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Da: Betsabea 
  musica etnica popolare tradizionale
[09-02-2010]  
Ma si apriamolo questo topic chiarificatore! mi ricordo una bella discussione sul sito di Pizzicata (se la trovo ve la posto) che è stato veramente utile, fatto con i contributi di tutti.. anche qui una volta se ne parlava.. se il buon alfonso lo ripesca si può fare un riassuntino.. :)



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[31]   
Da: Tiziano 
(Ostia)
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[17-01-2011]  
Il tutto segue da sempre dei ritmi stagionali di questo genere, con l'estate si creano, o forse e' meglio dire, si creavano delle occasioni di feste all'aperto dove i vari organizzatori inserivano il gruppo di musica popolare come contorno al piatto servito. La stagione autunno-inverno da sempre ha favorito occasioni al chiuso in teatri o altro, per assaporare meglio, forse, l'aspetto culturale- musicologico di questa musica. Concordo con chi mi dice che c'è un calo complessivo della domanda, ma questo va di pari passo con il progressivo depauperamento delle risorse economiche. Se in tutto questo inseriamo un governo che è sicuramente piu' vicino ad altre manifestazioni culturali (vedi bunga bunga, reality show etc. etc.), ed amministratori come il Sindaco di Roma anch'esso piu' propenso ad altre iniziative che a qualcosa di realmente positivo (vedi la recente chiusura della casa del jazz etc), in pastrocchio è presto fatto... sono tornato ieri dal festival di Maranola ed in questa occasione è stato dato il riconoscimento come premio zampogna 2011 indovinate a chi? A Nino D'Angelo....????? Ma che c'azzecca?????
La musica popolare tornera' ad essere confinata alle aree dove essa e' nata e ad accompagnare le attivita' originali, riprendendosi il suo giusto spazio.

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[32]   
Da: Pino Pontuali 
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[17-01-2011]  
Concordo con Bet: la società è cambiata.
Perdendo la sua funzione originaria, la musica tradizionale si estinguerà; ciò dovrà avvenire senza rimpianti; rimpianti che dovranno essere invece destinati ai valori sociali che sono andati perduti.
Quel poco che "siamo" riusciti a "salvare" si è già trasformato in musica e basta.

Ci sono ancora porzioni (sempre più piccole) di territorio dove le tradizioni persistono; mi auguro che queste rimangano ancora al riparo dai "ricercatori". Una maggiore discrezione da parte nostra potrebbe prolungarne l'agonia.
E' chiaro che ormai stiamo cercando di chiudere delle stalle vuote; i buoi sono già scappati.
Personalmente, per un grande senso di rispetto per quelle comunità da cui ho tratto il mio repertorio di brani di musica popolare, non entro (se mai lo avessi fatto in passato me ne pento) in competizione per la conquista di un palcoscenico. Mi trovo più a mio agio a dialogare con il mio organetto con ed in mezzo alla gente.

I moderni gruppi che ripropongono repertori di origine popolare, ma con ammodernamenti condizionati dal proprio retroterra culturale, sono generalmente composti da validissimi strumentisti e a volte anche da validi musicisti; A questi sono destinati i palchi delle piazze; loro possono soddisfare le richieste dei moderni organizzatori.
Già una dozzina di anni fa coloro che volevano vivere con la musica popolare si affidarono a dei "manager" che, per calcare i palcoscenici delle piazze, li costrinsero a contaminare il repertorio creando il genere "etno-rock" ("Novalia", "I Ratti della Sabina", i "Nidi d'Arac", ecc.).

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[33]   
Da: Betsabea 
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[21-01-2011]  
Pino!!! Pino!!! sei la sintesi dei miei pensieri! :)

Quirino il gruppo in questione ha prontamente cambiato la sua descrizione ahahahahah! mail me ;)

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[34]   
Da: quirino 
(Roma - Portuense)
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[24-01-2011]  
Quindi ci leggono??

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[35]   
Da: Maruko 
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[10-09-2011]  
(Immaginate: flauto irlandese su una rodianella)

Ore di mistico trucco anticipavano l'uscita in pubblico, bramoso e sbavante come teste di cani
Sanbernardo su scultorei e mutilati corpi di soldato. "La Tunica le va stretta, Vostra Maestà?"
chiese il valletto senza guardarla (o guardarlo) negli occhi; avrebbe rischiato la vita. Nessuna risposta.
Al'ultimo e deciso colpo di cipria, e imbracciando il "Tamburello Mistico" di Cedro, l'Entità,
truccata come Moira Orfei, scelse di mostrarsi alla folla con un carpiato doppio sulla
pedana posta d'avanti al maxischermo di 666 pollici widescreen, dove urlava al neon la scritta
straluccicante: "TERRI, il TRANS della TRANS". E giu di brutto terzine e convulsioni.
Cartine per spinellazzi. Sidro e birra a fiumi. Il vero delirio arrivò alla decima rissa: i cani poliziotto fornicavano con i cani dei Panca A. Bestias, e la prima Terri, tronfia/o di successo, adesso sentiva il potere affluire; era giunrto il momento di allearsi con la seconda Terri.

(Immaginate: similfender stratocaster con pedaliera Boss overdrive su una villanella)

La Salerno - Reggio Calabria, all'altezza di Caulonia, offriva uno spettacolo devastante: decine di migliaia di prostitute si offrivano ai camionisti e agli agenti di spettacolo per 75 euro a serata. 34.545
(trentaquattromilacinquecentoquarantacinque) esseri umani di varie sessualità offrivano il proprio sederino a pagamento, e, dopo ogni prostesibizione, pagavano la tangente a Terri Be. Terri Be, direttamente da Neapolis, aveva fatto fortuna con i Briganti, e costruito il suo impero sulla prostesibizione e l'assassinio di ragni.
I riccioli folti incorniciavano il viso, viso truccato come Brandon Lee nel suo film più famoso, che, dopo
l'ultima stagione, sorrideva veramente adesso; dall'alto dei milioni di Danari raccolti illecitamente e dai
proventi dei CD sulle lezioni di prostesibizioni, Terri Be decise di allearsi con la prima Terri.

(Immaginate: tammurriata nera con orchestra della Rai)

Le due Terri, magnificamente kitch e mano nella mano, non ebbero bisogno di parlare, la loro intesa fu
spontanea, istantanea e largamente condivisa, con un orgia e una rissa, dai rispettivi seguaci.
"Conquisteremo il mondo!" e via con la creazione dei soldati. Il soldato tipico delle Due Terri era un
incrocio tra i Panca A Bestias e Platinette, adcoltava Giggi Antonacci e il folk fabbricato stile anni 70.
"Dichiariamo guerra al mondo libero!" e via, 300.000 (trecentomila) soldati, di cui la metà con il ciclo,
partirono alla volta della roccaforte di HELM ELPI, il fossato inespugnabile.

Non ci fu storia, le due Terri vinsero e conquistarono il mondo in 15 giorni.

(Immaginate: "una lacrima sulla tomba di mia madre", marcia funebre)

Il mondo libero non esisteva più, ne umani, ne nani, ne elfi e ne geometri possedevano più alcuna libertà.
Le due Terri avevano abolito il RE dopo il SOL minore, usando il FA maggiore. Il mondo andava a prostesibizione.
Lo sconforto assalì i pochi liberi rimasti, che, più che sperare, si appendevano alla flebile fiamma delle sacre scritture.
"Finche il FA maggiore seguirà il SOL minore saremo schiavi!!!" lamentavano. "Moriremo sotto il gingle
del Nescafè!" piangevano. Ma un manipolo di eroi, senza nome e senza macchia, aveva trovato la soluzione, o una speranza per essa: per ristabilire una forza in grado di sconfiggere le due Terri, vincitrici in terra, dovevano favorire, bramare e combattere per...

(suspance)

"IL RITORNO DEL RE"

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[36]   
Da: Betsabea 
  Re: musica etnica popolare tradizionale
[22-09-2011]  
ah ah io amo quest'uomo!

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