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Stai rispondendo al messaggio di: Pino Pontuali
[17-01-2011, a  22:45]
Re: musica etnica popolare tradizionale
Concordo con Bet: la società è cambiata.
Perdendo la sua funzione originaria, la musica tradizionale si estinguerà; ciò dovrà avvenire senza rimpianti; rimpianti che dovranno essere invece destinati ai valori sociali che sono andati perduti.
Quel poco che "siamo" riusciti a "salvare" si è già trasformato in musica e basta.

Ci sono ancora porzioni (sempre più piccole) di territorio dove le tradizioni persistono; mi auguro che queste rimangano ancora al riparo dai "ricercatori". Una maggiore discrezione da parte nostra potrebbe prolungarne l'agonia.
E' chiaro che ormai stiamo cercando di chiudere delle stalle vuote; i buoi sono già scappati.
Personalmente, per un grande senso di rispetto per quelle comunità da cui ho tratto il mio repertorio di brani di musica popolare, non entro (se mai lo avessi fatto in passato me ne pento) in competizione per la conquista di un palcoscenico. Mi trovo più a mio agio a dialogare con il mio organetto con ed in mezzo alla gente.

I moderni gruppi che ripropongono repertori di origine popolare, ma con ammodernamenti condizionati dal proprio retroterra culturale, sono generalmente composti da validissimi strumentisti e a volte anche da validi musicisti; A questi sono destinati i palchi delle piazze; loro possono soddisfare le richieste dei moderni organizzatori.
Già una dozzina di anni fa coloro che volevano vivere con la musica popolare si affidarono a dei "manager" che, per calcare i palcoscenici delle piazze, li costrinsero a contaminare il repertorio creando il genere "etno-rock" ("Novalia", "I Ratti della Sabina", i "Nidi d'Arac", ecc.).

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