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Stai rispondendo al messaggio di: Pier Filippo
[09-03-2010, a  09:15]
Re: ROMA TARANTELLA FESTIVAL
Caro Tiziano, non è che il palco mi disturba
(guarda che di palco ne ho fatto tanto) è che
una manifestazione che ha come oggetto la tarantella
dovrebbe essere articolata in maniera tale che si possa, nei limiti
imposti dal fatto che si svolge in un luogo dove la tarantella
non c'azzecca niente e quindi decontestualizzata ( ma questo è un discorso
lunghissimo e periglioso da affrontare), quanto meno mantenere i caratteri
spontanei e di interazione tra suonatore/ballerini/comunità.
Capisco che organizzare una manifestazione della durata di tre giorni è un grosso onere (e qui
rinnovo il mio plauso per il vostro impegno e la vostra dedizione) ma io la proporrei in maniera
diversa, non per fare un "falso storico" ma per rendere il tutto ancora più coinvolgente.
Intanto eviterei di mettere sul palco i 9 gruppi di riproposta (capisco che per voi è un pillola amara da
ingoiare) a favore di una partecipazione di qualche suonatore tradizionale che però sapete benissimo
è spesso restio ad esibirsi su di un palco e tanto meno a lasciarsi amplificare.
Sapete meglio di me che se si suoni amplificati bisogna avere una perfetta conoscenza di come
stare su un palco.....non a caso viene richiesta l'agibilità ENPALS.......
Insomma io la organizzerei così:
1) diffusione sull'area dell'intervento di stand enogastronomici e di strumenti musicali e artigianato magari creando delle isole "territoriali"
2) presenza nelle "isole" di suonatori tradizionali che insieme ai vari espositori suonatori
potrebbero dare vita a tarantelle diverse sia per stile di esecuzione, appartenenza territoriale e strumenti utilizzati nell'esecuzione
3) in queste "isole" quindi si svolgerebbero le varie performances dando la possibilità ai frequentatori, ballerini, suonatori di avere ampia libertà di esibirsi e fruire della manifestazione.
praticamente quello che avviene ad Alessandria del Carretto, Scapoli, Maranola (cito queste tre situazioni che ho vissuto di persona) dove la vera festa non si svolge sotto il palco ma per le vie e piazze del paese dove l'intera comunità suona e balla.
E non pensiate che suonare per tre giorni tarantelle sia una rottura di palle....sai meglio di me che di tarantelle ce ne sono decine e decine....ecco inviterei il direttore artistico a fare una scelta
mirata in questo senso....mettere a confronto le varie tarantelle e le loro varianti sia per provenienza territoriale che per stile esecutivo che per strumentazione utilizzata.
Sarebbe veramente una operazione originale credo mai tentata e che uscirebbe dallo stereotipo delle varie feste pseudopopolari a cui purtroppo dobbiamo assistere da molti anni....
dai Tizià...ti immagini avere a stretto contatto di gomito un suonatore tradizionale di riggitana...altro che stage.......

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