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Torna all'elenco argomenti | Messaggi | Lunedi 17 Febbraio 2025

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Stai rispondendo al messaggio di: Pino Pontuali
[13-06-2007, a  14:45]
Re: Un etnoturismo responsabile è possibile?
"Cosa possono fare questi strani figuri per non fare la fine degli..........
e soprattutto
"Cosa si può fare per scongiurare lo sputtanamento delle poche "Feste" sopravvissute allo sterminio?"

Credo che l'atteggiamento possa essere nocuranza o rassegnazione. La società si evolve nonostante noi.

Sentir raccontare di quando le donne cantavano le canzoni "local-popolari" (narrative, stornelli, ecc.) mentre al lavatoio pubblico, magari d'inverno', lavavano i panni, con la pelle delle mani che si screpolava, ci sembra tanto una situazione romantica da conservare, invece oggi, con la lavatrice, la situazione è cambiata e nessuna di quelle donne vorrebbe tornare indietro.
Il contadino, che si rompeva la schiena con la zappa e con la vanga, oggi usa mezzi motorizzati per fare gli stessi lavori e ci maledirebbe se lo costringessimo di nuovo a quei lavori manuali.
Le feste erano funzionali a quella vita dura; è sintomatico che chi ha vissuto quella vita, ha cantato quelle canzoni e ha ballato quei balli oggi cerchi di dimenticare (almeno fina a quando scopre di venir monetizzato esibendo quella cultura).
Quindi si interessa alle tradizioni popolari solo chi quelle tradizioni non ha vissuto.

Tre anni or sono andai a Santa Fiora, sulle pendici del monte Amiata, per assistere alla festa della posa dell'albero del maggio (evento di antichissima tradizione) ed assistetti al trasporto, con un trattore, dell'albero ed alla sua erezione al centro della piazza. Con mio stupore non vidi nessun anziano cantore o musicista sottolineare l'evento, anzi mi colpì l'esiguo numero dei partecipanti (circa quindici persone) e la loro età media (circa cinquanta anni).
Alzando gli occhi alla sommità dell'albero capii di colpo : due bandiere sventolavano: sopra quella rossa con falce e martello e subito sotto quella arcobaleno.
La festa tradizionale del maggio era stata scippata dalla politica.

Le "feste di paese" erano veri momenti di aggregazione di cui si sentiva assoluto bisogno. Oggi, con il mutato sistema di comunicazione tra le persone (telefono, cellulare, giornali, televisione, internet, ecc.), è venuta meno la necessità della festa "di una volta".
Ecco pertanto che gli "avvoltoi" si appropriano dell'evento per scopi diversi (in genere economici) nel totale sacrosanto disinteresse di chi ne è stato partecipe evolutore.

Secondo me non c'è niente da salvare.
Noi stessi che militiamo per il recupero non delle tradizioni ma del modo con cui esse venivano trasmesse e/o celebrate, non ne siamo partecipi, ma osservatori esterni e come tali non possiamo far altro che osservare l'evoluzione della cultura popolare.
Qualsiasi tentativo di modificare questa evoluzione stravolge quel concetto a noi tanto caro: la tradizione.

Pino

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