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Stai rispondendo al messaggio di: Giuseppe
[09-03-2013, a  00:25]
Re: Costruttori di flauti di canna.
ciao Edoardo, io sono di Messina e ho imparato a suonare e a costruire i "frauta a paru" da un signore di 87 anni originario di Santo Stefano Briga, un villaggio sul versante jonico dei Peloritani. nella versione siciliana sono due flauti di lunghezza diseguale (1 o 2 dita di differenza) accordati all'intervallo di terza, grazie ad una grande apertura scavata sul retro della parte bassa della canna più corta. la canna più lunga detta maschio ha fori 3+1 e produce 5 suoni, che non sono altro che i primi 5 suoni di una scala maggiore partendo dalla nota più bassa. la canna corta detta femmina ha fori 4+1 e non è altro che il proseguimento di questa scala partendo dal 3° grado, e quindi 3°, 4° e 5° grado in comune con l'altra canna e poi gli altri gradi fino a giungere al 1° grado all'ottava superiore. quindi la somma dei suoni delle due canne corrisponde ad una scala diatonica nell'ambito di un'ottava. i flauti a paro vengono suonati con varie tecniche complesse in cui gioca un ruolo fondamentale la punta della lingua, che agisce direttamente sulle imboccature dei due flauti...anticamente i suonatori più abili lo suonavano sfruttando questa scala diatonica appena descritta e quindi mutuando lo stesso repertorio del friscaletto. piu generalmente si suonava alla "ciaramiddara", ovvero come una zampogna a paro, solo che la canna melodica riceveva un flusso di fiato continuo e indistinto mentre la lingua agiva ritmicamente sull'imboccatura della canna dell'accompagnamento creando l'effetto di staccato.

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