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Quaresima, magro/grasso, trad popolari
[01-03-2007]
In una discussione, Carlo (scherzosamente, non me la sono presa...) mi ha raccomandato, ora che è Quaresima, di fare digiuno ed astenermi dalle “cose grasse”, anche per salvaguardare la mia linea che “vedrebbe” compromessa (ma indove???). Intanto, io voglio che il mio grembo rotondo e i miei fianchi opulenti suggeriscano A CHI AMO il messaggio subliminale: questo è il rifugio sicuro al quale desidererai fare ritorno nei periodi di crisi, la base protetta della maternità, un santuario d’intimità e pace davanti alle sfide poste dalla vita, il tuo conforto, la consolazione e l’abbondanza. Affettività vs apparenze. Ogni protuberanza presente sul corpo femminile - ventre, glutei, seni, …- era un tempo sacra, e mò??? Il mio ideale di donna non è Twiggy ma la "steatopigia" delle Veneri del Paleolitico Superiore e del Neolitico... ehehe... ne sono ancora lontana, ma pian pianino ci arriverò... (Il mio ideale di uomo è Babbo Natale, florido e con la barba bianca e riccioluta, ingozzerò ancora Remì di parmigiana di melanzane e ce la farò...).
Ma ora seriamente, sulla Quaresima mi sento di dire questo: secondo la mia opinione, la mia sensibilità e il mio percorso umano, la Quaresima come periodo di penitenza ha molto a che fare con la dicotomia tra carne e spirito, con la convinzione che l’una sia nemica dell’altro, la contrapposizione manichea tra il Bene (l’astinenza dal cibo e dal sesso, la negazione dei piaceri terreni, l’autocontrollo necessario per mantenersi magri in presenza di risorse abbondanti, ...) e il Male (il contrario). Mi sento, dunque, in maggiore sintonia con i valori propizi al cibo e al sesso, aventi ambedue per fine sia la sopravvivenza di ogni specie, sia il principio edonistico (del piacere). Io, personalmente, comprendo chi tributa offerte e sacrifici, per mantenere la fertilità e l’ordine dei cicli della natura; ma la mia visione della vita non m’impone autoflagellazioni nè astinenze grottescamente ascetiche. Mi sento in sintonia con chi onora e placa i suoi dèi con libagioni e sacrifici, con cui spera di propiziarseli, mantenerne il favore, come espressione di gratitudine, con chi tributa loro delle offerte alimentari accompagnate da danze ed inni di lode, ma non fa seguire lo scambio ritualizzato di doni dal digiuno, bensì dalla condivisione del cibo. Però posso sbagliarmi: come vedete/vivete voi la Quaresima? Ha per voi e per le tradizioni popolari delle zone in cui vivete un significato particolare? C’è un nesso anche con la musica trad?
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Re: Pulizie, donne e mazze
[07-03-2007]
La spazzatura, la scopa, sull’opportunità di spazzare.
A volte si pensa di buttare lì una battuta su pulizie pasquali, donne e mazze… Ma la cosa è più seria di quanto non si pensi! Ieri sera era tardi, ma ora mi rifaccio.
LA SPAZZATURA, LA SCOPA, LA MAZZA, SULL'OPPORTUNITA' DI SPAZZARE
La scopa, che espelle i rifiuti, ha un potere catartico e profilattico e spazzare è un atto purificatorio. E’ risaputo che la spazzatura è carica di potere. Le anime dei defunti vi dimorano sovente. Per questo, quando in casa moriva una persona, veniva svolta una “everria o exverria” dall’”everriator o exverriator” (di solito quello che ereditava i tuoi organetti e bodhràn, salute a nnuie!). Però le pulizie bisogna saperle fare, non ci vuole la laurea, ma un corso o uno stage dalla nonna sì. Può essere nefasto scopare via la polvere a casaccio dalla soglia quando la si vuol mandar fuori di casa, ma essa va sollevata, in modo che la scavalchi (io sulla soglia ho uno scalino, sia per questo e sia per sedermici ). In età antica la polvere veniva portata sulle tombe, affinché vi fossero trasferite anche le anime che potevano essere rimaste impigliate dentro. Per la stessa ragione è preferibile astenersi dal fare le pulizie, se invece intendi trattenere ancora un po’ in casa l’anima del caro defunto. Comunque non si spazza il pavimento del triclinio mentre un ospite sta bevendo, si sta alzando o indugia, perché è come cacciarlo via. I resti lasciati sul tavolo o caduti per terra non vanno rimossi se si vuole tenerli a disposizione degli spiriti di cui costituiscono il nutrimento. Quand’ero bambina, durante i pranzi e cene del periodo natalizio, si osservava questa usanza, ma si diceva che sarebbe passato Gesù Bambino a mangiare gli avanzi. Interrogata sul motivo, mia madre mi ha sempre spiegato evasivamente: “Lo dicevamo per non far alzare i bambini da tavola”. Ma per fortuna mia nonna Maria (strega anche lei, ehehehe…) mi ha detto la verità.
Ciao!
RonnaPaulina
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