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Stai rispondendo al messaggio di: Giancarlo Petti
[24-01-2008, a  08:54]
Re: Costruttori di flauti di canna.
Ciao Michele e ciao Lugi.

Le notizie riportate sono interessanti, anche se un pochino confuse e note agli addetti ai lavori, però, visto che comunque sono molto utili, mi permetto, in tutta umiltà e in qualità di costruttore di friscaletti, di commentarle un po'.
Chiaramente pretendo ogni eventuale correzione, a quanto riporto a commento.

Tu dici:
“ I fori devono essere perfettamente in linea con il becco”

E' consigliato, ma non tassativo. Alcuni fori sono talmente “disallineati” che sono addirittura nella parte posteriore dello strumento, senza grosse influenze sul “timbro”.

“possibile in fase di realizzazione controllare guardando lo strumento da dietro, pena: il timbro dello strumento"

Più facile tracciare una linea a matita sulla quale allineare i fori. A guardare da dietro non si vede assolutamente nulla; casomai guardare dall'alto in basso, dal becco in giù, tenendo il flauto inclinato.

"I fori vanno cominciati dal basso"
"Cominciati" suona malissimo, è pero verissimo: il primo foro da fare è quello inferiore.

"Iniziare a fare i fori con un diametro minimo (3-4 mm) ad occhio, e poi cominciare a vedere l'accordatura"

E' vero che bisogna fare fori piccoli inizialmente, però la dimensione dipende da fattori diversi: diametro e lunghezza della canna e nota che il foro deve dare. A volte 3-4 mm sono già troppi e ... non si può tornare indietro!

"I fori calanti si portano a tono aumentando il diametro dei fori, progressivamente, dal basso verso l'alto, ovvero in direzione del becco"

E' vero.

"l'ottava perfetta, considerando che il friscaletto ha il portavoce (come i flauti dolci) si regola ad occhio, considerando la distanza dalla finestrella al primo foro superiore (escluso quindi il portavoce), su questo però ho dei piccoli dubbi"

“L'ottava perfetta” (buona intonazione complessiva) si ottiene facendo bene tutte le operazioni e nell'ordine giusto. La distanza del primo foro dalla finestrella è una conseguenza della distanza tra i fori, visto che si inizia dal basso. Dipende comunque dal diametro e dalla lunghezza dello strumento.



"una volta accordati i fori si può cominciare a vedere la scala sulla quale è stata costruita, a partire dalla tonica (III foro)"

Beh!.... Per accordare i singoli fori bisogna sapere in partenza la scala che si vuol ottenere.
Giusto dire che con i due fori inferiori aperti si ha la “tonalità” dello strumento.

"Di solito l'ultimo foro è un po' più lungo .gli ultimi ad essere intonati devono essere gli ultimi 2 fori e il portavoce."

Se la distanza tra i fori è “giusta” i fori saranno di ugual diametro, altrimenti saranno diversi tra loro. Vale anche per l'ultimo.

- Il nodo alla fine della canna ci deve essere sempre perchè garantisce una buona vibrazione (consistenza del suono), e perchè regolando l'apertura interna del foro è possibile modificare intonazione, fiato che occorre per suonare e pure il timbro (aprendola si alza l'intonazione).

Giusto. In più garantisce una certa resistenza allo schiacciamento, che non guasta.

"Per alzare la tonalità si accorcia la canna, ma fino al nodo e non oltre"

Vero. E' la prima operazione da fare. La si fa appunto per intonare lo strumento nella scala voluta (quello che dicevamo prima)

" Le misure perfette dell'apertura che taglia l'aria nel becco sono
6,5-7mm x 8 mm, ovviamente si tratta di misura indicativa xchè l'apertura dipende dalla grossezza della canna."

Sono misure molto indicative. In effetti dipendono dalla canna.
Misurando tanti strumenti che ci soddisfano come suono, è possibile scoprire le proporzioni tra dimensioni della canna, finestrella, fori.
La maniera migliore, per non sbagliare è quella di “copiare” uno strumento buono. Senza però smettere di sperimentare.

"Il canale che porta l'aria alla finestrella va sagomato sia nella zeppa che all'interno della canna e deve avere sezione via via decrescente, in modo che possa aumentare la pressione dell'aria e arrivare abbastanza potente alla finestrella."

Diciamo di sì. La sezione decrescente, si può ottenere in diversi modi, ma non è necessaria in maniera tassativa.

"Il canale suddetto deve essere anche ben direzionato verso la linguetta che taglia l'aria e bisogna strutturare la zeppa in modo che non ci siano perdite d'aria."

Giusto

"La zeppa si può fare con legno di fico (stagionato) visto che è facile da lavorare (e non si sbriciola come il sughero)."

Di questo abbiamo già parlato precedentemente.

"Ricordo infine che i friscaletti siciliani sono con fori 7+2 o 8+1, quelli più diffusi sono i 7+2 e i due fori posteriori sono: quello vicino al becco è portavoce, l'altro è nota."

Vero che il più diffuso e conosciuto è il 7+2, ma ve ne sono davvero tanti modelli diversi.

"Il becco può essere sagomato in due diverse maniere: o angolato o ricurvo, il primo se non sbaglio è detto alla messinese, il secondo alla catanese....
Scusate se ho scritto male le info ma le ho ricopiate un po' dagli appunti e da cose scritte in un'altro sito, sempre da me, in base ai miei appunti, un po' da ricordi... spero solo di poter rivedere l'anziano costruttore di cui ho parlato, visto che presto andrà in pensione e si trasferirà.."

Non ti devi scusare di nulla: grazie per il contributo.
Se ne hai la possibilità facci sapere ancora qualcosa o semplicemente le tue impressioni- riflessioni. .


"Circa il discorso del microonde, l'anziano costruttore mi ha detto che è possibile usarlo, (stagionatura di 20 anni in 20 minuti) ma molti hanno avuto dei dubbi, così ho fatto ricerche che possono esaudire ogni dubbio, i risultati li riporterò appena possibile..."

Per favore... basta con il microonde!!
Tutti i processi di stagionatura sono “riproducibili” in maniera diversa dal naturale decorso, ma non è la stessa cosa.
Usare alte temperature per esempio, provoca sì “l'evaporazione dell'umidità residua”, ma non “compatta” il legno come nel processo naturale, si avrà quindi una struttura più porosa, dal suono ovattato e pronta a riprendere l'umidità persa così fretta.
... A me il vino invecchiato con i trucioli di legno... non piace!

Saluti, Giancarlo Petti

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