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Stai rispondendo al messaggio di: Ronna Paulina
[09-05-2007, a  16:06]
Gare de stornelli a 'ntuzzà: antichità?
Notando con gusto e con piacere che il thread degli stornelli è ripartito alla grande, con l’ingresso di un nuovo stornellatore, e che il registro preso dalla tenzone è diventato piacevolmente eccitantemente agonistico, tra millanterie e bonarie canzonature, mi sono chiesta: Ma quanto sò antiche le gare de stornelli a ‘ntuzzà? Ma quanto sò diffuse le competizioni di stornelli a dispetto, se possibile anche più sanguinosi? Come mi capita spesso, detto fatto ho aperto un libro a caso ed ho immediatamente trovato la risposta. Un pò più hard, ma sapete che a me piace IL SANGUE!!!!

Antichissime gare di parole con forti elementi antitetici, dove s’inveiva contro un avversario con millanterie e ingiurie occupano un posto speciale in culture molto differenti, teniamolo presente programmando un festival dello stornello.

Stornelli eschimesi- FINO A POCO TEMPO FA , quando un Eschimese (Innuit) voleva sporgere querela a un altro, lo sfidava a una gara di tamburo e canto: i due avversari s’indirizzavano a vicenda strofe oltraggiose, accompagnandosi non con l’organetto, ma col tamburo, per lo più su questioni di femmine; non solo, ma la stornellata veniva accompagnata da torture e maltrattamenti, come soffiare ("sciatare") sul viso dell’altro (nel nostro festival, però, dovremmo acconsentire solo dopo aver mangiato bruschetta all’aglio), colpirlo fronte a fronte (e in caso di dispute per corna, voi mi capirete...), spalancargli le mascelle ... il che a volte colpiva tanto la sensibilità del pubblico, che qualcuno scoppiava in un pianto dirotto, mentre altri sghignazzavano, applaudivano, incitavano e aizzavano, altri ancora se ne andavano a letto. Quindi non dimentichiamo d’invitare al nostro festival dello stornello anche qualche eschimese...

Stornelli arabi- Se le spese di viaggio per gli Innuit dovessero rivelarsi troppo gravose, possiamo almeno invitare qualche stornellatore arabo, più a portata di mano? Dev’essere abbastanza vecchio, però. Le gare di discorsi ingiuriosi hanno occupato, infatti, un posto importante nel paganesimo arabico pre-islamico col nome di “mufàkhara”; esse erano tenute a tempi stabiliti, insieme con le fiere annuali e dopo il pellegrinaggio e potevano presentarsi tribù, clan o individui a stornellare; a volte si fissava anche un tema, la rima e il metro, e le parti si alzavano e si sedevano, stornellando, a turno e, per fare più impressione, c’erano anche arbitri o giurati (la metà dei quali alla fine dovevano battersela).

Ma i Greci soprattutto rivaleggiavano in tutto ciò che potesse prestarsi a una gara. Nell’antica Grecia si trovano numerose tracce di antiche gare festive d’insulti, canti canzonatori e beffardi tra uomini e donne, per esempio alle feste in onore di Demetrio, Dionigi o Apollo. Non solo, ma se pensiamo di aver inventato noi gli (squallidi) spogliarelli maschili dei Centocelle Nightmare per lottomarzo de noantri, ci sbagliamo, perchè (con funzione intrensecamente diversa) gare di bellezza fra uomini facevano parte delle feste panatenee e delle tesee; se c’illudiamo d’aver inventato chissacchè con le gare di birra e rutti nelle feste “certiche” sempre de noantri, ignoriamo allora che nei simposi si rivaleggiava nel restare svegli e bere (festa delle libazioni), col risultato che una volta 35 partecipanti morirono all’istante e altri 6, tra cui il vincitore, in seguito. Ma qui andiamo OT.

In conclusione, ho scoperto in questo libro che abbiamo in tutte le epoche e su tutta la terra un complesso di concetti e usanze identiche, che noi chiamiamo: gare di stornelli a tema antagonista, a dispetto, a 'ntuzzà, fenomeni culturali in cui il primo fattore è il gioco, il cui fine è assicurarsi riconoscimento dell’onore personale e veder riconosciuta la propria superiorità linguistica e musicale e non solo.

Ah, il libro è:
J. Huizinga- Homo ludens- Einaudi

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