Stai rispondendo al messaggio di: Pier Filippo Melchiorre
[03-02-2009, a 17:45]
Re: Censimento gruppi che eseguono musica popolare
caro Tiziano vorrei che tu, o altri, si esprimessero rispetto a questi punti
al fine di stabilire "tradizione", "contaminazione", "rielaborazione", "reinterpretazione":
1) qual'è la fonte originale dal punto di vista musicale dalla quale attingere?
1.a - portatori ancora viventi ed esercitanti (quindi fonti certe rilasenti diciamo a 70 anni fa)
1.b - registrazioni sul campo effettuate negli anni 50-60 (periodo dell'inizio della massiccia ricerca sul campo)
1.c - fidarsi dei gruppi che hanno inciso materiale sonoro magari confrontando diverse versioni di alcuni canti tra i più rappresentativi dei vari ambiti territoriali
1.d - i Dischi del Sole o della Albatros
1.e - i giovani portatori della tradizione che spesso, però, confondono la tradizione con il folKlore
2) quali strumenti musicali utlizzare?
2.a - quelli autenticamente popolari facenti parte dell'ambito territoriale in cui si opera
2.b - tutti gli strumenti popolari della tradizione diciamo del centro-sud
2.c - tutti gli strumenti popolari dell'Italia
2.d - tutti gli strumenti popolari del Mediterraneo
2.e - qualunque tipo di strumento musicale
3)in quale ambito territoriale si deve operare, che linguaggio usare, che tipo di repertorio proporre
3.a - operare nel proprio ambito territoriale
3.b - operare in ambiti interterritoriali (per esempio centro-sud) sfruttando affinità stilistiche e di repertorio
3.c - operare nell' ambito mediterraneo
3.d - operare nella world music
Io credo, e se c'è qualcuno che vuole aggiungere qualcosa ben venga, che relazionando
questi elementi si può definire quando un musicista, o gruppo, possa essere definito di tradizione o meno.
E' chiaro che alcuni elementi non possono essere rigidi ma legati alla possibilità, più
efficace che nel passato, di circolazione delle idee.
Infatti, come nel passato alcuni fenomeni consentivano l'affermazione di temi, canti, usanze, strumenti
da un luogo all'altro, sulla scia di transumanze e scambi commerciali e riti religiosi (non dimentichiamo per esempio il ruolo delle fiere o dei pellegrinaggi per quanto riguarda la divulgazione del repertorio popolare) a maggior ragione con i mezzi attuali è possibile che questo interscambio avvenga con
più frequenza rispetto al passato, oppure rimamdiamo la possibilità di interscambio solo alle fiere e ai pellegrinaggi invece che a E-mail o Internet.
Ma anche rispetto a tutto ciò: quali scelte di assimilazione e trasformazione o adattamento sono
lecite? Fino a che punto si può osare? Va bene tutto oppure lo scambio può avvenire solo se si va a Manarola, piuttosto che a Scapoli o alla Madonna Avvocata piuttosto che a Montemarano?
Mah..........
saluti
Pier Filippo
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