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Stai rispondendo al messaggio di: Pelizzari
[26-03-2010, a  15:02]
Re: musica etnica popolare tradizionale
Caro M
Mi chiami maestro ma non lo sono, mi sento ancora uno scolaro che ha ancora tante cose da imparare.
Quando si parla, come fai tu, delle leggi che regolano un’esecuzione e l’evoluzione di un brano, secondo il mio parere, si entra nel vivo della trasmissione della tradizione orale.
Un patrimonio tradizionale non è mai completo e questo suo modificarsi può avvenire in tanti modi.
Prendiamo in considerazione un brano arrivato completo a noi, e per facilità parliamo solo dei violini che suonano in situazioni rituali.
1. L’esecuzione varia con il variare dei suonatori, cambia il primo violino oppure il secondo, ci sono più primi e più secondi o sono combinati in maniera diversa.
2. Alcuni abbellimenti, che un singolo suonatore apporta alla linea melodica o alla seconda voce, modificano al momento l’esecuzione ma possono assestarsi e modificare la sonata in futuro. Qui entrano in gioco la sensibilità (coscienza?) e la “cultura musicale” individuale. In un luogo di tradizione radicata anche chi ascolta non apprezza le modifiche, da noi se aumenti o diminuisci la velocità la gente si accorge e te lo fa osservare; in questo caso c’è una coscienza collettiva che non è solo di competenza dei suonatori.
3. La tecnica del suonatore è più ricca, esegue il vibrato e suona sul secondo manico, impugna arco e violino in maniera classica, ha studiato la musica, cose non conosciute dai vecchi.

Ora prendiamo in considerazione un brano arrivato a noi solo con la linea melodica, senza seconda o terza voce.
1. La seconda voce viene trovata ed eseguita da un suonatore che ha suonato con i vecchi e da sempre esegue i secondi o le terze voci; quindi si può presumere che, avendo imparato lo stile, rimanga nella scia della tradizione (eseguo questa voce alla maniera di…). Questo potrebbe essere la conoscenza condivisa che dici tu?
2. La seconda voce viene trovata ed eseguita da un suonatore di seconda generazione, la fedeltà del suo secondo dipenderà, oltre dalla sua cultura musicale, anche dalla fedeltà esecutiva del suo informatore rispetto ai vecchi, all’origine. Quando ho raccolto i canti, ho notato che, in una ballata, un vecchio usava più parole dialettali rispetto alla generazione successiva. Se riascolto un vecchio violinista sento che dà espressione alla sonata non con il vibrato ma con arzigogoli musicali.

Le variabili, che ho esposto, sono solo un piccolo esempio e sono applicabili anche al canto; nel momento stesso in cui viene registrato, un brano documenta il cammino che sta percorrendo.
La musica popolare reale purtroppo non avrà queste attenzioni proprio perché il musicista popolare, nella maggior parte dei casi, non si pone questi problemi.
Saluti Lorenzo

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