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Torna all'elenco argomenti | Giovedi 8 Giugno 2023

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Da: Marcello 
  strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
....ultimamente mi è capitato di riflettere sulla possibilità che
l'impiego di strumenti "etnici" nella musica "etnica" possa essere,
come l'impiego di strumenti antichi (o copie di strumenti antichi) nella musica
antica, un pippa mentale di tipo intellettualistico e tanti in questo senso
si comportano da intellettuali anche senza esserlo o sapere di esserlo.

ho notato che i veri depositari di una cultura musicale VIVA si pongono
meno problemi nello scegliere necessariamente uno strumento tradizionale e non disdegnano
l'impiego di tastiere, bassi elettrici, chitarre elettriche, sassofoni, pianoforte
senza che la propria musica risulti minimamente snaturata.
lasciamo perdere la contaminazione, qui il discorso è un altro.

mi riferisco alla musica araba, alla musica senegalese, alla musica giamaicana,
brasiliana, cubana, al fado portoghese ecc.
c'è un mio amico senegalese che passa dalla Kora alla chitarra elettrica
con una totale disinvoltura così come la maggior parte dei gruppi africani
hanno in organico, batteria, basso elettrico, chitarra elettrica ecc.
il fatto è che loro non la vivono come contaminazione, bla bla bla ecc ecc.
per loro è naturale, la loro musica etnica ADESSO è questa, è così, punto e basta.
se non fosse così allora parleremmo di folclorismo piuttosto che di folclore.
(rimando alla distinzione di carpitella tra folclorico e folcloristico)

siamo sicuri che sia lo strumento impiegato a rendere o meno etnica
la musica che facciamo? ci sarà qualcosa, lo Spirito del musicista ad esempio,
che trascende lo strumento e conferisce alla musica i suoi connotati?

il discorso sarebbe ancora lungo e gia so che dovrò controbbattere
a coloro che non sapranno cogliere il senso di questa mia riflessione, pazienza!
vorrei comunque il vostro parere a riguardo.



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[1]   
Da: Marcello 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
per essere completi:

folclorico è l'espressione AUTENTICA della cultura popolare
(che può comportare anche la presenza della chitarra elettrica)

folcloristico è la RAPPRESENTAZIONE dell'idea che comunemente
si ha (a ragione o a torto) della cultura popolare.
(mandolini e tamburelli)


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[2]   
Da: Luca 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
No Marcello la questione non è complessa,piuttosto stradibattuta..ed anche sù queste pagine.
Quello che descrivi è ciò che in definitiva già si è fatto con la nostra musica etnica.
Ho rinvenuto canti che altrimenti sarebbero andati persi in obbrobriosi arrangiamenti midi....
Ma il caso che esponi non è questo.
Io penso che il punto essenziale sia dato dalla presenza sul nostro territorio di strumenti, e tecniche esecutive degli stessi, del tutto peculiari.
Un certo accanimento nella preservazione di queste forme espressive è dunque del tutto giustificabile.
D'altronde negli ensamble da tè descritti convivono darbuka.oud e basso elettrico..kora e chitarra elettrica,si và per sommazione e non per esclusione dunque,e questo non è un agire criticabile.
Qualora si agisse per "sostituzione" invece il discorso cambierebbe notevolmente ,se pensi al patrimonio tecnico e strumentale che rischierebbe,come ha già rischiato,di andare definivamente perso.
Io faccio sempre una distinzione tra musica di tradizione e musica di ispirazione tradizionale,nella prima non ci vedo bene il basso acustico in sostituzione del putipù,nel secondo è ,a mio parere,auspicabile.
Come è auspicabile l'innovazione e l'apertura degli strumenti tradizionali verso più forme espressive,come dall'ltro canto lacquisizione da parte di strumenti "moderni"di repertori tradizionali(ma anche quì niente di nuovo se pensi a fisarmonica ed organetto)...ma si sà io sono quello che a più riprese ha affermato di desiderare che un domani quando si necessiterà di un percussionista si pensi ad un "tamburellista" in modo equivalente ad un "congadero"...Certo se il discorso cade sul "gusto" musicale,mi verrebbe da dire che un sintetizzatore non mi piacerebbe accompagnarlo quanto una mandola acustica e con tanto di pedaliera,ma queste sono opinioni personali.

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[3]   
Da: Marcello 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  

allora, provo a spiegarmi meglio con un esempio:
...ero in salento con degli amici, chiesi ad un ragazzo di accompagnare
la trantella del gargano con la sua chitarra (non era una battente) e lui
mi rispose che la tarant del gargano non si accompagnava con una chitarra
che non fosse battente, che la battente non doveva essere calabrese bensì
garganica, ma non quella di S. Giovanni Rotondo bensì di Carpino, e così via,
una squenza di pippe di carattere pseudofilologico/tradizionalista/ e chi più ne ha più ne metta....

...qualche anno fa, mi trovavo in uno studio di registrazione vicino Napoli,
con Andrea Sacco, che la maggior parte di voi conoscerà sicuramente,
avevamo dimenticato la sua battente in macchina, per cui prese
una vecchia Yamaha, che giaceva lì appoggiata ad un muro, ed
intonò una delle più belle versioni della muntanara che io abbia mai sentito.
In quel momento ebbi l'impressione che qualsiasi cosa fosse stata appoggiata a quel muro,
una fender stratocaster, un banjo, una chitarra bontempi, lui ne avrebbe fatto il suo ideale strumento di accompagnamento.

a buon intenditor....

M.

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[4]   
Da: Alfonso 
( )
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
"ho notato che i veri depositari di una cultura musicale VIVA si pongono meno problemi nello scegliere necessariamente uno strumento tradizionale"

è vero, l'ho notato perfino io (da semplice osservatore), è chiaro e lampante il caso dell'organetto, diversi suonatori di battente e di zampogna abbandonano i loro strumenti un poco alla volta a favore dell'organetto, più pratico, relativamente più piccolo e maneggevole e sopratutto non ha bisogno di essere accordato ! non si rompono le corde ! non si seccano le ance !

però ho anche notato che questo passaggio avviene con naturalezza e solo per caso, un amico che lo vende.., un parente che te lo lascia.. , nessuno di loro lo "sceglie" e lo adotta ..con premeditazione o dopo una consapevole ricerca, e me lo conferma il successivo passo su Andrea Sacco"...per cui prese
una vecchia Yamaha, che giaceva lì appoggiata ad un muro...",

ecco.. finchè succede per caso concordo che chiunque si scandalizzi o disapprovi lo fa solo per ignoranza, e colgo l'occasione per farvi notare che si tratta della medesima ignoranza che mostra chiunque compia questo "passaggio" solo per mettersi in contrapposizione con la tradizione o dimostrarne la sua inutilità, inconsistenza, o solo per un malriposto senso di "ribellione".. ecc..

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[5]   
Da: Luca 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
Il mondo è bello perchè è vario..io credo che i tuoi due esempi siano equivalenti....che esista una sorta di movimento fondamentalista è vero,ma io credo sia un bene finquando non ci si nasconda dietro una certa "Aura mediocritas" in cui molti si adagiano autoeleggendosi "Difensori" della tradizone....una volta diedi ad una anziana suonatrice, per suonare, un bendir; gli diede un'occhiata,e infilato il medio nel foro per il pollice cominciò ad eseguire un ritmo tipico delle mie parti.
Il giorno dopo le presentai un tamburello,che di certo ad una tammorra assomiglia più di un bendir,lo rigirò ,e,notando che non aveva la fessura, riporgendomelo mi disse "n's pò sunà, è rutt".

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[6]   
Da: Marcello 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
giusto alfonso! è proprio questo il punto della questione.

nella musica etnica non vale a mio avviso la distinzione tra autentico
e non-autentico così come potrebbe valere per la musica rinascimentale
(se un brano non risale al '500 non è autentico).

nella musica etnica è autentico ciò che è naturale, nasce e si sviluppa in modo
naturale, spontaneo, a volte anche casuale e disordinato.

paradossalmente: la muntanara eseguita dal figlio di papà salentino e modaiolo
con una autentica battente di Francesco Cozzola del 1950 potrebbe non essere autentica
espressione della cultura popolare,

Andrea Sacco che si accompagna con la chitarra nuova regalatagli dal giovane nipote,
tipo una ibanez made in corea (perchè la giapponese costa troppo) invece è autentico
in quanto, nella cultura popolare succede anche questo.

baci


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[7]   
Da: Alfonso 
( )
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
concordo, essenziale è la "buona fede" ossia la mancanza di premeditazione..

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[8]   
Da: Marcello 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
essenziale è l'identità! (oltre alla buna fede naturalmente)
luca ha detto una cosa che condivido in pieno (l'aneddoto della signora)
è il suonatore che conferisce un identità al proprio strumento, o meglio,
che investe della propria identità il suo strumento
e non viceversa!
per acquisire un identità culturale non basta imbracciare un
tamburello, una ciaramella, una battente, muovere le mani come le muove
A. Sacco o Carmine Arturi, imitare il loro timbro di voce et voilà siamo diventati come loro.
Ognuno è figlio del proprio tempo, ognuno ha la sua storia.
Non possiamo suonare la musica che vogliamo, dobbiamo suonare la musica
alla quale siamo destinati.

M.




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[9]   
Da: Alfonso 
( )
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[27-03-2007]  
marcè, nun c'è gusto.. tutti d'accordo..


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[10]   
Da: AndreaP 
(Roma)
  Re: strumenti "altri" nella musica etnic
[27-03-2007]  
Caro Marcello

ne conosco svariati che imitano Andrea Sacco... e francamente mi fanno venire l'itterizia...

Riporto qui umilmente la mia esperienza... Mia nonna, originaria della zona di Amatrice, suonava il tamburello (anzi la tamburella)... Io suono lo stesso strumento, ma sono figlio del mio tempo...
Intendiamoci, adoro accompagnare le saltarelle, le garganiche (chi conosce Rocco Cozzola? ) le marchigiane, le pizziche (un pò meno)..
Adoro di più pero utilizzare il "mio" strumento nei ritmi che io amo, nella musica carnatica del sud dell'india, nei ritmi arabi, turchi... nel funk... nelle "nube"...

Non è tradizionale... ??? Francamente me ne impippo...
Il senso è avere qualcosa da dire...

Complimenti Marcè... bel topic...

Poche polemiche Alfò?.... Beh... Impippiamocene!!!

Un abbraccio

Andrea Piccioni

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[11]   
Da: Calabria Logos 
(Cosenza)
  Re: strumenti "altri" nella musica etnica
[28-03-2007]  
Salve compagnia !!!
Se permettete mi inserisco anch'io in questa discussione seria così la smetto di giocare agli indovinelli!

Marcello ha raccontato l'episodio di Andrea Sacco in sala di incisione ... ebbene i cantori della sua portata posseggono una forte padronanza di determinati repertori per cui la loro abilità la manifestano ugualmente al di là del tipo di chitarra che "montano in sella". E' questo il talento che non si spiega a parole ... è un pò come dire "attori si nasce" volendo fare il parallelo con cinema e teatro.

Il motivo essenziale va riscontrato nel fatto che essi sono i veri depositari di una memoria sonora della loro terra della quale riescono a far rivivere storie e leggende.
Non possiamo noi musicisti contemporanei che abbiamo, a differenza loro, la possibilità di utilizzare strumenti "altri" nella musica etnica, essere artefici di un cambiamento senza tener conto dell'acquisizione di elementi musicali trascorsi. Dai suonatori del passato dobbiamo ereditare l'anima musicale per poi applicarla sugli strumenti, qualsiasi essi siano ... e cercare di migliorarla tecnicamente avvalendoci del grande patrimonio che ci proviene dalla musica occidentale che è (ed è fuor di dubbio) molto vasta e ricca.

Noi musicisti/appassionati di musica popolare siamo consapevoli della peculiarità certamente più povera di tale musica rispetto a quella colta ma allo stesso modo siamo consapevoli dei grandi significati che un prodotto folclorico racchiude in sè.
La musica popolare non è costretta ad accaparrarsi l'attenzione dei critici e degli impresari.
Nei nostri raduni tutti possono partecipare all'esperienza musicale, tutti cantano e danzano in piena libertà. Non esiste rito in ambienti rurali che non sia accompagnato da canti ... i canti come linfa vitale del vivere sociale ... la musica che è perfettamente integrata nella vita di comunità essendone una componente indispensabile.

Parliamoci chiaro: noi non possiamo vivere la musica popolare alla maniera di Andrea Sacco non potendo sfuggire al tipo di cultura in cui siamo cresciuti e ci siamo formati.
Però dobbiamo essere attenti osservatori e fare le giuste differenze tra i due mondi.
Constateremo di non essere evoluti rispetto al passato ma di essere semplicemente cambiati.
E, purtroppo, per quanto riguarda i rapporti umani non siamo cambiati in meglio !!!!







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[12]   
Da: Marcello 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnic
[28-03-2007]  
"marcè, nun c'è gusto.. tutti d'accordo.."

alfò, mi sa che hai parlato un po troppo presto,

che cos'è questa?



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[13]   
Da:  
  Re: strumenti "altri" nella musica etnic
[28-03-2007]  

...non era uscita la foto.









p.s. ha il poticello mobile.

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[14]   
Da:  
  Re: strumenti "altri" nella musica etnic
[28-03-2007]  
...io la chiamo chitarra battente elettrica,
è una solid body, profondità del corpo poco più di 3 cm,
corpo e manico pezzo unico,
monta 2 PAF gibson con relativi potenziometri,
meccaniche gibson,
il ponticello, come dicevo è mobile, e ha lo stesso grado di spezzatura
della mia Vincenzo De Bonis.
il ponticello è fatto in modo che il SOL è leggermente indietreggiato
rispetto alle altre corde.
Le proporzioni e il diapason sono di una De Bonis.
la tastiera è leggermente rialzata, non poteva essere altrimenti.

baci
M.


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[15]   
Da: maurizio 
  Re: strumenti "altri" nella musica etnic
[28-03-2007]  
per restare in tema, parecchi anni fa mario artese ne ha costruite due battenti elettriche: una a dieci corde che lui suonava in un gruppo rock "ciroma" molto interessante e una a 4 corde che mi risulta sia in possesso di salvatore megna che non se suoni ancora con phaleg

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