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Stai rispondendo al messaggio di: RonnaPaulina
[08-03-2007, a  17:16]
Re: Quaresima e trad popol (pulizie pasq
Riprendiamo (attenendoci al tema) da: < voi che conoscete e immagino pratichiate tutte le pratiche ritual-tribali praticabbili, le avete cominciate le pulizie pasquali ?>
Secondo il trattato stipulato tra Romani e Sabini ai tempi del ratto, gli sposi delle ragazze rapite s’impegnarono a non imporre loro lavori umilianti, quali la macinatura del grano o la cucina... Questi compiti, stando a Tito Livio e Plutarco (ma in forma ipotetica), vennero presto affidati a degli schiavi (maschi), evidentemente nelle famiglie che potevano permetterseli.

Nel post 22 abbiamo accennato a: potere catartico della scopa; perchè non scopare via la polvere a casaccio dalla soglia e come farlo; nesso tra pulizie, anime dei defunti e commensali; perchè non si spazzano gli avanzi caduti e quelli lasciati in tavola. E poichè <the candles burn out but the procession doesn't walk >, andiamo avanti.

La scopa era carica di potere, era propiziatoria soprattutto nei matrimoni e nei parti, perciò veniva collocata accanto alla porta (ma in altre tradizioni, per l’eterno dualismo pagano, aveva connotazioni diverse; i pitagorici, per es., raccomandavano di non scavalcarla, molte popolazioni eseguivano il “salto della scopa a coppie” durante le feste di nozze). Ma nei casi in cui abbiamo detto che era preferibile non spazzare, non si facevano più le pulizie? Seeeh, magari! La pratica rituale era: si spingeva la polvere in un angolo e la si toglieva dopo la sepoltura, tre giorni dopo il decesso. Un altro particolare: anche oggi è da considerarsi maleducato spazzare mentre l’ospite sta ancora mangiando o bevendo, dov’è la differenza? Un tempo, non solo era considerato maleducato, ma questo atto poteva essergli nefasto, era un gesto simbolico di cattivo augurio, poteva portare malattie o liti (la vita dell’ospite è giunta al termine, mentre egli ne gode e ne beve il calice); dopo, le briciole e gli avanzi andavano raccolti in tovaglioli, al sabato venivano bruciati ai Lari (che per propiziare bisognava nutrire) e il pavimento lavato con stracci, spesso con acqua in cui erano stati macerati erbe e fiori come rose, gigli, capelvenere, ma soprattutto verbena, almeno quando c’erano banchetti importanti, non solo per ragioni di profumazione, ma sempre magico-simboliche.
Si può scorgere l’origine di qualche consuetudine odierna in queste antiche pratiche?


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