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Stai rispondendo al messaggio di: carlo
[24-09-2008, a  19:52]
Re: LEGNI
caro Tiziano,una volta le chitarre si costruivano esattamente come si fa oggi. I liutai che costruivano strumenti di pregio si procuravano, per il piano armonico, il famoso abete di risonanza (non necessariamente il declamato abete della Val di Fiemme..), quelli che non se lo potevano permettere utilizzavano i legni a portata di mano (i famosi strumenti popolari..). Non ho capito bene se vuoi rifare completamente la tavola armonica, o ,(cosa che ti consiglierei) riparare quella esistente.
Nel primo caso puoi acquistare il legno da una segheria specializzata tipo Rivolta di Desio, Goth di Cazzano (sic!) di Tramigna ecc. Dovresti ordinare anche i listelli per le catene.
Nel secondo caso ti puoi procurare un generico pezzo di abete (la trave della cucina della zia, il pallet nel negozio di elettrodomestici, o più semplicemente andando in un brico faidate a comprarti un listello), lavorarlo allo spessore e forma voluta e fare l'intarsio.
Riguardo le chitarre Di Giorgio la mia opinione coincide esattamente con la tua.
Nonostante vengano tuttora ritenuti strumenti di un certo pregio, la maggior parte delle Di Giorgio presenti in Italia sono un pò delle ciofeche.
La famiglia di liutai brasiliani Di Giorgio (di evidente origine italiana) fino agli anni 70 fece strumenti di ottima fattura, fatto che ne accreditò la meritata fama.
Durante gli anni 70 si verificò una sorta di decadimento, a livello mondiale, nella costruzione delle chitarre acustiche dovuto alla produzione di massa a livello industriale per rispondere alle mutate richieste di mercato. E' all'incirca in quegli anni che lo strumento chitarra ritorna ad interessare un numero sempre maggiore di persone e lo fa secondo una logica consumistica. Se abbassi il prezzo devi sacrificare la qualità.
Se guardi i filmati dell'epoca ti accorgerai di come anche affermati autori, cantanti, esecutori utilizzavano degli strumenti abbastanza dozzinali (con esclusione dei musicisti classici che hanno sempre pagato soldini per avere una buona chitarra di liuteria).
Il merito della fine di questa decadenza spetta ai liutai giapponesi, Hiamaha in particolare, che sul finire dei '70 propose sul mercato strumenti industriali di ottima fattura a prezzi più che ragionevoli.
Seguirono le storiche marche liutaie americane.
Di Giorgio negli anni settanta era diventato un mito e una moda perchè effettivamente nei negozi di strumenti erano le chitarre più belle e costose ( le altre erano cose impressionanti -ne posseggo alcune- in quanto a ssole).
Riguardo all'uso del compensato non si devono avere pregiudizi tout-cour. Già nel '500 alcuni liutai si cimentarono nell'uso di questo materiale resistente e, all'epoca, estremamente costoso e difficile da costruire.
Il problema del compensato è che ha delle caratteristiche vibrazionali che lo rendono assolutamente non idoneo per strumenti con grandi tessiture armoniche come la chitarra o il violino.
Al contrario è particolarmente adatto per contrabbassi jazz, arpe, dulcimer ecc. dove oltre a non influire negativamente sulla timbrica dello strumento ne aumenta notevolmente la resistenza meccanica.
Nel salutarti con un abbraccio mi firmerò per esteso assumendomi a pieno la responsabilità di quanto detto su Di Giorgio anni'70 convinto che farà rizzare i capelli a più di una persona di quest'italietta reazionaria e conservatrice che stiamo vivendo.Ciao

Carlo Lo Cascio, liutaio in Udine

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