Stai rispondendo al messaggio di: Pino Pontuali
[01-10-2007, a 09:48]
Re: Costruttori di organetti
Caro Tiziano, il repertorio popolare del centro-sud Italia si suona tradizionalmente con il due bassi all'ottanta per cento perché, con l'avvento dell'organetto si è naturalmente trasformato conservando buona parte della grammatica musicale impostata dalla zampogna. Ci sono però importanti sacche del territorio dove, sempre naturalmente, l'evoluzione ha imposto una grammatica più complessa.
E' il caso della musica ciociara, che ho già accennato nella descrizione dello strumento standard ciociaro, tenendo anche conto di un fatto particolare: data la importante presenza sul territorio della provincia di Frosinone di famose abazzie, i cui monaci molto hanno interaggito con le comunità pastorali, il canto gregoriano ha influenzato la cultura contadina di quei luoghi, e questo si avverte ascoltando sia i canti che le ballarelle ciociare.
Per cui per ben rappresentare tradizionalmente questa musica bisogna usare un organetto ad otto bassi però con lo standard ciociaro.
E' anche il caso dello zumparieddu calabrese, che ha al suo interno modulazioni che esulano dalla tonalità principale; lo strumento usato è un otto bassi standard italiano.
E' anche il caso della pizzica di corteggiamento che si suona (e si canta) nella zona di Villa Castelli in Puglia, dove tradizionalmente si usa l'organetto ad otto bassi standard italiano, perché presenta al suo interno fraseggi con modulazioni diverse.
Inoltre c'è da dire che, anche se in tempi più recenti, che la musica per friscaleddu siciliana, se la si vuole suonare correttamente con l'organetto, è necessario usare un otto bassi con standard italiano, come pure per la tarantella di carnevale di Montemarano, come pure per la tammuriata campana ed infine per la musica sarda.
Il due bassi comunque, a mio avviso, è lo strumento ad ancia libera con una grande carica comunicativa ed aggregante che altri strumenti faticano ad eguagliare.
Pino
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