|
Una battente nel "profondo nord"
[04-01-2008]
Alfonso, è con piacere che ti riassumo come sia possibile che, trent’anni fa, un ragazzo del “profondo nord” come me abbia potuto incontrare la chitarra battente ed innamorarsene. Il merito, indiretto, va ad un carissimo compagno di liceo, originario di Bosco tre Case, sulle falde del Vesuvio e a due suoi cugini che abitavano nell’interland milanese. Io passavo il mio tempo suonando e imitando Edoardo Bennato, quando un pomeriggio a casa di Salvatore, spuntò una “cassetta” della NCCP e di Eugenio Bennato: fu per me una folgorazione, abituato com’ero alle ballate milanesi di Svampa e Patruno da suonare nelle osterie il sabato sera. Per farla breve nel giro di poco, con mio fratello (diplomato poi in violino) e i due cugini Nino e Mario, approntammo un nutrito repertorio dalla NCCP e da Musicanova . Gli strumenti c’erano tutti: mandolino, mandoloncello, violino,fisarmonica, flauti, scetavaisse, putipù….ci mancava solo la battente! Un bel giorno arriva Eugenio Bennato in concerto al teatro Lirico a Milano: c’eravamo tutti e quattro in prima fila a cantare e spellarci le mani. Alla fine del concerto il colpo di genio e sfrontatezza – ci presentiamo ai camerini per “conferire urgentemente col sig.Bennato” . Grande sorpresa e cordialità ed infine quello che desideravamo: dove trovare una battente? …Dai fratelli De Bonis a Bisignano! Tralascio l’avventura per farci arrivare l’agognata chiatarra attraverso le mani di amici e parenti di un compagno di università di Cosenza…
Alla fine ci arrivò, legata con lo spago in una scatola di cartone, come si conviene nei più classici racconti dei migranti , dei quali ancora scimmiotto le canzoni e i bellissimi ritmi sulla battente dei fratelli De Bonis ( un abbraccio a Vincenzo, Maestro di grande arte). Claudio Renoldi.
|