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arundo donax
[01-11-2008]
da wikipedia:
"La Canna comune (Arundo donax Linnaeus, 1753) o canna domestica è una pianta erbacea perenne e dal fusto lungo, cavo e robusto, che cresce in acque dolci o moderatamente salmastre. La sua area di origine si estende dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente fino all'India, ma attualmente la canna si puó trovare sia piantata che.." http://it.wikipedia.org/wiki/Arundo_donax
tutti noi abbiamo goduto dell'inaspettato successo ottenuto su questo sito del topic "costruttori di flauti di canna", che ad oggi è stato visitato (il topic) da circa 22.000 (vendiduemila) visiatori, il cui merito è dovuto a Giancarlo Petti e a tanti altri che non nomino per non rischiare di dimenticarne qualcuno,
detto questo passo al dunque: ho pensato di aprire questo topic per spezzare una lancia a favore della canna endemica italiana (arundo donax), quella pianta "infestante" che cresce un pò dappertutto e sopratutto lungo i fossi, dal livello del mare fino alle prime montagne,
naturalmente la mia curiosità e il mio interesse vanno alla miriade di impieghi e usi quotidiani di questo straordinario vegetale, dai più ai meno conosciuti, nella convinzione che l'ampia diffusione e disponibilità di questo vegetale ha influito in maniera determinante nella nostra vita quotidiana e quindi nella nostra cultura
per esempio: il pomodoro San Marzano conosciuto ed esportato in tutto il mondo (prima che fosse coltivato anche in Cina) non sarebbe mai esistito se non avesse avuto lal possibilità di arrampicarsi sulle caratteristiche impalcature di canne,
nè sarebbero mai nati i più noti versi della tradizionale tammurriata: " rind' 'e lign' 'è pummarole nui facimme arind e a fore.."
in quanto solo l'altezza raggiunta delle "ligne" di pummmarole, grazie all'impalcatura realizzata con le canne arundo donax, permetteva di svolgere quella attività "extralavorativa" stigmatizzata dalla voce popolare come "arind e a fore"..
e come sempre: a voi la palla, con preghiera di rimanere il più possibile nell'argomento, di cui (ribadisco) l'aspetto musicale è solo uno dei mille..
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Re: arundo donax
[24-05-2010]
Da: Loris
(Mestre (Ve))
Re: arundo donax
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Buonasera a tutti, sono un neofita che ha bisogno di aiuto.... Come si riconosce il maschio della Arundo Donax? Grazie Loris
Lo scorso fine settimana avrei dovuto dedicarlo all'agricoltura,
purtroppo il tempo non è stato buono per cui, tra un rovescio d'acqua e l'altro,
ho fatto un giretto lungo la Valle dell'Aniene. Non ho avuto modo di sentire il suono
della Zampogna zoppa, lo strumento musicale caratteristico della valle.
Si vedevano invece i lampi e soprattutto si sentiva il rumore dei tuoni.
Non lontano da Anticoli Corrado ho avuto modo di vedere un canneto dal quale
ho tratto la foto che si allega, dove, nella parte sinistra c'è una canna femmina , mentre al centro, quella col pennacchio, è maschio.
Nella speranza di fornire un contributo visivo a quanto già detto da Nicola.
Saluti a tutti
PdR
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Re: arundo donax
[24-05-2010]
una volta per tutte!!!!!!
la fonte è Wikepidia
La Canna comune (Arundo donax Linnaeus, 1753) o canna domestica è una pianta erbacea perenne e dal fusto lungo, cavo e robusto, che cresce in acque dolci o moderatamente salmastre. La sua area di origine si estende dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente fino all'India, ma attualmente la canna si può trovare sia piantata che naturalizzata nelle regioni temperate e subtropicali di entrambi gli emisferi. Forma dense macchie in terreni umidi di ambiente ripariale, lungo gli argini di fiumi e stagni ma anche sui marigini di campi coltivati e sulle dune sabbiose.
Descrizione
È la piu grande tra le canne d'Europa, raggiungendo generalmente i 6 m di altezza. In condizioni ideali può anche superare i 10 m, con fusti, detti culmi, cavi del diametro di 2-3 cm. Le foglie sono alternate, di colore grigio-verde, lunghe 30-60 cm e larghe 2-6 cm; hanno una forma lanceolata, rastremata in punta, e alla base presentano un ciuffo di peli lanosi. Nell'insieme A. donax assomiglia a una cannuccia di palude di grandi dimensioni o a una canna di bambù. Esistono due varietà: A. donax variegata e A. donax versicolor delle quali la seconda è ritenuta più attraente grazie al suo colore screziato.
Questa specie ad impollinazione anemogama fiorisce in settembre-ottobre producendo pannocchie piumose fusiformi, di colore da verde pallido a violaceo, lunghe 40-60 cm e con portamento verticale. I fiori sono monoici, i semi raramente sono fertili e la riproduzione avviene per lo più per via vegetativa, attraverso rizomi sotterranei. Questi ultimi sono legnosi, fibrosi e formano estesi tappeti nodosi che penetrano fino a un metro di profondità nel terreno . Porzioni di fusto e di rizoma lunghi meno di 5 cm e che contengono almeno un nodo germogliano facilmente. Questa diffusione per via vegetativa sembra costituire un efficace adattamento al verificarsi delle inondazioni. Infatti durante questi eventi catastrofici, gli individui di A. donax possono rompersi diffondendo frammenti in grado di germogliare e colonizzare nuove aree a valle .
La canna comune preleva grandi quantità di acqua dal suolo umido per sostenere la sua rapida crescita, che può arrivare fino a 5 cm al giorno durante la stagione primaverile. È capace di crescere in macchie dense che possono soffocare altre piante e impedirne così la diffusione.
IN PARTICOLARE:
Monoico è un termine che si riferisce alla riproduzione sessuale delle piante. In particolare si utilizza parlando di spermatofite (ovvero piante a seme).
Angiosperme e Gimnosperme presentano delle strutture riproduttive (strobili e fiori) che possono contenere le parti fertili maschili e femminili, insieme o separatamente. Qualora parti fertili maschili e femminili siano separate si hanno fiori o coni unisessuali. Quando le due parti coesistono i fiori sono detti ermafroditi.
Nel primo caso i fiori dei due sessi, che sono separati, possono essere:
* portati dallo stesso individuo: la specie si definisce monoica (es. Alnus, Betulus)
* portati da due individui differenti (es. Gingko biloba, Juniperus): la specie si definisce dioica.
I termini monoico e dioico non si utilizzano riferiti alla singola pianta (maschile o femminile) ma alla specie intesa come entità (es. l'ontano è una specie monoica).
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Re: arundo donax
[29-05-2010]
Do il mio piccolo contributo alla...canna!
Nelle nostre zone sulla Majella la canna veniva usata assieme ai vimini, principalmente per fare canestri, ma anche per strumenti musicali di vario genere: flauti, scupine etc.
Sono nato in una famiglia di canestrai, mia madre e mia nonna erano ritenute veramente brave in questo mestiere. Per questo in famiglia si conservava anche l'arte di coltivare la canna. Per chi fosse interessato do le regole per una "buona canna" secondo quello che i miei mi hanno insegnato.
La regola base è che la canna deve avere "acqua passànde i sule cucènde" (acqua che scorre e sole che scotta) cioè deve essere coltivata in un posto ricco d'acqua ma che non ristagna e deve essere esposto a sud il più possibile. Le canne di zone paludose o di canneti esposti a nord o di posti asciutti, non sono buone.
Il canneto va zappettato, la terra deve essere smossa e le erbe più infestanti estirpate il più possibile (vedi ad es la gramigna), questo lo si faceva dopo il taglio.
Quando la canna supera l'altezza di un uomo si deve iniziare a togliergli le foglie della parte bassa lasciando solo quelle vicino alla cima. Man mano che cresce si deve ripetere questa operazione fino all'inizio dell'inverno.
Questa operazione era ritenuta essenziale per una buona canna. Si deve però stare attenti a lasciare sempre quelle 4 o 5 foglie vicine alla cima in modo che essa non perda la vegetazione.
Il canneto esposto al vento dà canne più forti.
Le canne di pianura sono meno buone di quelle di collina.
" Sì fungàrde gna na cànne de la piàne" ( Sei falso come la canna di pianura)
Alla prima luna calante utile prima della metà di febbraio le si deve tagliare. Il canneto va completamente tagliato anche le canne non buone o piccole vanno tagliate. I vecchi dicevano: "Il canneto è una pianta sola". Non so fino a che punto sia esatta sta cosa, dal punto di vista botanico, ma questo è il loro parere.
Per l'essiccazione si usavano due metodi, di cui il secondo era ritenuto il migliore.
1) si legano a piccoli fasci e si mettono in piedi in un posto asciutto e ventilato e poi si espongono al sole d'estate. I fasci devono avere almeno due legami altrimenti le canne si storcono. I fasci vanno sciolti ogni tanto, tenuti aperti per qualche giorno e le canne rimestate in modo da evitare la muffa in mezzo.
2) si fa un graticcio di pali posti a distanza ravvicinata, non più di un palmo circa tra palo e palo e vi si mettono le canne in posizione orizzontale, senza legarle, sempre in un posto asciutto e ventilato e si espongono al sole nei mesi adatti.
Una buona canna è pronta per i canestri dopo due anni di essiccazione. Se l'estate è particolarmente calda anche un anno può andar bene, ma ci sono sempre rischi.
Le canne vanno ripulite della parte di foglia che rimane attaccata solo prima dell'uso e non prima. Questo però presuppone che la la foglia sia stata tolta durante l'anno in modo corretto.
Qui il discorso si fa complesso!
La foglia veniva tolta con un colpo secco in modo che rimanesse intere, perché veniva usata poi, essiccata, per fare legami. Quindi attorno al nodo rimaneva solo un pezzetto di foglia. Questo non si doveva togliere perché dicevano che altrimenti il nodo esposto assorbiva umidità. Ecco perché vanno ripulite solo prima dell'uso.
Per gli strumenti musicali mio padre sosteneva che si doveva aspettare di più, tagliarle a piccoli pezzi e dopo l'essiccazione normale, esporle almeno per un anno al fuoco del camino.
Non sono un esperto e riferisco solo la tradizione della mia famiglia, magari a qualcuno può essere utile.
Se avete un canneto non tagliato da tempo, rasatelo e la canna dell'anno successivo sarà buona.
Purtroppo la tradizione dei canestri da noi ormai si è quasi estinta, risultato non si trova più un canneto buono neanche a pagarlo, ahimè!
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