Stai rispondendo al messaggio di: betsabea
[13-06-2007, a 19:24]
Re: Un etnoturismo responsabile è possibile?
Sai Avvocatista, a volte con questi "viaggi" si pensa di poter abbandonare, anche se per poco, il proprio retroterra culturale ed economico, di uscire dai modi quotidiani e frettolosi per immergersi in un contesto diverso, con l’illusione di partecipare ad un evento irripetibile. Si va verso il mito di un antico modello di rapporti umani tra le persone che però spesso si infrange contro una realtà meno idilliaca. L’incontro, per definizione, coinvolge due persone che si interessano l’uno dell’altro. Mi sembra che ormai i visitatori delle feste sono considerati dai locali come spettatori di passaggio con cui diventa impossibile intrecciare relazioni sociali. Non c’è scambio né legame perché tutto questo richiede del tempo, è il tempo che non abbiamo. L’identità individuale stessa del visitatore scompare nella moltitudine e nella fretta…
Di ritorno da una festa per prima cosa mi chiedo: ma il mio coinvolgimento emotivo trova un equivalente nei pensieri delle persone che mi hanno ospitato? È ovvio che ci piace pensare che gli incontri che facciamo siano importanti anche per chi ci ha conosciuto, che abbiamo lasciato loro qualcosa. Ma spesso al nostro slancio non corrisponde un altrettanto intenso da parte degli altri.
Ecco in questo caso qualcosa non ha funzionato in quelli che erano i miei propositi..
Per fortuna a volte l’incontro accade..
: )
ps. oooooooooooooh finalmente una persona di buon senso! sarai ospite alle mie feste su second life (è obbligatorio lo smoking, ops il gilet di capra..)
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