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[30-04-2008, a 18:57]
Re: Canti sull'acqua
"LELLO" PESCATORE, TRADITO DAL SUO MARE
Ascea Marina, negli anni '40 era un piccolo borgo marinaro, dove guadagnarsi da vivere per i pescatori, era molto faticoso: si usciva in mare anche con condizioni meteorologiche proibitive, a volte rischiando molto, anche la vita.
Ancora vive nella mente degli anziani asceoti, il ricordo di quella tragica notte di febbraio dell'anno 1944, quando "Lello", a largo del golfo di Velia, era andato a pescare le alici con la lampara. C'erano anche altre barche e fra queste quella del fratello, "u' Bbirbànti".
In barca si usciva in due.
In coppia con "Lello" quella volta c'era "Peppo re Rosa". La serata sembrava calma, intanto "Lello" aveva già avvertito grazie alla sua esperienza, che il tempo meteorologico stava mutando. "U' Bbirbanti" che aveva percepito i cattivi presagi, già gridava animosamente a tutte le barche vicine: "stai pe' se mette lù viènto! Sarpàti! Sarpàti!!"
Erano trascorsi pochissimi minuti, che quel lieve vento si era già trasformato in un libeccio freddo e minaccioso.
"Lello" e gli altri pescatori trovarono corpose onde. Intanto, il pescatore addetto a suonare la "tufa", già soffiava con tutto il suo fiato nella concentrica cavità della conchiglia, per ricevere aiuto dai pochi abitanti del borgo.
La barca di "Lello" fu travolta da una poderosa onda e si capovolse. I due sfortunati pescatori furono letteralmente scaraventati in mare: "Peppo re Rosa" fu sospinto da un'onda fin sulla battigia; "Lello" molto probabilmente, nel cadere fu colpito duramente da un oggetto pesante riposto in barca, e non riemerse mai più. Il suo corpo non fu mai trovato. Quell'amara esperienza rimase sempre impressa nelle loro menti, insieme al ricordo di Lello, pescatore coraggioso e di indole allegra, scomparso nel nulla.... in una tragica notte di febbraio.
Un vecchio pescatore di Ascea da tempo emigrato in Venezuela, dice che "Lello" veniva anche chiamato "capo r'aucièddo", poiché era tanto veloce e leggero nel nuotare, da sembrare un uccello . Se ci capiterà, alzando gli occhi al cielo, di vedere sul mare di Velia un intrepido gabbiano, sottovoce sussurreremo: vola "Lello", vola ancora!
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