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[10-08-2012, a  09:35]
Re: commenti agli eventi
"Pro-loco o Pro-loro?"
Osservando l'estremo passaggio di Caronte ed in attesa di un atto di misericordia di Caligola, vestiti i panni del turista-bagnante, ho doverosamente visitato alcuni dei diversi "appuntamenti" che proliferano come pappataci nel sacco di farina dei festeggiamenti estivi del Cilento. In questo Mare Morto di iniziative la fanno da padrone l'offerta di pietanze (fusilli,, salsicce,, patatine fritte.. dolce tradizionale..) che di tradizionale non hanno neanche il nome e figuriamoci gli ingredenti. Ovviamente in questo trionfo di gastro-somministrazioni similtradizionali spiccano come mosche bianche alcuni dei veri gioielli della tradizione, offerti al pubblico che non cerca solo di risparmiare sulla cena (che non è da disdegnare) o che non si accontenta dell'estiva trasgressione di cenare su una panca al suono di un CD, ma cerca con pazienza e discrezione quelle piccole cose buone: le cipolle di Mercato C.to, le cicerchie mmaretate di Stio oppure le coteche 'mbuttunate di Castel San Lorenzo.
Diverse ed estreme le formule adottate da questi novelli e spesso improvvisati "organizzatori", che spesso riescono a malappena ad organizzare la loro giornata, ma sulle spalle dei quali le amministrazioni scaricano il peso di "fare turismo" quando invece questo richiederebbe ben maggiori competenze, cure, attenzioni e risorse, visto che in tanti casi il turismo rappresenta l'unica "azienda" locale.
Alcuni organizzatori, e sono i più, puntano esplicitamente e senza gogna sulla offerta di menù a prezzo apparentemente contenuto (per poi arrivare magicamente a 16 euro), senza nemmeno ventilare attrattive collaterali di carattere ludico, se non citare la presenza di generiche bancarelle, o magari piazzando due panari e un manico di qualcosa (su una balla di paglia) in qualche macabro vascio, a simulare dimenticati (e irriconoscibili) vecchi mestieri, oppure, con un pindarico sprazzo "fanno cultura" appiccicando 5 foto 10 x 15 su un cartone sulla porta di un trappito, a sua imperitura memoria. Spesso e con bronzea baldanza a questa formula viene affibbiato il nome di SAGRA, senza nemmeno conoscerne il significato o il senso. Troppe volte in questo tipo di "evento" tutto il "programma" si estrinseca nel rendere pubblico l'orario di apertura delle casse. Questa è indubbiamente la formula più adottata, e più dura a morire; ma anche la più pericolosa. Pericolosa per l'economia locale, come rilevato di recente da Confcommercio che, prendendo in esame quanto accade in una regione, ha reso noti una serie di dati che dimostrano un impatto negativo sul fatturato dei pubblici esercizi, ed in particolare sulla ristorazione pubblica, che va dal -4 % al -33%. Si, sulla ristorazione pubblica, perchè questi piccoli imprenditori che gestiscono i pubblici eservizi che, pagando le tasse tutto l'anno, avrebbero il diritto di essere tutelati specialmodo nel periodo di punta dell'afflusso turistico, vengono invece bellamente danneggiati dalle sedicenti "PRO LOCO" che anzichè adoperarsi per favorire l'economia locale, hanno come unico scopo il rimpinzamento delle casse dell'Associazione, "PRO LORO" insomma, e il tutto con contorno di concorrenza sleale, di elusione di tutte le normative igienico sanitarie, di sicurezza e fiscali, che oltre a procurare un danno all'erario concedono un pietoso colpo di grazia alla già malandata economia del territorio. Questo tipo di evento oltre al danno economico "lascia" al territorio esclusivamente cumuli di stoviglie usa&getta da smaltire.
All'estremo opposto la formula adottata dalla Fondazione Gian Battista Vico di Vatolla, eccellente e assolutamente da copiare, che ideando l'evento "Nundinae" si è posta un primo obiettivo, cioè di attrarre i visitatori, allestendo un piacevolisismo e ben selezionato mercatino che spaziava dall'usato-antiquariato (cocci, vetri, utensili, armi, quadri ecc..) all'artigianato dei tessuti lavorati di pregio (canapa, lino, pizzi) passando per i banchetti che offrivano le meraviglie locali, cipolle, soppressate, capicolli, formaggi, casoricotte, caciocavalli, origano, dolci tradizionali (pizza roce annasprata), vino, olio, pere secche ed altre delizie, il tutto allietato da discreta musica dal vivo (senza l'inutile palco) che intratteneva i convenuti che lietamente poi potevano visitare (al costo di 1,50 euro a persona per la guida) i luoghi dove dimorò il celebre Vico, godendone e apprezzandone le opere e gli ambienti vissuti ed anche lo stupendo panoroma che anche i suoi occhi avevano apprezzato: l'isola d'Ischia che nelle luci del tramonto faceva capolino fra Capri e Punta Campanella (immagine struggente che certo non ostacolava il pensiero filosofico..).
Ed ecco il punto: a coronamento e degno supporto della serata i Ristoratori del luogo offrivano dei menù promozionali dedicati alla Cipolla di Vatolla, offerta sotto varie forme ed accompagnata da splendidi affettati di pecorino, capicollo, pancetta e soppressata rigorosamente del luogo. Il tutto nel rispetto della legalità, di chi paga le tasse tutto l'anno, della promozione dei prodotti agro-alimentari locali, dell'economia locale nonchè (non ultime) della salute e del sollazzo del visitatore. Davvero un evento "PRO LOCO". Alfonso Toscano, 10 agosto 2012

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