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Stai rispondendo al messaggio di: Giovanni Amati
[22-05-2009, a  19:59]
Re: Costruttori di organetti
Scusa David, di che paese sei originario? E' triste quello che dici del dialetto, possibile che non lo parlino in paese? O sono solo i tuoi cogini o i giovani? Non tutte le famiglie parlano il dialetto anche nei paesi piccoli, a volte non lo ritengono consono "al loro ceto sociale". I miei cugini americani non parlano più nemmeno l'italiano, i genitori gli parlano inglese, lo capiscono però, come il dialetto, ma ripeto sono gli unici italiani nel giro di km e sono molto, molto benestanti, i tipici zii d'America insomma! Nei paesi della mia zona, specie i più interni le maestre di scuola elementare si dannano l'anima per "alfabetizzare e sprovincializzare" questi poveri ignoranti dialettofoni! In Calabria (ma non solo) in alcune scuole ho sentito di multe per una parola di dialetto, questo pur facendo ribrezzo,vuol dire che lo parlano.Le comunità arbereshe (non si dica mai che è un dialetto! ma è un discorso allargato a tutte le lingue "altre" rispetto alla lingua ufficiale) lo insegnano prima dell'italiano (non tutte) ho sentito parlare correntemente bambini nelle scuole materne. Questo non vuol dire che le lingue locali non siano in pericolo..Come dicevo della musica, molti studiosi di dialetti vanno proprio nelle comunità emigrate a svolgere le loro ricerche. Sarebbe bello registrare dialoghi e documentare parole "strane" anche per riportarle a casa, è difficilissimo reinmettere nell'uso parole dismesse, più della musica, ma almeno che ne rimanga la memoria! A scuola ci fanno una testa così (e non solo) sugli antichi romani, sappiamo pure cosa mangiavano,con tutto il rispetto, ma possibile che non dommiamo sapere come parlavano i nostri nonni?
Risaluti a tutti
Giovanni Amati

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