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Stai rispondendo al messaggio di: Pino Pontuali
[29-10-2013, a  20:55]
Re: ragazzi che ronda !!!!
Domenica 26 ottobre è venuta a mancare Graziella Di Prospero.
E' stata, soprattutto per il gruppo di cui faccio parte da più di un ventennio "La Piazza", una delle maggiori fonti di spunti e suggerimenti per la formazione del nostro repertorio.
Ci ha lasciato una grandissima mole di documenti sui canti tradizionali del Lazio.

Le “testimonianze” raccolte di vario tipo coprono circa 300 ore di registrazione. Alcune tra le più significative e complete sono state riproposte da Graziella Di Prospero nei dischi-documento:
marzo 1975: Tengo ‘no bove se chiama Rosello . CF 22, lpp273
luglio 1976: AEIOU, alla scola ‘n ci voglio ì più. CF 46, lpp307
ottobre 1978: In mezzo al petto mio ce sta ‘n zerpente .CF/”, lpp387.

"Nata a Sezze Romano (LT) Graziella Di Prospero è giunta al canto popolare e alla ricerca sul campo in logica evoluzione degli altri interessi che hanno caratterizzato le sue attività ( a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta fino agli inizi degli anni Ottanta) e in particolare dalla professione di giornalista e scrittrice.
Per giungere a una maggiore conoscenza e comprensione del patrimonio etnologico e musicologico del nostro popolo, la Di Prospero si è dedicata per tutti gli anni Settanta a una ricerca sistematica sul campo condotta nel Lazio, validamente affiancata dal suo compagno Giorgio Pedrazzi.
L’intento è stato da una parte di restituire sistemazione critica, riappropriazione del patrimonio culturale di tale area geografica e dall’altra di fornire uno strumento da cui partire e del quale giovarsi per chi ne traesse stimolo per rendersi protagonista di una ricerca delle proprie radici culturali.
Contemporaneamente si è impegnata nel dare una corretta divulgazione del materiale registrato negli spettacoli e nelle apparizioni televisive che ha tenuto in quegli anni e negli album-documento che ha inciso nella Collana Folk della Cetra diretta da Giancarlo Governi ponendosi come componente “attiva” non solo di studio ma soprattutto di riproposta e riattualizzazione del patrimonio di tradizione popolare. E’ stata, per intenderci, con coloro che hanno rotto in quegli anni con una certa separatezza accademica, libresca della ricerca folclorica per fare una <<ricerca partecipe che, mentre lo analizza, risocializza il mondo culturale delle classi subalterne in tutta la sua ricchezza di sedimentazioni sia remote che recenti, senza perdere di vista che è tradizione popolare l’intero patrimonio anche di lotta delle classi lavoratrici >> (Tullio De Mauro:atti del convegno ECAP-CGIL, Muttenz 1975)

Ciò premesso, nella ricerca effettuata del Lazio durante gli anni Settanta, Graziella Di Prospero e Giorgio Pedrazzi hanno stabilito contatti e coinvolto nelle testimonianze circa 250 persone –informatori nelle diverse province della Regione.



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