la chitarra battente - galleria fotografica

			
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	il sito della chitarra battente		origine e caratteristiche dove si può ascoltare galleria fotografica dove si può vedere due cuori & una battente l'accordatura dove si impara a suonare per saperne di più la distribuzione geografica (in costruzione) dove si può acquistare l'Albo sei suonatori mercatino e annunci la battente vista da..

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galleria fotografica

qui potete vedere le foto di varie chitarre battenti

Scopo di questa "galleria" è mostrare la varietà di stili, modelli, forme, dimensioni, ornamenti, finiture e soluzioni che ne fanno uno strumento esteticamente non omologato, privo di uno standard formale ed estetico ma con precise caratteristiche organologiche:

1 - ponticello mobile; 2 - spezzatura della tavola armonica; 3 - assenza di tastiera sopraelevata.

in questa estrema libertà si racchiude l'essenza del concetto di "popolare", ossia "adottato dal popolo", che ritenendolo "suo" personalizza lo strumento intervenendo su di esso in vari modi ed a vari livelli, adeguandolo sia ad ogni identità locale che all'estro personale di ogni singolo individuo. In alcuni degli strumenti qui mostrati il costruttore deroga da uno o più “requisiti” propri dello strumento allontanandosi in varia misura dallo strumento ottimale, ma lo scopo di questa galleria è solo quello di mostrare la realtà di quanto accade senza operare selezioni o pregiudizi.

Siete pregati di inviarmi una foto della vostra chitarra battente ed a comunicarmi gli eventuali passaggi di proprietà degli strumenti, grazie per la collaborazione

Chitarra battente d'epoca costruita all'estero da liutaio italiano.

un ritrovamento eccezionale, il primo di questo tipo:

una chitarra battente costruita in Argentina da un liutaio (Graciano Giovanni) di origine italiana lì emigrato, come testimonia il cartiglio scritto in spagnolo.

Lo strumento presenta dei particolari assolutamente tradizionali, come le misteriosissime "recchie" e la classica rosetta "calabrese", con altri decisamente inusuali come la presenza di 9 pìroli (antecedenti alle meccaniche) e la distribuzione del 5 cori con la corda centrale singola (2 2 1 2 2). Il manico presenta 10 tasti e il fondo è bombato a doghe (19 o 21), la corona che circonda la buca presenta dei particolari ornamentali di scuola partenopea, manca il ponticello (che quindi si conferma essere mobile come da tradizione), anche le fasce presentano 5 doghe, la tavola armonica è in abete e fondo e fasce appaiono di cipresso.

Dalla collezione C.Guarinos & N.Sinde di Junin, Buenos Aires, Argentina, per gentile concessione del Maestro Cristian Ezequiel Guarinos

Lo strumento molto probabilmente è antecedente al 1950

chitarra battente realizzata dal liutaio Mario Grimaldi di Mesoraca, per gentile concessione di Sara

chitarra battente di autore ignoto, rinvenuta presso Villa Taticchi in Perugia

chitarra battente di stile garganico, di proprietà di Lelio Colista

chitarra battente realizzata da Alessandro Ocello di Galatro (RC)

la foto a sinistra mostra tre chitarre battenti di foggia caratteristica pugliese:

la battente di destra è una copia di una battente dei F.lli Garganese di Monopoli realizzata da Luigi Mangano, quella al centro è di Rocco Cozzola e quella a sinistra è una Borraccino

chitarra battente della liuteria F.lli Lodi di Carpi (MO)

chitarra battente a 4 cori + scordino costruita da Michael Zauels, diapason 640, fondo, fasce, manico e paletta in legno meranti, la chitarra ha 8 corde in 4 cori, il La e lo scordino sono singoli

chitarra battente d'autore ignoto custodita presso il Museo del Teatro di Faenza, a cura del Istituto Beni Culturali Regione Emilia Romagna

descrizione: Tavola armonica in due pezzi di abete uniti specularmente con la consueta piega in prossimità del ponticello. Tra la tavola e il manico è stato inserito un rettangolo di abete. La tavola non ha ornamenti, se si eccettuano due filetti concentrici di palissandro attorno al foro armonico. Il ponticello è stato incollato alla tavola e lo strumento è probabilmente stato impiegato come normale chitarra a cinque cori. La rosetta, in materiale cartaceo e pergamena, è costruita su quattro piani, ciascuno dei quali costituito da uno strato bianco e uno colorato di rosso. All'estremità finale, oltre ai chiodi per l'attacco delle corde, è presente un occhiello per l'attacco della cinghia. Il fondo, bombato, è composto da doghe alternate in noce e tasso, intercalate da filetti chiari. Tacco e retro del manico sono lastronati con lo stesso motivo della cassa, mentre in prossimità delle rientranze sulle fasce sono presenti i consueti forellini tipici delle chitarre battenti. La tastiera è in legno duro non identificato. Monta otto tasti in ottone non originali e non c'è traccia di eventuali tasti incollati sulla tavola. La paletta è di pioppo nero, tinta di bruno nella parte posteriore e annerita anteriormente. Qualche traccia di tracciatura a coltello lascerebbe supporre una lastronatura anteriore poi persa. Tra i quattro piroli superiori è presente un foro: Dei piroli superstiti (tre di bosso, uno di castagno, olmo o rovere), uno solo, quello con la testata più piccola, potrebbe accordarsi con lo strumento, gli altri sono stati rifatti in modo approssimativo in epoca successiva.

Strumento a cinque ordini doppi di autore anonimo. Tutte le parti componenti sono originali, tranne il ponticello. La paletta potrebbe non essere originale, ma in tal caso è stata sostituita in epoca storica, come documentano i chiodi forgiati e lo stato di usura dovuto all'impiego che si vede alla connessione con il manico. Lo strumento è databile attorno alla seconda metà del '700. Nato come chitarra battente è stato utilizzato poi come chitarra a cinque cori. -

chitarra battente
legno di abete, legno di palissandro, legno di noce, legno di tasso, legno duro, legno di pioppo, carta, pergamena, ottone, legno di castagno, legno di olmo, legno di bosso, lunghezza vibrante 527mm lunghezza totale 862 mm lunghezza cassa 442 mm larghezza massima della parte superiore 205 mm larghezza massima alle rientranze 156 mm larghezza massima della parte inferiore 254 ca.//profondità massima 152 mm diametro della buca o rosa 79 mm - .sec. XVIII (1750 - 1799).

(da bbcc-ibc regione emilia romagna)

la chitarra battente nella foto è custodita presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34 Bologna (BO)

chitarra battente:
legno di conifera, legno di ebano verniciato, legno di cipresso, legno di noce, legno di palissandro parzialmente impiallacciato, legno di frassino, legno di pero, legno di olmo, legno verniciato, pergamena, osso, osso impiallacciato, avorio
Lu. totale 705//lu. della cassa 422//distanza tra l'estremità superiore della tavola e il centro della rosetta 134//la piega nella tavola 237//la. superiore 185, centrale 150//inferiore 233//h. delle fasce 85 (alla giuntura col manico) - 81//lu. del manic
mm - sec. XVIII (1700 - 1799)

Le parti originali di questo strumento - la tavola, la rosetta, probabilmente anche il manico e la paletta - appartenevano a una chitarra battente. La tavola è di conifera con una piega, dove nello stato originale si trovava un ponticello non attaccato alla tavola. La tavola dimostra tracce di piccoli danni tra la rosetta e il ponticello sotto la vernice che è di un periodo posteriore. Questi danni possono essere spiegati con la supposizione che la chitarra battente fosse pizzicata con un plettro. Sotto il ponticello ci sono nella tavola due intarsi di ebano, quello superiore in forma di cuore rovesciato, quello inferiore in forma di triangolo con bordo dentellato. Nella tavola c'è una bella rosetta di pergamena a imbuto col centro rialzato. La rosetta è geometrica a base esagonale. Intorno alla rosetta ci sono due filetti di legno tinto nero.
Come tutte le chitarre battenti, anche questo strumento aveva in origine un fondo bombato e fasce alte composte di doghe. In un'epoca successiva la chitarra battente fu cambiata in chitarra con la sostituzione delle fasce e del fondo. Attualmente le fasce sono di cipresso - i due pezzi di noce inseriti in un modo molto grossolano sono dovuti ad una riparazione ulteriore - con una striscia di palissandro sullo zocchetto inferiore, attraversante le fasce dalla tavola sino al fondo. Il fondo attuale, piatto, è pure di cipresso con un bordo di legno tinto nero. Il pezzo di frassino inserito nel fondo è parte di una riparazione posteriore. Il manico di legno semiduro impiallacciato con strisce di palissandro e di osso è probabilmente quello della chitarra battente. Il capotasto è di osso. Manca la tastiera, che continuava per 12 mm sopra la tavola. Dove si trovava la tastiera ci sono nel manico tracce di nove tasti inseriti di metallo, osso o avorio, ora mancanti. La paletta con sagoma dentellata, di palissandro con strisce di avorio sul retro, è probabilmente quella della chitarra battente. I 5 x 2 piroli di pero, posteriori, non sono originali. Nemmeno originale è il ponticello di olmo, con una base molto grossolana dello stesso legno, ora attaccato alla tavola. Ora le 5 x 2 corde sono attaccate a cinque chiodi nella fascia inferiore sotto il ponticello.
In un'epoca posteriore lo strumento intero, incluse la tavola e la rosetta, fu coperto d'una vernice densa color rosso marrone.

Lo strumento della foto contiene parti d'una chitarra battente, usate per fame una chitarra normale.
Interpretazione: della chitarra battente originale sono conservati la tavola con gli intarsi e la rosetta, e probabilmente il manico e la paletta. Se è credibile la scritta che dice del "restauro" da parte di I. M. nel 1785, è da supporre che in quest'anno fosse raddrizzata la tavola e fossero aggiunti fasce e fondo. La scritta con la citazione dal salmo 150 fa pensare a Leopoldo Franciolini, attivo a Firenze come negoziante e falsificatore di antichi strumenti musicali dal 1879 al 1920. A Franciolini, che non sapeva copiare la firma più semplice senza far errori, è attribuibile, oltre la citazione del salmo 150, la "firma" del Tononi. Quest'ultimo non firmava mai i suoi strumenti in inchiostro, ma solo con etichette o con marchi a fuoco. Inoltre questo liutaio si chiamava Carolus Tononi oppure Carlo Tononi, mai Carolus de Tononis. Attribuibili a Franciolini sono verosimilmente anche la riparazione delle fasce e quella del fondo, il capotasto, il ponticello, forse anche i piroli e la vernice sullo strumento intero. .

Le cetre in senso generico sono cordofoni semplici. Le altre categorie dei cordofoni sono tutte in qualche maniera composite. Una di queste categorie è formata dai liuti in senso generico, i quali, oltre la cassa, hanno per lo meno un manico. Le corde si trovano a breve distanza dalla cassa e dal manico e corrono parallele a questi. Strumenti appartenenti a questa categoria sono ad esempio il violino, la chitarra, il mandolino napoletano.
Sul manico le corde possono essere raccorciate anche senza una tastiera speciale, ma in tal caso è difficile raccorciarle oltre il manico sulla tavola armonica della cassa. In certi casi le corde vengono raccorciate anche oltre il manico, sulla tavola armonica della cassa. In questi casi è sovrapposta al manico una tastiera che si estende sopra la tavola della cassa. Si pensi alle chitarre e ai mandolini dal secolo XIX in poi, alle cetere, e a quasi tutti gli strumenti ad archetto (le pochettes, le lire da braccio e da gamba, le viole da gamba, le viole d'amore e le viole da braccio, tra cui è noto soprattutto il violino). Un caso intermedio è da registrare ad esempio in molti liuti anche senza tastiera speciale. Tali strumenti possono avere alcuni tasti fissi (si veda sotto) oltre il manico sulla tavola armonica.
Dove devono essere raccorciate le corde sul manico o sulla tastiera per ottenere determinate note? In certi casi non c'è sul manico o sulla tastiera alcuna indicazione di dove raccorciare, ed è la pratica del suonatore che gli fa mettere le dita nelle posizioni giuste. Tali casi sono ad esempio la viola d'amore e il violino. In altri casi le posizioni in cui le corde devono essere raccorciate per la produzione di determinate note sono indicati sul manico o sulla tastiera per mezzo di tasti. Questi possono essere di minugia e in tal caso legati attorno al manico o alla tastiera. Allora si chiamano legacci, che incontriamo ad esempio nei liuti, nella maggior parte dei mandolini del vecchio tipo, nelle chitarre prima della seconda metà del secolo XVIII, nelle lire da gamba, nelle viole da gamba. I tasti possono anche essere d'un materiale poco elastico (metallo, legno, avorio), e allora essere inseriti nel manico o nella tastiera, come nelle chitarre più recenti, nelle chitarre battenti, nei mandolini napoletani, nelle cetere.
La tastiera è un elemento che s'incontra anche nelle cetre in senso generico (monocordi, cetre in senso specifico), ma in tali casi si tratta sempre dell'adozione d'un elemento di per sé tipico per i liuti in senso generico.
Sino al tardo Medioevo non è sempre possibile distinguere nettamente tra strumenti a corde pizzicate, e strumenti a corde strofinate. A partire dal secolo XVI si sviluppano tipi specifici nel quadro delle due categorie. Pertanto facciamo qui la distinzione netta tra:
1. liuti in senso generico a corde pizzicate;
2. liuti in senso generico a corde strofinate.
Nella categoria dei liuti in senso generico a corde pizzicate sono da distinguere per lo meno nove tipi. In questa sede trascuriamo gli strumenti assai rari che ad ogni modo non sono rappresentati in questa collezione (la pandora, il penorcon, l'orpharion, il colascione) e ci limitiamo a trattare i gruppi seguenti:
- liuti in senso specifico;
- mandolini del vecchio tipo,
- chitarre e le chitarre battenti;
- mandolini napoletani;
- cetere.
La chitarra è uno strumento in uso ancora oggi. La sua definizione dovrebbe essere semplice, ma in realtà non lo è a causa della perdita o dello scemare delle caratteristiche, andando indietro nel tempo. Gli elementi caratteristici e la tecnica costruttiva sono cambiati assai nel corso dei secoli. Fatto è che dal secolo XVI la chitarra ha le caratteristiche seguenti: cassa sciancrata come quella delle viole, ma senza angoli; tavola piatta, fasce e fondo generalmente piatti; zocchetti superiore e inferiore nella cassa; manico separato fissato alla cassa; corde di minugia fissate da un lato a piroli posteriori in una paletta piatta, dall'altro al ponticello; tastiera prima con legacci di minugia, più tardi con tasti inseriti di legno, osso, avorio o metallo. In origine - sino alla fine del secolo XVIII - c'è sempre una rosetta rotonda, nei secoli XIX e XX c'è solo un foro di risonanza rotondo.
Nella chitarra ci sono state differenziazioni prima nel secolo XVI e nella prima metà del XVII, poi di nuovo intorno al 1800. Non vogliamo parlare di tutte le differenziazioni, ma solo della chitarra normale e di una variante rinascimentale, poi di una variante del secolo XIX.
La storia della chitarra non è stata definitivamente chiarita, e non è nemmeno possibile additare un antenato della chitarra, come lo è per il liuto e il mandolino del vecchio tipo. Ad ogni modo sembra impossibile stabilire l'origine della chitarra in uno strumento arabo, benché sia infatti in Spagna che s'incontrano per la prima volta strumenti che possono essere qualificati come chitarre.
Nei secoli XIII e XIV tali strumenti sono ancora molto variabili. La sciancratura della cassa - inizialmente più debole di quella della chitarra attuale -, i due fori di risonanza in forma di mezza luna nella tavola, l'attacco delle corde - eventualmente tramite una cordiera - all'estremità inferiore della cassa, sono elementi che possono essere stati presi dalla viola medievale. S'incontrano varie forme di cavigliere: nell'iconografia si vedono caviglieri piegati indietro come nel liuto, o in forma di falce, come nella ghiterna, in entrambi i casi con piroli laterali. Con l'andare dei secoli divenne sempre più frequente la paletta con piroli posteriori della viola medievale.
Allo stesso tempo ebbero lentamente il sopravvento certi elementi del liuto: un'unica rosetta nella tavola; manico provvisto di legacci; corde attaccate al ponticello senza cordiera; quattro corde o ordini doppi; accordatura in quarte con una terza maggiore.
Nel secolo XIV l'arciprete Juan Ruiz de Hita nel suo Libro de buen Amor fa la distinzione tra la guitarra ladina e la guitarra morisca de las voces aguda. Ovviamente quest'ultimo è uno strumento a pizzico usato dai "mori", forse con un'accordatura più alta, forse (anche) con un timbro stridente, ambedue appena riferibili alla chitarra. Forse l'arciprete pensava al qopuz arabo, chiamato anche ghiterra o ghiterna. L'altra "guitarra" invece, probabilmente uno strumento appartenente alla categoria delle chitarre, è chiamata esplicitamente ladina.
Nel secolo XVI la chitarra diventa più standardizzata con una cassa sciancrata, con fondo, fasce e tavola piatti, con una unica rosetta rotonda, con un manico provvisto di legacci (in casi eccezionali con tasti inseriti di legno, osso, avorio o metallo), con corde di minugia fissate da un lato a piroli posteriori in una paletta piatta, dall'altra al ponticello. Sino al 1560 il numero delle corde o degli ordini ammonta spesso a quattro, con un'accordatura simile a quella del liuto: Do2 - Fa3 - La2 - Re3. Nell'ultimo terzo del secolo XVI viene introdotta una quinta corda (o un quinto ordine); allora l'accordatura diviene Soli- Do2 - Fa2 - La2 - Re3, oppure La1 - Re2 - Sol2 - Si2 - Mi3. Queste accordature sono quelle usuali della chitarra sino alla fine del secolo XVIII, a prescindere dalla chitarra a quattro ordini, la quale è usata sopratutto in Francia sino alla prima metà del secolo XVII. Ci sono alcune varianti da menzionare. In primo luogo, in Spagna c'è nel '500 e all'inizio del '600 una variante che ci rammenta quale sia stato l'influsso medievale della viola sulla chitarra, essendole conferito anche il nome della viola. Si tratta della vihuela, che poteva essere pizzicata con un plettro (vihuela de peñola) o con la mano (vihuela de mano). (La viola con corde strofinate con un archetto si chiamava vihuela de arco.) Lo strumento può avere cinque, sei o sette ordini di corde. Con sei l'accordatura era come quella del liuto contralto: Sol1 - Do2 - Fa2 - La2 - Re3 - Sol3. La tavola può avere, oltre alla rosetta normale, ancora altre rosette.
In secondo luogo ci sono nel secolo XVII e nella prima metà del XVIII chitarre con un fondo bombato e con fasce e fondo composti di doghe. Le differenze con la chitarra battente sono: le fasce non sono molto alte; la tavola non ha piega; il ponticello è attaccato alla tavola; le corde di minugia sono attaccate al ponticello. Intorno al 1770 la chitarra ebbe sei ordini di corde, poi il principio degli ordini fu abbandonato e la chitarra ebbe sei corde singole, accordate Mi1 - La1 - Re2 - So12 - Si2 - Mi3, ancora oggi l'accordatura normale della chitarra.
Una variante della chitarra, la chitarra battente, si sviluppò in Italia, Istria e Dalmazia forse già nel secolo XVII. La cassa ha la sagoma della chitarra normale, il fondo è bombato, fondo e fasce sono composti di doghe, la fasce sono assai alte (tra 130 e 180 mm), la tavola ha una piega, sotto la piega c'è una catena, sulla piega si trova il ponticello non attaccato alla tavola, le corde sono di metallo e attaccate all'estremità inferiore della cassa. Molto spesso il manico ha tasti inseriti di avorio, osso o metallo. Frequentemente c'è un piatto protettore sulla tavola indicante che lo strumento fu suonato con un plettro. La chitarra battente ha la rosetta e la paletta con piroli posteriori della chitarra. L'attacco delle corde all'estremità inferiore della cassa, e forse anche la tavola con una piega, il ponticello non attaccato alla tavola, i tasti inseriti nella tastiera e le corde di metallo, rammentano la testudo theorbata descritta sopra. E possibile che quest'ultima sia un predecessore della chitarra battente. La vihuela spagnola fu chiaramente uno strumento di musica colta, e lo è a volte anche la chitarra nei secoli XIX e XX. Normalmente la chitarra sino al 1800 è uno strumento piuttosto per la musica popolare, leggera e semileggera, e la chitarra battente è sempre stato uno strumento usato nella musica popolare.

(da bbcc-ibc regione emilia romagna)

chitarra battente costruita da Mauro Marchesini di Crevalcore

chitarra battente di autore ignoto, della Collezione Mario Grimaldi

This instrument was described in the 1921 Oscar Schmidt catalog, but no picture was shown. It was referred to as the Italian Style Guitar (10 strings). Three models were offered: No. 402 had one sound hole, No 403 had two additional sound holes as this example has. No 404 had a 5-rib back similar to a Neapolitan (bowl-back) mandolin. This type of instrument is known in Italy as: chitarra battente. Although the Oscar Schmidt Company made some that were smaller, our example is 14" wide across the lower bout. It has a spruce top decorated with typical Stella decals. The sides, back and neck are mahogany. The fingerboard is flush with the top and faced with rosewood veneer. It should come as no surprise that Stella's of this type and style were made. After all...the majority of the craftsmen who worked at the Oscar Schmidt factory - making Stella guitars and mandolins - were from Italy!

These instruments originally had colorful perforated paper decorations attached to the under-surface of their sound holes, giving them a very festive appearance. Unfortunately, they have long since deteriorated in our example, leaving only a trace inside where they were once attached.
(This guy must have often wondered why his instrument wouldn't play in tune. He apparently never figured out that his bridge is more than 2 inches out of place! It was glued in that position when I found the instrument.)

da http://stellaguitars.com/about/eye-candy/stella-italian-style-10-string-guitar-circa-1920

chitarra battente costruita dal Liutaio Mario Vorraro di Scisciano (NA)

chitarra battente a 4 corde singole, tipica del Cilento, di proprietà del Laboratorio di Liuteria, Restauro e Tradizione "F.lli De Luccia", Ortodonico (Cilento)

chitarra battente custodita presso il Museo di Hamamatsu di Strumenti Musicali in Giappone, attribuita a Jacobus Stadler

Questa chitarra battente proviene dalla collezione W.E. Collina e Figli (Londra) ed è attribuita a Jacobus Stadler. Non è certo che la tavola armonica sia originale o sia stata sostituita. L'incordatura appare inusuale poichè pur montando 10 corde esse appaiono distribuite equidistanti sia sul capotasto che sul ponticello, anzichè in cori doppi-

(foto da http://earlyguitar.ning.com/m/discussion?id=2111060%3ATopic%3A17139 )

chitarra battente di autore ignoto presumibilmente dei primi del 1900, di proprietà di Vittorio Speranza, ritrovata nell'area del Monte Gelbison (Cilento) e restaurata da Alfonso Toscano

chitarra battente realizzata dal liutaio Giuseppe Mungari di Crotone, di proprietà di Antonio Fotia

chitarra battente e chitarrino, il chitarrino battente è costruito da Costantino De Bonis

chitarra battente modello Cerignola

realizzata da Carmine Cipriani di San Severo (FG)

chitarra battente modello Cozzola

realizzata da Carmine Cipriani di San Severo (FG)

chitarra battente

realizzata

da Marco Corrado

di Rocca Imperiale (CS)

a destra chitarra battente di Francesco Marino (classe 1925), a sinistra la battente di suo figlio Pasquale Marino, di San Gregorio Magno (Cilento)

chitarra battente realizzata da Rosalba De Bonis, di proprietà di Claudio Renoldi

battente della Sila Greca costruita da Pino Coschignano di Acri (cs), di proprieta di Franco Servidio

chitarra battente costruita presumibilmente da Francesco De Bonis

chitarra battente Toscano di proprietà di Sara Prencipe

chitarra battente 4 corde + scordino costruita da Giuseppe Di Cello di Lamezia Terme

chitarra battente costruita da Todd Cambio di Madison, Wisconsin

chitarra battente in acero e tulipier costruita da Mario Mancini

chitarrino battente (diapason 32) a fondo bombato di proprietà di Francesco Tempesta

chitarra battente d'autore ignoto

due chitarre battenti costruite da Nicola Spina di Scandiano (RE)

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chitarra battente costruita da Leonardo Ferraro di Albidona

chitarre battenti garganiche
la prima a tre rose modello Borraccino di Cerignola,
la seconda modello Carpinese.
Entrambe costruite dal liutaio di Manfredonia ( Foggia) Luigi Mangano

chitarra battente di autore ignoto

chi avesse informazioni sull'autore di questa battente è pregato di contattarmi info@alfonsotoscano.it

battente costruita da Luigi Borraccino, capostipite della famiglia di liutai Borraccino, di proprietà di Andrea Resce .

chitarra battente costruita da Geppino Scamardella

chitarra battente di proprietà di Geppino Scamardella, appartenuta a Marcello Vitale

due chitarre battenti costruite da Natale Perri di Acri

chitarra battente ricavata da una chitarra classica, realizzazione di Lorenzo Pelizzari

chitarra battente di autore sconosciuto datata 1755 (data su tavola armonica in madreperla). Ritrovata a Pettorano sul Gizio (AQ), appartenente alla Famiglia di Benedetto Croce

clicca qui per vedere le fasi di restauro

chitarra battente costruita da Michele De Luccia nei primi anni del '900, di proprietà di Domenico Ianni (Cilento)

sopra a destra: chitarra battente modello Borraccino costruita da Gabriele Orlando, rignano Garganico, 2005, fondo piatto, con meccaniche, 5 cori doppi, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarrino costruito da Rocco Cozzola, Carpino, 2005, fondo piatto, con piroli, 5 cori semplici, collezione Salvatore Villani

sopra a destra:: chitarra battente costruita da Cannatelli, Davoli, 2002, fondo piatto, con meccaniche, 5 cori, 4 tastati, con scordino, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Cannatelli, Davoli, 2002, fondo piatto, con meccaniche, 5 cori, 4 tastati, con scordino, collezione Salvatore Villani

chitarra battente a 5 cori doppi, anno 2009

la prima chitarra battente costruita da Pasquale Scala di Praiano

sopra a destra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 2002, fondo bombato, con piroli, 5 cori semplici, elettrificata da Pasquale Scala nel 2007, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Cannatelli, Davoli, 2002, fondo piatto, con meccaniche, 5 cori, 4 tastati, con scordino, collezione Salvatore Villani

sopra a destra: chitarra battente mod. Borraccino costruita da Mario Carbonaro, San Severo (FG), 1995, fondo piatto, con piroli, 5 cori 2,3,2,3,2, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 1998, fondo bombato, con piroli, 5 cori semplici, incidentata nel 2003, collezione Salvatore Villani

chitarra battente a 4 cori doppi con scordino, costruita da Costantino De Bonis

sopra a destra; chitarra battente mod,. Borraccino costruita da Mario Carbonaro, San Severo, 1995, fondo bombato, con piroli, 5 cori, 2,3,2,3,2, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino, 1997, fondo bomato, con piroli, 6 cori, 2,2,3,2,2,2, collezione Salvatore Villani

sopra a destra: chitarra battente mod.Borraccino, San Giovanni Rotondo, 1988, fondo piatto, 5 cori 2,3,2,3,2 con meccaniche, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 1992, fondo bombato con piroli, 6 cori 2,2,3,2,2,2, collezione Salvatore Villani

sopra a destra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 1994, fondo bombato, con Piroli, 6 cori, 2,2,3,2,2,2 con tre fori di risonanza,collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 1992, fondo bombato con piroli, 6 cori 2,2,3,2,2,2, collezione Salvatore Villani

sopra a destra : chitarrino, costruito da Francesco Paolo Cozzola, Carpino anni '60, fondo piatto, cpon piroli, 5 cori semplici, collezione Salvatore Villani

sopra a ainistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino 1987, fondo bombato, con proli, 5 cori semplici, collezione Salvatore Villani

sopra a destra: chitarra battente famiglia Borraccino, fine '800, fondo piatto con 5 piroli, 5 cori semplici, la paletta è stata tagliata, probabilmente in origine montava 10 o 12 piroli, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente con meccaniche, fine '800, fondo bombato ma inizialmente piatto, 5 cori doppi, collezione Salvatore Villani

sopra a destra: chitarra battente calabrese costruita da Costantino del Bonis, Bisignano, 2007, fondo bombato, con piroli, 5 cori doppi, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente costruita da Rocco Cozzola, Carpino, 2012, fondo bombato, con piroli, 5 cori semplici, collezione Salvatore Villani

chitarra battente (anno 2005) di proprietà di Sergio Marottoli

sopra a destra: chitarra battente mod. Borraccino costruita da Pasquale Scala di Praiano, 2007, fondo piatto, con piroli, elettrificata, 5 cori 2,3,2,3,2, collezione Salvatore Villani

sopra a sinistra: chitarra battente mod. Borraccino costruita da Pasquale Scala di Praiano, 2007, fondo piatto, con meccaniche, elettrificata, 5 cori 2,3,2,3,2, collezione Salvatore Villani

chitarra battente di proprietà di Antonio Stuppiello di Monte Sant'Angelo, costruita negli anni '70 dal padre Michele Stuppiello e recentemente restaurata dal liutaio Luigi Mangano id Manfredonia

chitarra battente e chitarra classica a doppia cassa in unico corpo, realizzata dal Maestro Pasquale Scala di Praiano

chitarra battente del liutaio Francesco Pignataro di Bisignano (CS)

chitarra battente a 5 corde doppie di costruzione artigianale

battente "garganica" di proprietà di Nicola Scagliozzi

realizzata dal liutaio Antonio Rignanese di Vico del
Gargano

chitarra battente a 5 cori doppi

chitarrino battente inizio '900 di autore sconosciuto, il fondo è bombato a 7 doghe, la cassa è lunga 32,5 cm

chitarra battente di costruttore ignoto, costruita presumibilmente nella Val di Caffaro (Brescia) nel XVIII secolo,

battente a 5 corde doppie costruita da Roberto Mollo di Cervicati (CS)

battente a 4 corde doppie senza scordino costruita da Roberto Mollo di Cervicati (CS)

fronte

battente del liutaio Pignataro Francesco

retro

chitarrella battente cilentana (diapason 57) realizzata dal liutaio Pasquale scala di Praiano

battente della liuteria Fratelli Iornini di Napoli, di proprietà di Rocco Vescia

battente Vincenzo De Bonis del 1958 esposta presso la Civica Pinacoteca del Comune di Ascoli Piceno

particolari della rosa e del ponticello

chitarra battente realizzata da Giammarco Volta di Ravenna

chitarra battente Costantino DeBonis di Diego Caligiuri di Petronà (CZ)

battente realizzata dalla ditta Melody, casa di Castelfidardo in auge negli anni 60-80, unico caso di chitarra battente di realizzazione industriale

due chitarre battenti di Pasquale Scala e al centro un esemplare di Vincenzo De Bonis

chitarra battente di proprietà di Toshihiro Murata (Tokyo)

battente acquistata a Bocchigliero negli anni 60-70

battente di proprietà di Francesco Maselli, costruita dal liutaio Enzo Valente di Ischitella

battente di proprietà del Maestro Carlo Muccio (realizzato dal M° Scala di Praiano)

chitarra battente di Costantino de Bonis (anno 1972)

di proprietà di Claudio Renoldi

chitarra battente realizzata dal liutaio Gyorgy Lorinczi, Romania

cinque battenti, la prima a sinistra è una battente a 4 corde doppie con scordino, costruttore Ricciotto Scutellà di Delia Nova (Aspromonte), le altre a seguire sono costruite da: Espedito de Bonis, Carlo Cecconi, Costantino de Bonis, Vincenzo de Bonis

battente di proprietà di Adriano Rocca

battente del liutaio Andrea Palermo di Cosenza, di proprietà di Angelo Morrone

battente realizzata dal liutaio Luca Milani

46100 Kastri-Igoumenitza
Ipiros-Greece

battente realizzata da Fulvio Del Deo, che in questa bellissima battente ha sperimentato l'uso del ponticello fisso

battente costruita dal liutaio Ivo Magherini di Brema (Germania)

battente di proprietà del musicista ateniese Vangelis Haramis

battente del Maestro Liutaio Marcello Morrone

battente di proprietà di Francesco Riggio realizzata dal liutaio Scaglione di Acri

modello di chitarra battente diffuso a San Giovanni Rotondo, Il modello monta 12 corde suddivise in 5 cori, la prima, terza e quinta corda sono doppie, la seconda e quarta corda sono triple. Presenta due piccole buche oltre alla buca centrale, tutte ornate con motivi ornamentali di carta

un modello di chitarra battente a 5 corde doppie e fondo bombato, a doghe, piroli in legno, del liutaio Costantino De Bonis

battente a 5 corde, ricavata da una vecchissima EKO molto malconcia, la battente è stata INTERAMENTE restaurata, sverniciata, intarsiata etc... dai ragazzi disabili del centro diurno " Centro Riabilitativo "AL PARCO" Via Ramazzini 31 Roma, con la collaborazione di Edoardo Morello

altro modello di De Bonis, con manico decorato, di proprietà di Marcello Megna, anche la rosa è più elaborata

due modelli a 5 corde doppie costruiti da Domenico Campitiello, liutaio di Stio (SA)

chitarra battente e chitarrino del liutaio Scordamaglia di Crotone www.liuteriaetnica.it

chitarra battente della collezione Henny Bruin (Olanda) ATLAS of Plucked Instruments realizzata da Alfonso Toscano

chitarra battente costruita da

Danilo Morreale,

chitarra battente di proprietà di Nazario Tancredi, realizzata dal liutaio Gabriele Orlando di Rignano Garganico

battente di Costantino De Bonis di proprietà di Pietro Caravaggio e Alejandra Meda della Compagnia di canto popolare OQUETUS di Pescara

altra battente di Danilo Morreale

(clicca sulla foto per ingrandire)

particolare

battente del Maestro Liutaio Antonio Dattis di Sava (TA), battente a 14 corde

www.antoniodattis.it

battente cilentana a 4 corde doppie, di proprietà di Giuseppe Palladino di Angellara (Cilento)

chitarra battente appartenuta a Francesco Carpinelli di Perdifumo (Cilento)

battente a 6 corde, costruita circa 40 anni fa, di autore sconosciuto, restaurata da Leonardo Lerose di Bocchigliero

battente "Costantino de Bonis" di proprietà di Salvatore Venerato

battente realizzata dal liutaio Giuseppe De Jaco

modelli del liutaio Scordamaglia di Crotone

battente del liutaio Rocco Amendola

chitarrino battente a tre buche del liutaio Scala di Praiano, diapason 56, di proprietà di Raffaella Coppola

battente realizzata dal liutaio Carlo Lo Cascio di Udine

battenti del liutaio Antonio Scaglione di ACRI (CS)

battente a 5 corde doppie

battente a 5 corde doppie di proprietà di Tito Ferretti

modello calabro-cilentano a 4 corde con bordone ricavato da una chitarra acustica modificata, di proprietà di Alessandro Mazziotti, musicista di origini cilentane, con corda di bordone, L'accordatura: Mi3, Si2, Re3, La2 (bordone La3)

battenti costruite da Giuseppe Lerose di Bocchigliero, hobbista e suonatore

battente di costruzione pugliese, a 5 corde doppie

modello costruito dalla Melody, casa di Castelfidardo in auge negli anni 60-80

battente costruita

da Benedetto

Vecchio per suo uso

personale

battente DeBonis di proprietà di Benedetto Vecchio (Musicisti del Basso Lazio)

modello con forma particolare e buca ornata con un intaglio in pelle di capra

modello a tre buche con capotasto in vetro

battente costruita dall'artigiano Giovanni Accarino nel 1937, con il suo proprietario e suonatore Giovanni Peduto di Castel San Lorenzo (Cilento, foto settembre 2004)