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la musica degli ignoranti
 

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la battente vista da..

               Serafino Stasi

 

 
 

• Come e quando ti sei imbattuto per la prima volta nella chitarra battente

• Ero piccolo, avevo circa sei anni.. Rimasi incantato da quella festa in famiglia in aperta campagna.

• In quella occasione che cosa ha attirato il tuo interesse

• Restavo incantato dal modo in cui mio zio percuoteva la sua chitarra, non le accarezzava le corde, picchiava forte sulla cassa per far uscire il cosiddetto “ribummu”

• Nel tuo percorso di apprendimento c’è stato un momento in cui si è verificata una svolta ?

• Quando ho cominciato a sperimentare nuove accordature e nuove sonorità, ma la suonata alla “Lannivucchisa” non l’ho mai abbandonata

• Come sei entrato in possesso della tua prima battente ? hai trovato difficoltà a reperirla ?

• Ho sempre suonato con la battente “di famiglia” , poi ho avuto bisogno di avere un mio strumento con misure mie personali che rispecchiassero quelle della tradizione di Longobucco ma anche le mie esigenze- La mia battente è stata costruita da Costantino De Bonis, non è stato difficile reperirlo.

• C’è stato qualcuno che ti ha trasmesso la sua passione, le sue esperienze o al quale ti sei rifatto come modello di riferimento ?

• Ce ne sono stati tanti, in primo mio padre con i suoi studi sulla chitarra battente Longobucchese, poi mio zio e infine tutti i pastori e contadini anziani (compreso mio nonno) che mi hanno dato molti consigli-

• Hai trovato utile qualche testo, libro, pubblicazione, cd ecc.. ?

• Ho trovato molto utili gli studi che Antonello Ricci ha fatto nella terra di Longobucco e delle sue frazioni (Ortiano e Manco su tutte).

• Quanto ha contato per te la musica di tradizione o il rapporto con qualche “portatore” della tradizione

• Il mio approccio a questo strumento non è un “revival” della canzone dialettale Longobucchese, ma va inteso come un continuum , considero fondamentali i pochi anziani e pastori rimasti che suonano questo strumento, e cerco di apprendere il più possibile.

• Ritieni che oggi nel tuo modo di usare lo strumento tu abbia sviluppato una impronta assolutamente personale ?

• Sicuramente, ogni suonatore sviluppa poi il modo di fare la sua “sunata” .

• La tua terra, le tue origini, la tua cultura, quanta parte hanno oggi nell’uso che fai dello strumento ?

• Longobucco è stato il paese principe della chitarra battente, tra i giovani rimasti nessuno più considera o utilizza questo strumento e la sua storia, con questo strumento cerco di non far perdere “l’usu” alla mia generazione e di poter tramandare quello che ho appreso.

• Possiedi una sola chitarra battente ? Sei affezionato ad uno strumento in particolare ?

• Si possiedo la mia chitarra battente fatta con legni e misure personali, sono molto affezionato al mio strumento, ma più di tutti alla chitarra battente di uno zio di mio padre di Paludi che dopo la sua morte non si trova più, rispecchiava i canoni classici della Battente Lannivucchisa e anche i legni.

• Ti è mai balenata l’idea di costruirtene una ? hai consultato qualche testo o qualcuno ti ha aiutato o dato delle indicazioni ?

• Mi è sempre piaciuto poterlo fare ma non ho mai messo in atto questo desiderio,c’è un signore anziano che le fa nel mio paese, non sono perfette, ma è bello vedere come le lavora, se mi servirà qualche indicazione, lui sicuramente sarà il più adatto.

• Il tuo rapporto con il liutaio ti ha trasmesso qualcosa oltre a fornirti lo strumento ?

• No, non mi ha trasmesso nulla se non qualche storiella raccontata perché gli ho fatto qualche domanda (quando incontro qualche anziano mi piace sempre farmi raccontare le cose di una volta)-

• Hai avviato qualcuno all’uso dello strumento trasmettendogli la tua esperienza, i tuoi insegnamenti o la tua passione ?

• Ancora nessuno, solo la mia sorellina di dieci anni!

• Hai mai suonato in pubblico ? raccontami le impressioni della tua prima volta

• E’ stato bellissimo! Longobucco fino a poco tempo fa contava migliaia di abitanti e ognuno aveva la sua battente ve n’erano tantissime, poi dopo gli anni 80 era tutto sparito, quando ho suonato in piazza la mia battente, tutti gli anziani mi ascoltavano e ridevano , brillavano i loro occhi e i miei, in quel momento tutti hanno avvertito e ricordato quanta storia aveva fatto nel mio paese quello strumento. E’ il più bel ricordo che mi porto dentro.

• Se usi lo strumento in pubblico c’è un tipo di manifestazione alla quale ti piace partecipare più di un’altra ?

• No, non c’è una manifestazione particolare, mi piace però suonare “all’improvvisata” senza nessuna organizzazione con qualche anziano o solo con i miei familiari

• prediligi l’uso dello strumento come accompagnamento al canto, come accompagnamento alla danza oppure come strumento melodico/solista ?

• Sicuramente come accompagnamento al canto, il modo in cui tu ti ricavi gli spazi per poter entrare, riempire le pause o arricchire una voce non ha eguali.

• assieme a quali altri strumenti prediligi suonare la battente ? qual è per te la formazione ideale ?

• Per me personalmente solo la chitarra battente e le due voci, ma anche con il mandolino è spettacolare.

• l’uso della chitarra battente ti ha avvicinato a qualche altro strumento ?

• Si a molti strumenti della tradizione come il tamburello, il tamburo a frizione (zucutu zucutu) ma più di tutti alla Surdulina, ora vorrei impararla.

• hai mai avvertito l’esigenza di creare una composizione musicale personale ?

• Si molte volte, ma privatamente così per il mio piacere personale e dei familiari.

• qualcosa che non ti ho chiesto e che ritieni importante dire.

• La chitarra battente nel mio paese, ma penso che nel resto del meridione, non è uno strumento da usare solo in determinate feste, fa parte di un contesto sociale molto importante che ora a causa dei mutamenti antropologici e sociali sono andati perduti. Penso sia un grande peccato, così si perde l’identità e l’importanza di un paese, e questo vale per l’intero Sud.

                                                                                          

                                                                                Serafino Stasi

grazie Serafino, e buone suonate !

Alfonso

 

 

 
 

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