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[11-03-2010, a  13:50]
Re: ROMA TARANTELLA FESTIVAL
Vi chiedo subito scusa per l'OT
Volevo solo riprendere rapidamente quanto detto da Valerio a proposito della lira

". la grecia è il primo nome a cui ho pensato perchè proprio da lì deriva lo strumento musicale ora utilizzato per la tarantella riggitana che è la lira calabrese. e, come tutti ben sappiamo, la calabria è stata colonizzata dai greci."

Lo strumento ORA utilizzato per la tarantella calabrese è PROFONDISSIMAMENTE diverso dalla Lyra conosciuta nell'Antica Grecia, cioè ai tempi della colonizzazione della Calabria di cui parlavi. E' diversa sia per la conformazione, sia per il repertorio che ci si eseguiva sopra, sia per le occasioni di utilizzo.

Per farla breve la Lyra dell'antica Grecia (spesso sovrapposta alla Kithàra) aveva 7 o 9 corde (quella attuale 3), nessun manico, ma due corna di bue che tendevano le corde sopra un guscio di tartaruga. Non era uno strumento legato a Dioniso e non veniva utilizzata durante riti e/o sacrifici agli dei, era invece legata alla poesia appunto LIRICA, ossia la poesia amorosa e questo la rendeva adatta ai banchetti e alle feste, in particolare i matrimoni.

Anche se il nome è lo stesso sono strumenti che non hanno quasi nulla in comune, come dice bene PierFilippo facciamo attenzione all'eccessiva grecofilia, suggerisce ipotesi suggestive, ma per lo più non fondate.
A questo si aggiunge che la Calabria fu ricolonizzata dai Bizantini più di 1500 anni dopo e l'ipotesi più accreditata è che sia quello il momento in cui arrivò in Calabria uno strumento più simile a quello oggi conosciuto. Sempre di provenienza greca si tratta, ma in 15 secoli lo strumento probabilmente aveva avuto modo di cambiare in modo radicale
Fine OT

Per il resto sono daccordo con Betsabea, meglio lasciare la tradizione dov'è e organizzare (come si sta facendo) per il pubblico romano una manifestazione di riscoperta della musica popolare.

Un giorno, quando non ci saranno problemi brucianti di budget, perchè magari la Provincia, il Comune o la Regione avranno un contributo da dare, potrà essere organizzato come a Torino un Festival dell'Oralità popolare: tanti palchetti piccoli e non amplificati in diversi angoli della città dove tanti gruppi più vicini alla tradizione per strumenti e repertorio possono farsi ascoltare



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