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Stai rispondendo al messaggio di: Pelizzari
[22-03-2010, a  10:42]
Re: musica etnica popolare tradizionale
M. hai ragione, il termine confronto piace di più anche a me, quando ho scritto litigio non pensavo agli amici della chiazza con i quali condivido una passione importante.

Racconto un episodio.
Premessa: nella val Caffaro non c’è mai stata interruzione delle musica e dei balli tradizionali, quindi i gruppi che suonano, rappresentano la tradizione.

Alcuni anni fa, durante i giovedì che precedono il carnevale, io e gli amici suonavamo come al solito nelle varie osterie del paese; tra la gente che ci ascoltava c’erano dei anche forestieri, tra questi un suonatore amico di alcuni di noi.
Come fanno ormai in tanti, hanno registrato delle sonate, tra queste una che in quell’occasione è anche stata cantata.

Dopo circa un anno, il Giornale di Brescia ha sostenuto una iniziativa musicale e ha pubblicato alcuni CD di musica tradizionale bresciana. In uno di questi c’era il nostro brano con la parte cantata, compresa una strofetta inedita, imparata da un vecchio bassista morto da anni; della strofa, nessuno conosce il significato.

Allo stupore iniziale è subentrata subito la rabbia nel vedere che il brano aveva un papà, un cantautore dialettale bresciano che se l’è attribuita.

Amicizie decennali compromesse, lettera al cianuro, al direttore del giornale, risposta del curatore dell’iniziativa, che si sente perfettamente a posto.

Domanda finale: se non fosse per i soldi qualcuno perderebbe tempo a depositare alla SIAE un brano non suo?
Da noi si dice: la cosciensa l’è come ‘ gatìgol, chi le sènt e chi le sènt mia. (trad: la coscienza è come il solletico, c’è chi lo sente e chi no.)

Lorenzo

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