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Stai rispondendo al messaggio di: stefano
[10-03-2007, a  16:27]
Re: uso solistico della battente
Non voglio sicuramente fare un apologia di Marcello Vitale, ma devo dire che ho trovato in lui una persona sempre disponibile nei dopoconcerti, durante stage (assieme a Tommaso il mio primitivo del Cilento preferito e mio fratello adottivo) e in tutte le occasioni in cui mi è capitato di incontrarlo. Credo che sia ancora più difficile addentrarsi in territori inesplorati del tipo tecniche soliste andando a scovare e a rispolverare pezzi dimenticati da secoli, o inventarsi qualcosa di nuovo, o ancor meglio adottare tecniche provenienti da altri strumenti (tipo chitarra barocca) o anche classica nel caso dei campanillos adattandole alla chitarra battente, che come mi disse un amico una volta che gli mostrai una delle mie “è uno strumento sformato ma con un suono accattivante”. Devo dire che la prima persona circa 11 anni fa che quando gli chiesi che cos’era (già c’era stato il colpo di fulmine) si girò silenzioso la prese dalla custodia e mi disse “provala” è stato proprio Marcello.
Ciò detto vorrei fare un paio di considerazioni.
1) io con la battente ci suono di tutto o tutto quel che mi capita di suonare, è il mio strumento preferito e visto che ha circa un’ottava e mezzo di estensione (il che non è male) non vedo perché non possa essere utilizzata come strumento solita. Per quel che mi concerne sono molto attratto da inserire dei passaggi melodici intrecciandoli nella ritmica il che alle volte quando mi riesce crea delle progressioni non malvagie.
2) Non sopporto gli pseudosacerdoti della tradizione (spesso autoproclamatisi) che storcono il naso quando vedono qualcosa che esce dai canoni del loro modo di pensare o di aver vissuto la cosa e che poi salgono su un palco e casomai hanno lo strumento scordato adducendo anche a questo una “contadinità” da appassionato e a volte anche fortunato ascoltatore di rare chicche che non amo registrare perche ritengo che se vissute bene determinati tipi di esperienze si ricorderanno per sempre (casomai filtrate dalla mia sensibilità) non ho mai sentito un maestro contadino o un maestro pastore suonare scordati.
3) Odio la “necrofilia” (devo dire che per tale termine la paternità la devo dividere con il caro Maurizio cuzzocrea) che è per definizione (nostra) “la tendenza di uno o più gruppi musicali ad eseguire brani di repertori tradizionali ormai morti facendoli passare come repertorio vivo”. Con questo non voglio dire che non mi piace la riproposta filologica o la conservazione su traccia di un repertorio, ma credo che per fare questo ci sia bisogno di preparazione musicale non indifferente di studi non solo musicali, ma anche storici e sociologici e quindi non credo sia una cosa da tutti.
4) Perché questo post? Seguo questo sito da un po’ di tempo ( a proposito Alfonso ma prchè non hai pubblicato più le foto che ti mandai della battente di mario artese?) e pur sapendo che il mondo della musica popolare è intriso di polemiche ed è per quest oche ne ho inserita anche una mia tale risultato viene fuori solo dalla mia impressione dopo aver letto i vari post relativi all’argomento.
5) Solo un’altra piccola provocazione: la maggior parte delle volte che ho suonato sulla battente cose che andavano fuori o rimanevano borderline al repertorio tradizionale le critiche maggiori mi sono venute da persone le cui tecniche esecutive non gli permettevano nella maniera più assoluta tale esecuzione. Improvvisando quasi con Maurizio (sempre Cuzzocrea) o per meglio dire decidendo durante un concerto di eseguire un pezzo che gli altri musicisti neanche conoscevano (tra cui il fido Tommaso) abbiamo suonato una milonga con battente che ha lasciato il popolo bergamasco molto soddisfatto. Maurizio ci cantava sopra in calabrese non so cosa e non credo che in quel momento lo sapesse neanche lui. La cosa è evoluta in una tarantella in cui si è inserita la zampogna di Tommaso e una percussione persiana alla fine anche (non me ne vogliate ma non ricordo il nome e mi scuso) una specie di zampognella bergamasca. Credo che in quel momento sia stata eseguita musica popolare (non eravamo su di un palco ma tra la gente) sicuramente di versa da quella che si eseguiva 50 o 100 anni fa ma forse con lo stesso spirito. Se poi bisogna conservare la tradizione per un fatto commerciale o per fare qualche concerto in più be quella è un’altra storia me ne tiro fuori
Saluti a tutti
Stefano

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