)
“Quanno ‘o malanno vò venì, trase p’ e’ ssenghe d’a’ porta” (Altamura-Giuliani, Napoli)
Ma soprattutto questi due:
“Finchè la bocca pija e ‘l corpo renne- accidenti a le medicine e a chi le venne” (Grifoni, Umbria)
“Chi bazzica co’ preti e intorno al medico- sempre vive malato e muore eretico” (Ciavarini-Doni, Marche)
Di queste “tabulae pictae” ne voglio regalare un paio alla mia dottoressa: pensate che, nonostante sia una donna dotata di humour,....... si potrebbe offendere? Ne conoscete altri particolarmente sapidi, magari che abitualmente usate in famiglia o nella comunità in cui vivete?
Salute e felicità. Benericu.
Fonte:
Le tradizioni popolari in Italia- Medicine e Magie
a cura di Tullio Seppilli- Electa Ed.
nota dell'amministratore: ATTENERSI STRETTAMENTE AL TEMA grazie
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