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tre domande per Carlo
[08-02-2007]
Caro Carlo.. tre domande:
1) ho visto il vostro sito, voi dite che volete fare“unicamente un lavoro di informazione e di conoscenza della cultura calabrese”… certo non è possibile mettere tutto in rete ma.. vorrei sapere se è realmente possibile usufruire del frutto delle vostre decennali ricerche sul campo. Non parlo delle rielaborazioni ovviamente, di cui tuttavia vai fiero, ma a me (e credo a molti) interesserebbe sapere se avete (o pensate di fare) un bell’archivio serio di tutto questo materiale.. sarebbe cosa sana e giusta oltre che meritoria!
2) A proposito della nostra discussione sulle contaminazioni e sul doversi avvicinare alle altre culture: il video dove canti pizzicarella mi ha fatto venire da piangere.. come mai?
(Nel video subito sopra invece c’è un saltarello -suonato e cantato- spacciato come tarantella calabrese (di Belmonte Calabro)..... ?????.... no comment)
3) Infine, caro Carlo, quando la farai finita a mettere in ogni topic e/o risposta su questo forum una foto o un logo o”una parolina su” Calabria Logos? Ti vogliamo bene anche senza tutte queste markette…
Senza rancor
Patrizia
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Re: tre domande per Carlo
[13-02-2007]
In Italia-purtroppo-mi pare che non esista un vero e proprio corso di Laurea in Etnomusicologia, ci sono però delle cattedre, degli esami, ci sono delle tesi di dottorato e i corsi di perfezionamento (anche di specializzazione?). Non c’è dunque (e questa volta per fortuna) un “albo professionale”, quindi definire chi è un etnomusicologo e chi non lo è diventa spesso solo una questione di 'riconoscimento' da parte del mondo accademico e/o di pubblico. Il riconoscimento lo si conquista - in qualsiasi campo - con il duro lavoro.. (mio cognato il piastrellista comunque chiede se si vuole fare a cambio con lui..).
Naturalmente anche io non sono affatto d’accordo che questa sia l’unica strada: conosco molte persone che per il bagaglio di conoscenze definirei senza dubbio veri Etnomusicologi anche se non sono legati al mondo accademico (e a questa logica distruttiva e castrante: l’università, le pubblicazioni, il professore-barone..). Non parlo del 'informante nativo' (troppo facile) ma di gente come il già citato Valentino che per essere quello che è studia veramente tantissimo (sui libri e sul terreno) e.. alla fine infatti pubblica cose di qualità!
L’essenza dell’essere o meno un vero e bravo ricercatore secondo me è tutta qui: raccogliere, catalogare, ordinare, studiare, tentare di capire/spiegarev etc... e poi divulgare (pubblicare), mettere a disposizione degli altri il frutto del proprio lavoro.. in una parola far progredire la conoscenza (di tutti)… se una cosa la tengo per me non sono un vero ricercatore… se pubblico tanto per averci due titoli in più per il concorso tante grazie ma non sono un vero ricercatore… etc.
Io credo che Carlo possa a buon diritto considerarsi un etnomusicologo perché il suo curriculum e l’argomento dei suoi studi lo attestano (oltre che il tuo percorso di vita).
Mi piacerebbe dunque che la si facesse finita di dire che la mia è una “critica all’operato degli altri”. Io non critico niente perché (ripeto) continuo a non sapere niente di preciso su di loro, io ho mosso critiche solo sul modus operandi di Carlo all’interno di questa comunità e… ok anche su due cosette che non mi sono piaciute sul suo sito.
Intanto non ancora non sono riuscita ad aprire il filmato/intervista in cui c'è “la sintesi dell’ attività” dei CL: quindi insisto che mi piacerebbe che Carlo provasse a rispiegarcela: ovvero ho capito che come Gruppo musicale fanno concerti, spettacoli, teatro, riproposta etc. etc. ok, fin qui si tratta del “repertorio di un gruppo” che può piacere o meno, quello che ancora non capisco è quali sono appunto le attività dell’associazione “volte a promuovere e valorizzare il patrimonio musicale calabrese”! Ho chiesto troppo? ho chiesto male? Sono stata inopportuna? E vabbuò..
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Lucio.. se ti interessa la mia opinione rispiegamelo come se (io) avessi sei anni: perché la domanda 2 o non l’ho capita o (se l’ho capita) allora non è vero che penso sia un bene…
Se invece vuoi imbarcarti in una dissertazione puramente accademica sull’argomento rivolgiti altrove: io al più ti posso spiegare come si fa ‘a Pastiera a Napoli…
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Re: tre domande per Carlo
[14-02-2007]
Caro Carlo,
ho visitato il tuo sito, soffermandomi solo un pochino perchè è ricchissimo.
Su un solo partiolare mi soffermerò. I Giganti di pietra a Campana mi hanno fatto sobbalzare di piacere e meraviglia. E’ vero, gli antichi sapevano utilizzare le pietre come catturatori di energia: esse manifestavano una potenza sacra. Sono stati i profeti, gli apostoli e i missionari a convincere il mondo occidentale che una pietra (già considerata sacra) non era che una pietra e in seguito a questo processo di dissacrazione della Natura l'uomo è riuscito a vedere un oggetto là dove i suoi antenati vedevano delle presenze sacre. La fede nell'energia della pietra non è ancora del tutto scomparsa nei paesi celtici: durante la seconda guerra mondiale, le pietre incantate a macchie di Inishmurray (co. di Sligo) furono "girate" contro Hitler!
Non entro in merito al particolare rabbrividente del sacrificio dei bambini (reminiscenza, "secondo me", antichissima di un tempo in cui il sacrificio umano non era ancora stato rimpiazzato da quello di animali e cereali, miele, arrosti, primizie alimentari, fave, uva, brocche di vino, cavallo, bue, montone, porco, capro...), poichè nel caso segnalato dal tuo sito potremmo trovarci, se le ipotesi della geologia venissero confermate, di fronte alla scultura preistorica più grande d'Europa; ma oltre a pensare che sotto di esse si nasconda un tesoro, sai se intorno alle Pietre dell'Incavallicata avviene o sia mai avvenuta una circumambulazione ? Te lo chiedo, perchè questa è una tecnica di guarigione usata ancora oggi; le credenze che attribuiscono alle rocce e alle pietre forze guaritrici e virtù fecondatrici sono molto antiche; le spose sterili andavano a strofinarsi, gonne alzate, contro le rocce in Bretagna. Oppure tra i contadini europei fino al principio del Novecento, le donne praticavano la "scivolata" lungo una pietra o la "frizione" sedendosi sui monoliti o strisciando il ventre contro determinate rocce. Vista l'antichità dei colossi di Campana, può darsi che nel passato essi assicurassero (oltre che la prosperità materiale, il “tesoro”) anche matrimonio, fecondità e un felice parto?
Continua con la tua passione! E grazie di averci parlato di queste “Pietre” giganti dotate, secondo le credenze, di energia particolarmente concentrata!
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