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Stai rispondendo al messaggio di: giancarlo
[21-04-2008, a  11:38]
Re: la ciaramella
Per michele:
In acustica in generale e per un'ancia in particolare vale sempre il principio che:
-ciò che è più corto, stretto (più piccolo) o sottile (vedi corde) emette un suono più alto (acuto),
-ciò che è più lungo e spesso (grande) emette un suono più basso (grave).
Vale per le corde della chitarre, per i flauti, per le ANCE.

Questo, da bravo musicista quale sei, lo sai bene!

L'imboccare l'ancia della ciaramella in una maniera, piuttosto che un'altra, serve appunto a cambiare la lunghezza della stessa e la sua maniera di vibrare.
E' così che puoi correggere lievemente la tonalità oppure ottenere delle note piuttosto che un'altro!

Detto questo, non resta che sperimentare, cosa che penso tu stia già facendo.
Tieni conto però che ogni ancia "è una storia a parte" e che si comporta in maniera leggermente diversa e che le prestazioni di un'ancia migliorano nel tempo.

C'è una specie di "tempra" della stessa, che si ottiene usandola, bagnandola mentre si suona, lasciandola asciugare e poi risuonandola ecc. ecc.

Per questo la rottura di un'ancia collaudata, per un ciaramellista, resta sempre un evento traumatico.

Non è il valore dell'ancia persa o rotta, ma tutto il tempo per "portare" la nuova allo stesso livello che ce la fa rimpiangere.

Questa è la mia esperienza, e spero che zammarelli possa dirci la sua, da questo punto do vista.

Saluti, Giancarlo.

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